Il tempo era passato inesorabile
ed implacabile, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, attimo dopo attimo e
senza rendersene conto era tornato di nuovo al punto di partenza, nel luogo
metafisico dove tutto era iniziato e si era così reso conto che tutto era
ancora come lì, nello stesso identico ordine in cui lo aveva lasciato, dentro e
fuori di lui.
Aveva fatto un giro enorme, percorrendo
strade, città, sentimenti, sguardi, baci, gioie e delusioni, vivendo il tutto
con la stessa intensità di un bambino che si affaccia alla vita, che scopre la
necessità di vivere in funzione di ciò che succederà domani e non più solo
quello che succede in quel momento, per
ritrovarsi all'improvviso e senza nessun avviso alla casella del Via, quando
pensava che fosse ormai solo un miraggio frutto distorto della sua mente. Eccolo
di nuovo lì, ed era certo che di non sbagliarsi, quello era il suo tutto perché
guardandosi intorno con attenzione ritrovava incise le sue emozioni ovunque, stralci
di vita che lo circondavano e lo aggredivano, così come successe quella prima
volta.
Era ormai senza fiato e questo succedeva
non per la corsa o per l’emozione, ma semplicemente perché stava accadendo
quello che mai si sarebbe aspettato nella vita o perlomeno in quel momento
esatto della sua esistenza, stava toccando di nuovo con mano un sogno, una
magia fantastica si stava materializzando davanti ai suoi occhi e per lui, che
aveva perso la voglia e forse anche la necessità di vivere di sogni, tutto ciò
era destabilizzante, di nuovo.
Eppure inconsciamente aveva
voluto che accadesse, aveva desiderato, pur senza rendersene conto, che
succedesse, perché dentro si se aveva subito quotidianamente l’intima necessità
che si ripetesse quel miracolo. Una volta, lo ricordava bene, aveva vissuto di
ciò e quel lasso di tempo della sua vita lo ricordava sicuramente come
straordinario, ed ogni volta che tornava con la mente a quel periodo, lo
assalivano immagini a cui avrebbe voluto dare un seguito o anche un nuovo inizio, a secondo dei punti di
vista.
Ed ora ecco che stava succedendo,
inspiegabilmente stava succedendo di nuovo, ed era come trovarsi immerso in una
vasca riempita esclusivamente di gioia immensa, eccola l’immagine perfetta per
raccontare quel momento
“stava nuotando in un mare di fatto di solo di dilaniante felicità”
un momento unico ed irripetibile,
ed era sicuro che sarebbe rimasto tale, almeno fino alla prossima volta che
sarebbe successo, perché sapeva, che comunque sia, persone come lui non si
sarebbero mai potute negare di nuovo, ed ancora e poi ancora un istante del
genere.
Ed allora si fermò, immobile,
girò la testa lentamente a destra e a sinistra, socchiudendo gli occhi per
evitare che il riverbero del sole togliesse nitidità e forza a quelle sue visioni, ed assaporò
l’aria che era pregna di mille profumi. Lui era nato per essere lì in quel momento,
in quell’istante non avrebbe potuto essere altrove e fece quello che doveva
fare, alzò gli occhi al cielo e senza paura nè vergogna, urlo a squarcia gola
dentro di se
“Grazie Dio, per tutte questi
esseri stupendi che mi circondano, che tu hai chiamato donne, ma che per me
sono gioia di vita. Grazie per mia figlia, per mia madre, per la mia sorella di
sangue e quella di cuore. Grazie per la donna che amo disperatamente e per la
quale potrei fermare il vento, se solo lo volesse o capisse quanto la amo, da
anni e per quanti anni ancora lo farò. Grazie per le donne che mi detestano e
quelle che mi sopportano. Grazie per quelle che incontro e quelle che non
incontrerò mai. Grazie per ogni sorriso che mi sanno regalare e per quelli che
mi negano. Grazie per quelle non mi hanno capito e mi hanno inchiodato all’incrocio
dei venti e per quelle che invece mi regalato l’immenso, racchiudendolo in un
semplice bacio. Insomma Dio, grazie di averle create”
Ci voleva.................
RispondiEliminaGrazie a te che esisti.
RispondiEliminaGrazie da parte mia e credo da parte di tutte le donne.
Sister