28 set 2009

PIOVE

Uffà, questa la volevo scrivere io, ci giravo intorno da giorni, da quando la settimana scorsa, sabato sera per la precisione, sono intervenuto per una somma urgenza sotto la pioggia battente appunto. Di ritorno a casa, dopo una doccia e con la pizza fredda per cena, mi sono messo li a osservare la pioggia che scendere e mi è venuta in mente quello che poi ascolti qui adesso. Le parole erano le stesse o perlomeno simili, ma alla fine il tutto è reso con garbo da Alex Britti. La mia "poesia" di certo sarebbe stata l'ennesima cavolata, questa è stupenda. Un mio piccolo omaggio così da farti trascorrere lievemente l'attesa del post.
P. S. anche il video merita di essere visto, se vuoi essere collegato al canale di youtube clicca qui


PIOVE

Piove
sui monti e sulle scale
su petali e parole
sul cuore mio che batte
Piove sui poveri soldati
sui campi abbandonati e sulla mia città.

Piove
e mentre guardo il mare
ripenso alle parole
che mi hai lasciato scritte
Provo
un pò a dimenticare
infatti guardo il mare e non ci penso più

Agosto sembra ormai lontano
ma io sono vicino
a dove ti incontravo
semplice vestita in modo semplice
sei diventata complice e non ti scordo più...

Piove,
adesso come prima sto nella mia cucina
che mi preparo un pesce.
Cuoce lentamente il sugo
e nel frattempo annego
e non ci penso più.

Agosto è ancora nei miei sensi
ma tu cosa ne pensi
mi vuoi ancora bene
indice di una vita semplice
sei diventata complice ma non ti fidi più.

Chissà dove sarai adesso
dov'è tutto quel sesso,
quel caldo, quel sudore...
Chissà se ancora pensi al mare
al caldo da morire
che non si sente più..
Chissà se agosto è ancora nostro,
se ancora splende il sole
o poi magari piove..
Chissà se mai la frustrazione
diventa un'emozione
così non piove più.

Piove,
sui banchi della scuola
su ogni mia parola che non riesco a dire,
provo un pò a dimenticare
infatti guardo il mare
e non ci penso più...


MUSICA DI SOTTOFONDO:

PIOVE - Alex Britti

24 set 2009

VITA SPERICOLATA

Sai navigante, sempre più spesso osservando il mondo che ci circonda vedo gli uomini e le donne che vivono il nostro tempo come se agli stereotipi appartenessero, gente che vive la propria esistenza nel solco dei clichè perchè non in grado di pensare, immaginare, sognare un'esistenza propria. La maggior parte delle persone che è intorno a noi non usa più seguire gli impulsi e le ragioni del cuore, ma utilizza schemi e canali mentali prestabiliti, binari che portano invitabilmente a una stazione desolata, la stessa per tutti, diventando così una consuetudine un fine corsa triste e pieno di rimpianti.
Ormai quasi più nessuno è dotato di fantasia o del coraggio necessario per formulare un pensiero laterale, è scomparsa dalle nostre menti quella lucida follia che ha fatto rompere gli schemi a intere generazioni, rendendole così uniche e meritevoli di essere ricordate come pietre miliari della storia. Cosa resterà del primo decennio di questo secondo millennio, poco davvero.
Sopraviviamo alla nostra stessa vita, abbiamo demandato a qualcun'altro il compito di pensare e decidere per noi, il cervello è li impachettato e messo sotto vuoto, un arnese inutilizzato, inutile e del quale faremmo anche a meno, anzi lo daremmo volentieri via in cambio per il nuovo I-phone o un bel 42" schermo piatto, LCD etc etc.
Eppure il cuore, non è solo quel muscolo involontario che in nessuno modo possiamo decidere di fermare. Lui pulsa e non solo per pompare il sangue in circolo nelle vene, ma batte anche grazie ai sentimenti ed alle emozioni che dovrebbero ricordarci che siamo vivi. Io lo sento, è forte la sua cadenza nel mio petto, lo ascolto mandare segnali e così come con me credo faccia con tutti noi, eppure mi rendo conto che quasi più nessuno ci fa caso e ho il terrore che non sia più nemmeno una scelta quella di ignorarlo, ma è pigrizia, indolenza, paura di osare.
Oddio quanto mi fa impazzire quella donna, vorrei sorprenderla. Voglio uscire da quest'ufficio e andare a mangiare su una panchina, piedi nudi sull'erba e sole in faccia. Ho voglia di te, mi manchi, ti chiamo.
No, questi e tanti altri sono pensieri che devono rimanere chiusi sottochiave, non hanno diritto di cittadinanza in un mondo fatto di esseri caricati a molla con il solo scopo di produrre. Anzi ti dirò di più, vedo sempre più spesso uomini che si vergognano anche solo perchè pensano qualcosa che non è stato pre scelto per loro. Una vita da marionette è quella che attende questa nuova genia di sopraviventi.
Ed è una situazione paradossale per una razza che ha fatto dell'intelligenza la propria molla evolutiva, che è passata dalla ruota al razzo interplanetraio e che adesso è incapace di esprimersi e di ribellarsi alla massificazione del pensiero. E la cosa, per me, diventa ancora più grave quando prendiamo coscienza del fatto che siamo tutti così uniformati che anche fisicamente cerchiamo di assomigliarci, arrivando al punto che se non ci riusciamo con i nostri mezzi ci sottoponiamo a interventi di chirurgia estetica, pur di rientrare nei canoni.
I canoni, gli schemi, le convenzioni, sono idiozie dalle quali la massa si sta lasciando assoggettare, hanno una forza di persuasione silenziosa, ma che ha ormai invaso e pervaso la nostra società.
E tutto ciò rende sempre più degni di nota ai miei occhi tutti coloro che hanno il coraggio di uscire fuori e osare, provare qualcosa di diverso, meno comodo semmai e seppure alla fine riscontraranno che la loro idea era sbagliata, beh almeno hanno tentato, saranno quindi esenti dai rimpianti e potranno comunque dire di aver vissuto.
Credo che debba diventare buona abitudine emulare chi usa la testa per pensare e non come accessorio di moda per la sciarpa, perchè alla fine ci siamo ridotti a questo, le uniche domande che ci facciamo sono come vestire meglio questa o quella parte del corpo, quale capo o quale colore ci sta meglio, il tutto ovviamente seguendo i dettami imposti dagli stilisti.
Forse abbiamo davvero toccato il fondo e anche una vita spericolata è meglio che stare lì ad osservare quella che abbiamo passare in TV, rappresentata da tronisti e veline.

