22 apr 2016

SOSPIRI NELLE EMOZIONI




Eccoci qui, eccomi pronto alla pubblicazione del primo racconto di questo nuovo corso del blog.

Scrivere è un po' come andare in bicicletta, non hai nessuna difficoltà a riprendere, quando sai come fare, però non puoi nemmeno permetterti di scalare una montagna, almeno la prima volta che riprendi a pedalare, prima hai bisogno di un percorso che conosci, niente affatto accidentato.

Avendo ben presente queste nozioni, mi sono cimentato, almeno per questa prima volta, con un'ambientazione che conoscevo e dove mi era facile creare o per meglio dire ricreare l'atmosfera che volevo trasmettere.

L'ispirazione è stata spontanea, il riportarlo su carta scorrevole e spero non deluderà chi vi si approccia. Chiedo quindi una cortesia a chi lo leggerà, se dovesse piacervi, oltre ad un graditissimo like, sarebbe gradita una condivisione sulle vostre bacheche di facebook o altro, è la sola richiesta che mi sento di fare, a fronte di qualche minuto si spensieratezza e spero di emozione, che credo vi regalerà questo racconto e quelli a venire che sto già scrivendo.

Ovviamente saranno, come sempre, graditi anche i vostri commenti.

Buona lettura.



La cosa che più l'aveva spiazzata era stato il suo primo sguardo, anzi in verità era stato il fatto che non ci fosse stato un vero e proprio primo sguardo da parte sua, perché lui appena l’aveva vista arrivare aveva abbassato gli occhi, cercando inutilmente delle certezze sulla punta delle proprie scarpe, un'inusuale gesto di pudicizia e di timidezza. 

Ecco, per quanto potesse sembrare strana la cosa al giorno d'oggi, a lei l'idea di non avere di fronte un uomo fermo nelle proprie false certezze, in un qualche modo le piaceva e la tranquillizzava, ma allo stesso tempo dava ancora più voce a quella domanda che si era posta sin dal momento stesso in cui avevo deciso di incontrarlo: 

“Perché ho accettato?”


Si “conoscevano” ormai da 4 o forse 5 anni, non lo ricordava più quanto tempo fosse passato dal loro primo dialogo, anche se poi in realtà non ricordava nemmeno la circostanza in cui si erano conosciuti, ma quell'uomo misterioso ed affascinante le era da sempre riuscito gradevole e la sua compagnia non le era mai dispiaciuta e seppure non lo aveva mai cercato, spesso sperava che lui lo facesse, lo aveva sempre trovato una bella compagnia.
Inoltre doveva ammettere che aveva qualcosa di molto speciale dentro di sé, perché lei viveva una condizione davvero particolare e difficile, che definirla travagliata è sicuramente essere gentili, nonostante ciò lui era riuscito con estrema facilità a farsi spazio nei suoi tempi, era tornato a  farla sorridere ed aveva trovato in più circostanze e diversi modi la capacità di intrigarla, facendole provare in qualche occasione un desiderio fisico, che non apparteneva affatto alla sua natura pudica e riservata.

Ma tutto quello era ormai il passato, il presente era stata una piacevole serata di tarda primavera, trascorsa dialogando, mentre mangiavano una pizza all'aperto, seduti uno di fronte l’uno all'altra, immersi in una di quelle sere baciate da una leggera brezza di vento che non arreca nessun fastidio, ma che aveva saputo creare una magica atmosfera, dando così modo a quell’appuntamento di carburare lentamente. Doveva ammetterlo a se stessa, era stato del tutto inutile sperare che il litorale romano non facesse lo stupido quella sera. D’altronde non avevano bisogno di conoscersi, ma sentivano entrambe la necessità di tenersi mano nella mano per dare un senso compiuto a tutte le loro chiacchiere e quando lui finalmente le aveva preso i palmi e li aveva stretti delicatamente nei suoi, un brivido caldo le aveva percorso per intero la schiena, tanto intenso e anticonvenzionale, che in quel momento aveva pregato, senza nessuna convinzione, che fosse stata la birra a farle quell’effetto, anche se la voglia di conoscere il sapore delle sue labbra, che sempre più ardentemente si stava facendo strada nel suo petto, le faceva temere che fosse tutt'altra la verità.

Le parole si sprecavano, ed era un po’ come se dovessero raccontarsi tutta la loro vita in quell'unica notte di luna piena e continuarono cosi come un fiume in piena, anche quando si trasferirono a passeggiare lungo la spiaggia, con i piedi a contatto diretto con la sabbia, le scarpe in una mano e l'altra stretta l'uno intorno alla vita dell'altro, così che lei poteva finalmente abbracciarlo, lo desiderava già ormai da più di un'ora.

Si dissero cosi di tutto, parlarono con estrema naturalezza dei dolori che li avevano segnati, delle gioie che avevano vissuto, di tutte le esperienze passate e dei sogni che ancora ardevano dentro di loro e mentre tutto ciò accadeva, lei aveva una sola certezza, che si meritava una serata come quella, con uomo che stava desiderando tutto di lei, facendola sentire una donna completa.

Si strinse a lui ancora un po’, aveva bisogno di sentirsi protetta e tra quelle braccia si sentiva a casa, travolta da una pace, quella pace che tanto aveva desiderato e cosi chiudendo gli occhi riusciva ad ascoltare i battiti del suo cuore e il rumore del mare, desiderava che quel momento divenisse eterno, fece cosi un gesto istintivo e spontaneo, un movimento che le permise però di nuovo di poter far proprio quell’odore che il suo profumo e la sua pelle emanavano, ubriacando così i suoi sensi con quella meravigliosa essenza, della quale solo lei poteva godere. Dopo tanti anni si sentì femmina fin dentro l’anima, eccitata in maniera quasi ancestrale da quell'uomo che ormai desiderava con tutta se stessa.