MUSICA DI SOTTOFONDO


VITA SPERICOLATA LIVE 2003 - Vasco Rossi

21 set 2009

COME MI VORRESTI

La frase usata da Cariddi per commentare l'ultimo post ha liberato una serie di pensieri che come un uragano si sono abbattuti su di me. Quel ...per me solo ora sei tornato... racchiude tutta una serie di considerazioni che credo è necessario mettere qui nero su bianco. Sia ben chiaro il tutto senza nulla togliere alla bontà di Cariddi e al suo commento, desidero solo utilizzare quello spunto per portare a lei e a tutti i naufraghi un paio di conclusioni personalissime.

La prima riguarda esclusivamente l'uomo e non il guardiano. Il secondo è infatti solamente un alias, grazie al quale mi libero da tutti gli schemi mentali, quelli che ognuno si è creato e che ci condizionano nella quotidianità. Da quando esiste il guardiano mi sono reso conto che riesco ad esprimermi con maggiore scioltezza e scrivendo qui, su queste pagine, dico ciò che penso effettivamente. Infatti mi racconto per come sono, per come vedo la vita e lo faccio non solo a uso e consumo di chi mi legge, ma forse e soprattuto parlando a me stesso. Qui viene fuori l'uomo che vorrei essere e che ho mostrato nella mia vita solo a poche persone, però poi sai da esse ho ricevuto spesso calci nei denti ed è così che ho preso l'abitudine di nascondermi dietro una maschera.

Ovviamente so di mio, che qui metto in luce i pensieri alti e i pregi o gli pseudo tali e sono nel contempo conscio che di difetti ne ho e anche molti, MA SCAGLI LA PRIMA PIETRA CHI NE E' PRIVO. E' certamente un ipocrita e un bugiardo chi dice di non avere nei e si mostra come paladino di purezza. Nella vita a mio avviso l'importante è cercare di migliorarsi e non ergersi ad esempio. Facile dire hai sbagliato e sei quindi una schifezza, senza però mettersi in gioco, più difficile è sicuramente aiutare le persone a cui si tiene, perchè sarebbe una dimostrazione di umanità che di questi tempi è vista come un difetto. Mettersi al servizio di qualcun altro, ascoltarlo se ne ha bisogno, darsi senza remore e senza limiti è la vera amicizia o la base di un rapporto d'amore. Lo so, è difficile resistere alla tentazione di salire su di un piedistallo e mostrarsi come campione di vita, ma è li la differenza tra conoscenza e amicizia, tra rispetto e presunzione. Chi nella vita ha come unico amore se stesso è solo un meschino narcisista.
Dimmi specchio chi è la più bella del reame?
è la frase emblema per rappresentare non solo la strega maligna, ma chi vive in cerca di adulatori e non di sentimenti, chi rifugge la verità e cerca solo squallide bugie per sentirsi importante.

Lo so, sono andato fuori tema, ma probabilmente ho sin'ora scritto semplicente come mi vorrei. Mi basterebbe essere più coraggioso, essere guardiano in ogni momento del giorno e non solo per un'ora, mostrare a tutti come sono e non solo a qualcuno, così finirei davvero per sentirmi sempre me stesso, per vivere meglio. Però so anche che la maschera è una protezione necessaria, perchè spesso chi mi è di fronte non sempre è stato pronto a fare altrettanto.


Per ciò che riguarda invece il guardiano, perchè non dimentichiamolo è intorno a lui che nasce questo post, mi sono reso conto che molte volte è stato fatto oggetto di critiche a dire il vero costruttive. Valutazioni e consigli che ho spesso accettato di buon grado, ma mi sono anche reso conto che ognuno vede in lui qualcosa, chiedendogli di esaltare questo o quell'aspetto del suo essere.
"Non scrivere di cronaca che odio il telegiornale", "Dovresti rimanere di più sulla notizia", "Che bello quando scrivi d'amore", "Ma quanto sei malinconico, parli sempre di sentimenti." Ripeto, in molti casi sono state critiche che mi hanno aiutato a vedere qualcosa che mi sfuggiva, la ripetitività che si stava trasformando in noia, ma ho anche notato che in esse si nascondevano delle aspettative nei confronti del guardiano "eccessive", quasi che in esso si cercasse chissà chi o cosa.
Ho così preso coscienza, che spesso noi speriamo che una persona si comporti come vorremmo e non come essa è, quasi volessimo vietargli di avere il libero arbitrio e di essere di conseguenza una sorta di marionetta, con comportamenti schematici e sempre uguali, ed il tutto con il solo scopo di soddisfare i nostri egoistici desideri. Spesso non prendiamo la persona che abbiamo di fronte per com'è, ma per come vorremmo che fosse e per l'idea che ci siamo creati di lui.
La delusione è però sempre cocente quando le nostre attese non vengono soddisfatte, quando chi abbiamo di fronte si comporta secondo la propria natura e non assecondandoci. Non credo sia corretto mettersi a giocare a fare il Dio della situazione con il prossimo, soprattuto se verso lo stesso sbandieriamo sentimenti sinceri, anzi se ci pensi il Signore ci ha reso liberi di errare e non vedo perchè noi dovremmo soverchiare l'altrui volontà.

Ripeto, il guardiano in questo caso è solo un piccolo esempio di come nella maggior parte dei casi ci comportiamo, come nella vita spesso e volentieri viviamo i nostri rapporti con amici o partner, senza cioè tener conto che la propria libertà finisce dove quella altrui ha inizio e il rispetto del mio amico, del mio amore, del suo essere è essenziale per una buona convivenza.

Credo che una delle cose più belle che siano state scritte sull'amore è che dovremmo vivere i difetti della nostra partner come pregi, accettare le persone per come sono e non attenderci che si esprimano come noi vogliamo, l'amore non è avere, ma dare.

MUSICA DI SOTTOFONDO:


COME MI VORRESTI - Renato Zero

18 set 2009

KABUL 17 SETTEMBRE 2009 - R. I. P.