Si fissarono negli occhi e vide le sue pupille tremare cariche di passione e di voglia e mentre le distanze tra di loro si facevano nulle, capi che perché aveva accettato di incontrarlo e accettò tutto quello come naturale e lasciò, per la prima volta in vita sua, che quell'uragano di desiderio che la stava travolgendo, avesse il sopravvento su di lei.

Con estrema naturalezza lo baciò, intanto lasciò scorrere le sue mani dentro la camicia celeste che aveva indossato, mentre entrambe si inginocchiarono prima e si sdraiarono poi sulla spiaggia. 

I loro desideri si erano ormai fusi in un turbinio di passione, sentiva il suo cuore battere per l'emozione e rendendosi conto che erano al riparo da occhi indiscreti, le venne spontaneo iniziarsi a spogliare, ma un gesto delicato e gentile la fermò, cosi sentì la sua voce che le sussurrava in un orecchio di non negargli quel piacere, non era andato lì per quello, ma siccome stava succedendo, desiderava che fosse tutto perfetto, così da poter incidere quell'istante nel tempo e poterlo ricordare per sempre.

Si emozionò a tal punto che una lacrima le scese lungo la guancia, mai nessuno aveva desiderato lei, aveva sempre temuto che il suo corpo avesse avuto il sopravvento nei pensieri di chi stava amando, ed adesso era invece certa che lui volesse la volesse per davvero. Si lasciò quindi travolgere dalle sue mani dolcissime, che le sbottonarono la camicetta e senza sfilarla le tolsero via il reggiseno, si fece conquistare dai baci che le sue labbra seppero stampare prima sui suoi seni e poi lungo il resto del suo corpo e quando finalmente senti che le stava sbottonando i jeans, decise che era il momento di fare lo stesso con lui.

Quando ormai erano quasi del tutto nudi, vestiti delle sole camice, con tutta la normalità di questo mondo fece di loro un solo corpo, stravolto dal piacere che si stavano regalando senza nessuna remora e nessun limite. Si rendeva conto  di quanto lui fosse estasiato dalla sua figura che si stagliava nella penombra della notte e capiva  che stava godendo non solo del piacere fisico, ma anche di quello mentale di avere con sé non una donna, ma quella donna, di avere lei, mentre la sua sola certezza era che qualunque cosa fosse successo l’indomani, in quell’istante si sentiva se stessa, finalmente felice e non avrebbe voluto essere altrove, per nessun motivo al mondo.

Il vento della notte le accarezzò la pelle, i suoi seni si fecero ancora più figli di quel istante di piacere e carichi di passione, cosicché decise che voleva abbracciarlo per tenerlo tutto per se, si abbassò su di lui, così da portare le sue labbra nei pressi del suo lobo destro e gli disse:

- Non credevo fosse possibile tanta felicità, ne avevo solo sentito parlare, ma adesso sono sicura che esiste, perché la sto toccando con mano;


- Nemmeno io, fino a questa sera, pensavo potesse mai succedermi, poi ti ho visto ed ho dovuto abbassare lo sguardo, non volevo che vedessi che stavo per piangere dalla gioia di averti si fronte e prendevo coscienza del fatto che avevo perso trascorso invano tutta la mia vita, almeno fino a quel momento.




Se hai gradito questa lettura, condividila. 

Grazie


19 apr 2016

RINASCITA






Dal giorno in cui questo blog è nato sono passati solo sette anni, però il mondo era davvero molto diverso da come lo stiamo vivendo. I semi della rivoluzione tecnologica nella quale siamo immersi erano già stati piantati, ma i primi frutti erano a disposizione di pochi. 

Pensateci, Facebook, twitter, instagram, tutti questi social network esistevano già, ma erano per lo più limitati nell'uso, anche perché richiedevano essenzialmente un PC. Era davvero difficile trovare la massaia o il professionista cinquantenne intenti a pensare cosa inserire sul proprio profilo. Oggi no, oggi possiamo postare, taggare, inserire foto e condividere video praticamente ovunque e questo grazie agli smartphone che all’epoca erano rari.

Ecco, io me li ricordi quei giorni, quando con un PC, un cavetto di 5 mt e un cellulare usato come modem, davo vita a questa mia isola, dando ad essa un senso simile a quello che hanno ormai la stragrande maggioranza delle bacheche di FB. Quell’intuizione aveva uno scopo, un fine, creava attenzione, oggi è irrimediabilmente fuori luogo e sempre e comunque in ritardo, praticamente inutile.
Interpretata così la situazione ha quindi ben poco senso tenere in piedi la baracca, perché di soddisfazioni me ne sono tolto, perché così non rovinerei il tutto e comunque uscirsene dopo un milione di pagine visitate può essere pur sempre annoverato come un successo.

C’è però qualcosa che sui social network non troverete mai e invece potrebbe dare un senso ed uno scopo a questo mio spazio, parlo della mia fantasia che prende vita sotto forma di racconti e quando avrà di nuovo un senso, anche quello di poesia.

Ecco quindi il motivo della “Rinascita “, da oggi questo sarà ancor di più il mio blog, il mio spazio esclusivo, il canovaccio su cui appuntare i miei voli pindarici e pazienza se non ci sarà più nessuno a visitarmi, qui continuerò a divertirmi scrivendo e condividendo le mie follie con chi le vorrà leggere.

Vi preannuncio che un racconto è già pronto e sto iniziando, dopo una fase di studio e di ricerca, la scrittura di qualcosa di lungo e complesso, che spero vi piacerà.


Il guardiano