Questo blog, nel passato ormai remoto, di tanto in tanto gettava un occhio sulle cose che succedevano quotidianamente intorno a noi, rileggendole qualche volta in chiave ironica come per il fatto del monsignor Milingo e consorte, oppure ragionando intorno agli eventi.
Poi il tiro si è spostato e di fatto mi sono posto al centro dell'attenzione, portando a galla pensieri e parole private, ponendole al centro degli scritti e rendendole il fulcro di quest'isola. Forse è stata una maniera semplice per riuscire a coinvolgere chi è naufragato qui su questa spiaggia, parlando di ciò che provo riesco a far arrivare le mie emozioni e il mio pensiero, rendendone quindi parte attiva il lettore.
Questo però non significa che mi sono disamorato dell'attualità, anzi continuo a dissacrarla quando posso o a farmi trascinare dalle emozioni quando queste sovrastano il tutto. Un esempio su tutti, l'ultimo e più vicino a noi, il lutto che penso di poter affermare ha colpito l'intera nazione. I sei soldati morti in quel di Kabul, sono decisamente un altro tragico contributo che abbiamo lasciato sul campo della pace, figli, fratelli, parenti e non connazionali, uomini che ci devono rendere orgogliosi di vivere in una nazione come l'Italia.
Quello però su cui vorrei "ragionare" non sono le regole d'ingaggio delle nostre truppe in quella terra sconsolata o se è un bene o è un male che esistano missioni di pace di questo tipo o di qualunque altra cosa che riguardi la strage di Kabul. L'argomento che mi interessa sottolineare è che questa vicenda pone per l'ennesima volta al centro della questione la mancanza da parte della politica italiana dell'interesse verso i fatti che ci riguardano.
Il problema di fondo è che oggi la scena mediatica (ormai di politico c'è poco) è OCCUPATA in maniera esclusiva dai fatti che riguardano un singolo e volenti o nolenti tutto ruota intorno ad essi. Alzi la mano chi ieri mattina aveva rivolto un pensiero agli uomini che sono in Afghanistan o in libano? eppure lì le morti dei militari aumentano in maniera esponenziale di anno in anno. Ditemi onestamente chi si è interessato a quante sono le famiglie che realmente abitano nelle casette in legno ad Onna? L'altra mattina tutti ci siamo sentiti coinvolti dai dati auditel che esaltavano la scelta degli italiani per il giovane Garko rispetto allo stagionato premier. Il problema a mio modestissimo avviso è appunto questo, finchè ci concentreranno quotidianamente sui fatti che riguardano il singolo, la nostra nazione continuerà ad andare a sfracelo.
A nessuno interessa niente che ci sono uomini trattati come bestie, costrette a massacrarsi per la raccolta dei pomodori o dell'uva. Ci sono intere famiglie che vedono i propri cari abbarbicati sulle fabbriche o in cima al Colosseo, ma l'evento ha fatto notizia solo la prima volta, gli altri che si arrangino. Quanti sapevano realmente che i mafiosi abitualmente affondano le navi piene di rifuti tossici? ce ne siamo accorti solo perchè qualcuno ha parlato, ma a quanto pare non è un singolo fatto quello accaduto a Cetraro, ma una prassi consolidata negli anni.
Ecco un altro grave nostro difetto, siamo ormai abituati a interessarci di ciò che ci riguarda in funzione del passato, senza programmare le cose, senza pensare in anticipo alle eventualità, gridando allo scandalo e allo scatafascio solo un minuto dopo e per il tempo strettamente necessario a fare notizia, salvo poi dimenticarcene fino al prossimo evento. A me il Bossi che grida "tutti a casa entro natale" fa ridere, dov'era il giorno prima dello scoppio della bomba questo pensiero della lega? se rivolgo lo sguardo al passato trovo battaglie per il dialetto in classe mica richieste di exit strategy. Anche l'opposizione che adesso si trova a chiedere spiegazioni su come mai abbiamo ancora militari a Kabul, al momento di votare alla camera il rinnovo sulla missione in Afghanistan era abbastanza coesa sul si.
Credo che regni uno stato d'animo di indignazione generalizzata, che detta l'agenda politica dei prossimi 5 minuti, ma della Res Pubblica, il bene di tutti noi, non interessi un beneamato niente a nessuno. Oggi al centro dell'attenzione c'è un autobomba, domani la libertà di stampa, ma dei problemi di questa nazione, quelli che vive nella quotidianità, adesso e di quelli che verranno, davvero non freghi un amatissimo a chi ci rappresenta, ce ne dimentichiamo, se ne scordano perchè non fanno notizia e audience.
Il tutto mentre altri 6 nostri giovani connazionali ci ricordano che siamo una nazione piena di uomini che valgono e che hanno scelto di partire pur sapendo che rischiavano di morire, il tutto per un ideale altissimo, la pace nel mondo.
Dovremmo prendere esempio, pensare al domani e a qualcosa di altissimo, impegnandoci per raggiungere un obbiettivo, credo che sia il vero senso di ciò che è successo in Afghanistan.

LA VIGNETTA CHE VEDI E' TRATTA DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 18 SETTEMBRE 2009 ED E' OPERA DEL MAESTRO DI SATIRA EMILIO GIANNELLI

MUSICA DI SOTTOFONDO:

REQUIEM - Mozart

17 set 2009

GLI OCCHI

Da alcuni giorni mi rendo conto che i post del guardiano "sono migliorati". Questo grazie sia al fatto che non è più presente quel velo di malinconia e tristezza che aveva ammantato i primi post e anche perchè procedo con maggiore attenzione alla fase di rilettura e quindi al naturale snellimento della bozza, rendendo così tutto più fluido.

Ora, mentre rileggevo questo scritto, ho percepito che si potesse generare un equivoco, cioè che una lettura superficiale poteva far percepire un senso di infelicità li dove invece è presente forza e determinazione, al massimo si può interpretare il tutto con il rammarico per non essere riuscito a farmi capire, ma non come tristezza.
Questo spiegazione era necessaria per metterti nelle condizioni di capire bene il post e di carpire ogni singola sfaccettatura di esso.



Cos'è l'ispirazione? Quella molla improvvisa che mi spinge a pensare "che bella questa cosa che mi sta succedendo, mi piacerebbe scriverne"

E' una domanda che mi pongo di continuo e alla quale non so dare mai una risposta, concreta, perchè spesso nasce tutto in un attimo. E' come una folgorazione, irrefrenabile decide di per se quando venire fuori e in istante si materializzano le parole.
Sai navigante, a volte mi capita di girare intorno ad un argomento per giorni senza trovare un modo interessante per rappresentarlo, altre volte basta uno sguardo e migliaia di pensieri e concetti, attendono solo una penna e un notes per prendere forma, come se avessero vissuto da sempre dentro di me, dormienti, aspettando "l'attimo" per venire destarsi.
E che attimo l'altra mattina, una magia che spero di riuscire a raccontarti e renderti partecipe in maniera adeguata.

Sai, come spesso succede, queste situazioni nascono impreviste, improvvise e inattese, avendo spesso origine da eventi che non erano programmati. L'altro pomeriggio una serie di strane coincidenze mi hanno portato a scoprire e percorrere una strada a me sconosciuta, fino a ciò nulla di strano, lo faccio di continuo perchè mi piace camminare per raggiungere luoghi poco distanti e scoprire nuovi angoli della città, è un'abitudine che oltretutto mi permette di riflettere e di osservare le persone che mi circondano. Ed è così che mentre ritornavo alla mia auto, mi sono trovato a salire una scala mai percorsa in precedenza, mentre ne completavo la salita mi sono accorto che in cima, seduti su una panchina, una coppia di ragazzi si baciano. Sai essendo "anziano", istintivamente il pudore mi ha portato a distogliere lo sguardo, perchè anche scambiato in un luogo pubblico, ritengo che quello sia un gesto privato e quindi meritevole rispetto. Solo che una scala richiede attenzione sia in discesa che in salita e alla fine ho dovuto gioco forza alzare gli occhi e sono rimasto folgorato.

Non pensare a male, non sono un voyeur perverso, mi ha semplicemente trafitto uno sguardo, quello carico d'amore che la giovine stava rivolgendo al suo ragazzo, quella magia che con gli occhi solo una persona innamorata esprime, caricando di eternità un attimo.
Ricordo perfettamente quello sguardo, ricordo quando era mio e quando ne ero fatto oggetto ed è sempre stata una sensazione bellissima, perché in quegli istanti non hai età e ti è naturale camminare tra le nuvole, senti di essere il padrone del mondo. Sei e nel contempo rendi felice la persona alla quale appartieni. E' amore libero, capace di esprimersi solo con la fisicità perchè sai che ogni parola sarebbe superflua, perché quei due occhi che ti guardano non hanno per te uguali sulla faccia della terra, nulla è comparabile a lei e a quello che senti.

E mi sono reso conto una volta di più che l'amore non ha bisogno della voce per esprimersi, ed è questo il concetto che sicuramente non sono riuscito a far capire a chi amo, gli occhi avrebbero potuto svelare quanto di vero c'era nel mio profesarre amore, ma a volte si ha paura a fissarli per scoprire cosa c'è dietro e cosa c'è dentro di noi, ci si potrebbe sentire in grado di ricambiarlo e questo sconvolgerebbe la quotidianità fatta di abitudini, spesso i sentimenti veri fanno paura.

Onestamente, mi sono sentito felice in quel momento, perchè io non so cosa riserverà la vita a quei due ragazzi (ai quali auguro tutta la felicità di questo mondo), ma dicevo ero felice perchè avevano la forza e il coraggio di amarsi e di farlo senza remore, avevano la sfrontatezza di mostrarlo a tutti e questo non dovrebbe essere solo dei ragazzi, ma di tutti gli innamorati e soprattuto senza scendere a compromessi si amavano dimostrandoselo, che credo sia la cosa più bella del mondo, un'emozione per la quale vale davvero la pena di vivere.


Due occhi che ti amano, ridono nel sole, ridono nella pioggia, ridono se è di fianco a me (Elton John).


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MUSICA DI SOTTOFONDO:

Romantic saxphone - blue eyes



12 set 2009

SALERNO

Uno dei regali più belli che mi posso fare è il piacere di girare per Salerno nelle ore in cui anche i balordi vanno a dormire e a farmi compagnia rimangono solo i gatti. Questo solitario giro per le vie della città che mi ha visto nascere è una di quelle esperienze che in queste ultime due estati mi sono concesso poco, forse solo un paio di volte e con stati d'animo diversi addirittura contrastanti tra di essi.
Una premessa mi è d'obbligo, so che ognuno di noi è visceralmente legato al proprio luogo d'origine, trovandolo splendido a prescindere, ma credo che quasi tutti concordiamo con il fatto che una città di mare durante le ore notturne o meglio ancora con le prime luci dell'alba, offre uno spettacolo mozzafiato a tutti coloro che decidono di goderne. La fortuna vuole inoltre che Salerno ha una strana conformazione, è stretto il territorio su cui è ospitata ed è a ridosso delle colline, quindi è facile avere dei punti di osservazione privileggiati per ammirare l'intero panorama e se dal lungomare si gode della splendida vista della luci della costiera amalfitana a picco sul mare, dalla zona collinare chiamato masso della signora o anche dal belvedere si può rimanere incantati per come l'illuminazione di questo immenso tratto di strada che costeggia la riva si specchia nel mare, infine se la temperatura della notte lo consente, basta andare sul molo di sopraflutto del porto turistico e la vista della città rimane scolpita nella memoria.
Indubbiamente Salerno di notte, senza traffico, rumori molesti e sopratutto salernitani è una città splendida da osservare, paragonabile alla bellezza che solo donna distesa su un letto riesce ad esprimere, uno di quegli spettacoli naturali che ti fanno capire che veramente esiste un essere superiore in grado di immaginare tanta armonia e splendore in un colpo solo.
Ma questo post non nasce come uno spot, non sono stato pagato per indurti a visitare Salerno nel giorno della festa del santo patrono il prossimo 21 settembre, voglio solo raccontarti cosa si può provare a visitare dei luoghi cari, senza il fastidio della frenesia.
Eh si, perchè ormai la nostra esistenza è una continua rincorsa, fatta di impegni da rispettare e di produzione da effettuare a tutti i costi, si è perso il piacere di passeggiare senza meta, camminare per il solo piacere di farlo e poter così cogliere quei dettagli che l'auto non ti consente di vedere. Perchè anche se immboli per definizione, i palazzi, le strade, le panchine mutano nel tempo senza che noi ce ne rendiamo conto immediatamente.
Io quest'estate ho così scoperto un piacere nuovo, mi sono seduto su uno scoglio di poco più alto rispetto al livello del mare e pur essendone circondato ne avvertivo solo la presenza grazie al profumo che riempiva l'aria, potendomi concentrare su altro. Ero andato li per avere un diverso punto di osservazione dei palazzi, dei colori, delle luci e delle ombre, per guardare con occhi diversi quello che oggi viene definito, da chi parla bene, come lo Skyline della mia città.
Su quello scoglio c'ero andato con questa intenzione e mi sono quindi lasciato rapire dal fascino che sopratutto le costruzioni del centro storico esprimono. Dopodiche mi sono alzato e ho passeggiato tra le stradine percorribili solo a piedi che dividono molti palazzi, soffermandomi con piacere tra i vicoli nei quali operai alcuni lustri fa.
Credo che una città di notte possa dirti davvero qual'è il carattere dei suoi abitanti ed il loro grado di civiltà. Emergono subito i pregi e i difetti di una popolazione dal modo in cui trattano il loro habitat naturale, lo noti da quanta immondizia trovi per strada o da come sono tenuti i prospetti dei palazzi.
Però poi nel buio si colgono anche odori che di giorno sono coperti dallo smog o se ti aggiri tra i viali della villa comunale si possono ascoltare gli uccelli cinguettare, anche la semplice vista di un monumento non essendo lo stesso coperto da una massa informe di persone in eterno movimento è più fluida. Visitarla di notte è davvero un modo diverso per sentire l'anima di una città, un'esperienza per scoprirne la vera essenza, un modo per viverla altrimenti impossibile.
Ed è decisamente semplice riuscire a fruire in questo modo di ogni angolo di Salerno (ma ovviamente anche di qualsiasi altra città al mondo), infatti il dettaglio si esalta e diventa parte integrante del contesto, non ti sfugge e si lascia ammirare, dando maggior pregio alla strada o all'aiuola, al palazzo così come alla fontana.
Sopratutto è un'esperienza che rilassa, perchè tutto è più quieto e non si percepiscie nell'aria nessuna forma di frenesia, tutto è rallentato, ovattato e quindi per empatia anche tu acquisisci una maggiore tranquillità interiore.
Ed è questo il motivo che mi spinge a ripetere questo tour, percorrendo percorsi sempre nuovi anche all'interno di una città che vanta un millennio di storia, una città che ha saputo rinnovarsi e ripulirsi, facendo sì che angoli ormai degradati tornassero a splendere di luce propria.
Mamma grazie di avermi fatto nascere salernitano.


MUSICA DI SOTTOFONDO:

MY WAY - Fausto Papetti

9 set 2009

MEMORY

Nei giorni scorsi mi sono soffermato molto mentalmente intorno ad un concetto, l'aiuto che la tecnologia ci dà nella vita spicciola e quanto l'essere iperconnessi al web ci renda unici nel corso della storia.
Ormai siamo pieni di oggetti sui quali appuntare di tutto, capaci ad un'ora predeterminata di ricordarci l'evento programmato da mesi, il compleanno di un caro amico, l'appuntamento dal dentista o l'incontro galante, abbiamo demandato a questi attrezzi una parte di quel carico che davamo al nostro cervello.
Inoltre, con gli stessi strumenti siamo la prima generazione in grado di sapere cosa accade nel mondo in tempo reale. Internet è quel mezzo sensa il quale tu adesso non mi leggeresti naufrago e di sicuro sarà la base di tutto ciò che verrà nei decenni a venire. Ecco, io in questi giorni mentalmente mi raffrontavo con il me stesso di 20 anni fa, con l'allora imberbe e acerbo ragazzo che si affacciava alla vita e al lavoro. Era quello un mondo diverso, totalmente diverso e ringrazio iddio di vivere oggi, non so se sarei riuscito a produrre tutto ciò che ho fatto, senza l'indispensabile aiuto della tecnologia, ha indiscutibilmente sopperito a tutte le mie naturali carenze, colmato le lacune naturali.
Poi però un piccolo gesto è stato in grado di farmi ricredere o almeno di permettermi di sistemare il tiro rispetto alla questione.

Mi sono trovato a montare una libreria, era diventata per me indispensabile dovendo dare un posto degno di questo nome ai miei amati libri, che da poco mi erano stati riconsegnati in alcuni scatoloni. Fin qui nulla di strano, forse solo il tempo che ho impiegato per il montaggio del mobile, vista la mia incapacità a gestire le cose manuali, in questo ambito della vita sono sempre stato una frana, pensa tu ero negato anche nel giocare con il Lego (se ci pensi poi è paradossale la cosa, visto il mio lavoro).
Comunque una volta terminata l'opera di bricolage (speriamo regga), ecco giunto il momento di sistemare ogni singolo tomo al suo posto, ma come per incanto si accende la scintilla.
Avevo già spostato in passato i miei libri, letti quasi tutti in una dozzina di anni, testi di tutti i tipi e le specie. Ho quindi maneggiato di nuovo i miei adorati Camilleri e i Clancy, le collane complete allegate al Corriere della Sera e i pezzi unici, Montanelli e Salinger, Il vecchio e il mare e Io uccido, una moltitudine di autori e generi senza nessun legame logico tra di essi se non il mio piacere personale, ma li in quel mentre ha avuto magicamente inizio un viaggio fatto di ricordi, una camminata tra i fatti del mio passato remoto, pura memoria.

Vedi naufrago, la mania della lettura al momento assopitasi, ha inizio in una maniera a dir poco banale nel lontano Gennaio 1991, quando dovendo tornare in caserma a Viterbo dopo una licenza e non avendo praticato molto la libera uscita, decido di impegnare il tempo con un libro e non con uno qualsiasi. Mi dico che se devo far passare la naja rimanendo in caserma, lo devo fare spendendo il tempo nella lettura di un libro di grosse dimensioni. La scelta cadde su "I pilastri della Terra" di Ken Follet, oltre 1000 pagine, bene pensai, ci metto tutto il resto dell'anno tanto non sono uno che legge molto.
Povero sciocco, l'ho bevuto in meno di 15 giorni, ogni momento libero era passato a leggere della costruzione della cattedrale di Kingsbridge e da li è poi esplosa una vera e propria passione che mi ha portato a sciropparmi come minimo un lbro al mese. Penso di aver fatto la felicità di molte librerie e della mia edicolante dell'epoca.

Ecco l'altro giorno, mentre riaprivo ogni libro e un pò mi disperavo perchè alcuni di essi erano ingialliti, mentre sfogliavo quelle pagine mi sono trovato catapultato indietro nel tempo, al momento in cui per la prima volta ognuno di quei tomi era venuto in mio possesso e rivivendo quegli istanti che mi hanno poi formato fino a diventare quello che sono oggi e ho capito.
Ho capito che la tecnologia è solo un mezzo per ricordare il momento cui dovrà succedere una cosa o quando si è svolto un'incontro, ma le emozioni della nostra vita albergano solo in noi, sono parte del nostro io, ci pregnano e ci fanno agire, ci formano e ci fanno crescere.

I ricordi non hanno bisogno di un biip per venire a galla, non rispondono a un comando, ma necessitano di piccoli gesti per essere rivissuti. Ecco perchè mi sono ripromesso di sfogliare alcuni album di foto che ho recuperato a casa di mia madre o ascoltare quelle canzoni che non sento da tempo, voglio ricordare meglio com'ero per comprendere come sono.
Ed ecco anche perchè alla fine, un'operazione che avrebbe potuto essere svolta come una semplice mansione domestica, si è trasformata in un cerimoniale, una passeggiata fatta attraverso quindici anni di vita alla quale ho dedicato il rispetto che devo alle persone del mio passato, alle cose e alle situazioni che in quegli anni hanno plasmato l'essere che sono oggi. Ecco perchè forse oggi sono un uomo migliore di ieri, sono riuscito a rimuovere quella polvere che si era fermata su di me, la ruggine che aveva rallentato i battiti del mio cuore rendendolo forse un pò più arido e se è vero come è vero che una splendida donna è riuscita a farlo ripartire poco più di un anno fa, oggi lo sento battere come faceva quando avevo venti anni.



P. S.: Credo oggi, con questo post, di essere riuscito in una cosa che in passato è stata la mia cifra, una certa fluidità nel trascrivere i miei pensieri e quindi nella lettura da parte tua naufrago. So che l'autocelebrazione è qualcosa che non andrebbe fatta, ma credo di poter affermare che non solo il guardiano è tornato, ma che è quasi ai livelli che ti competeno e che ti aspetti da me.
So che nulla è dovuto, ma mi fa piacere renderti gradevole, interessante e coinvolgente il tempo trascorso in mia compagnia sull'isola.
Isola che come sai naufrago, sarebbe ancora più bella per me se tu mi lasciassi traccia dei tuoi pensieri.
A presto



MUSICA DI SOTTOFONDO

MEMORY dal musical CATS (solo piano)

7 set 2009

FARFALLE

Quando ti scontri con realtà che convivono con l'umanità da sempre, quelle capaci di togliere il fiato anche ai duri di cuore, cercare parole nuove per descrivere le emozioni comuni a tutti noi da millenni è probabilmente un'idiozia, un'inutile perdita di tempo.
In pratica una di quelle cose nelle quali casco spesso e volentieri, ma poi rinsavisco e a questo punto non posso far altro che raccontarti l'accaduto, senza aggiungere null'altro, un mero resoconto, ma spero di essere in grado di farti condividere il mio vissuto.


Sai naufrago, in questi giorni di tarda estate, il luogo deputato ad accogliermi quotidianamente per lavoro, una zona rigogliosa di alberi e distese d'erba, è stato meravigliosamente "infestato" da un incredibile numero di farfalle, non ricordo di averne mai viste così tante tutte insieme. Sono tre le specie che mi ritrovo ad osservare ogni giorno, uno spettacolo fatto di colori e leggerezza sempre nuovo che si ripete ormai da alcuni giorni.

Ed è per mea questo punto sempre più evidente che siamo noi uomini "i parassiti del pianeta terra". Vivendo questa incredibile esperienza mi sono reso conto che sono io con il mio lavoro ad aver invaso il loro territorio, perchè esse si muovono sicure e senza il timore che gli umani possano far loro del male (se solo sapessero che stiamo per deturpare il loro ambiente). Nel contempo però questa loro padronanza di ciò che le circonda mi rende fortunatamente partecipe della maestosa leggiadria di cui madre natura ha fatto loro dono.

Non ero più abituato a vedere questi splendidi insetti, anche perchè ormai tutto ciò che è natura incontaminata è sempre più lontana da noi uomini, distanza che stiamo aumentando snaturando sempre più il nostro mondo e lo facciamo stravolgendo ciò di cui ci è stato fatto dono. E pur essendo consci di aver ricevuto in regaloo un pianeta così bello e con così tante ricchezze naturali, imperterriti ognuno di noi, nessuno escluso, lo sta continuamente violentando con continui sprechi.

In un paio di occasioni, durante i giorni scorsi, ho vissuto l'esperianza di puro estraniamento, per interi minuti mi sono perso ad osservare il volo di questi esseri meravigliosi, singole oppure in coppia, le farfalle si muovevano con le loro ali, leggere, danzando libere nel cielo e instillando così in me il desiderio di una vita capace di donare gioia al prossimo e non solo dispiaceri o delusioni, cosa che mi riesce naturale ahime.
Colpito da tutto ciò, mi sono messo alla ricerca di un'idea per fermare nel tempo ciò che provavo. Avevo iniziato a scrvere le solite banalità, di cui è probabilmente zeppo questo blog, ma le ho trovate piccole, orrende, incapaci di esprimere le sensazioni che mi stavano percorrendo.
Ormai sconsolato dalla mia inettitudine mi sono messo alla ricerca di qualcosa che potesse almeno aiutarmi ad avere un'isprazione, a scovare quell'idea che mi sfuggiva e così mi sono imbattuto nel bellissimo video che trovi qui di seguito. Sono stato fortunato, non posso aggiungere molto alle immagini che vedrai, credo che davvero l'autrice di questo piccolo gioiello sia stata brava a rendere visibili le mie sensazioni, utilizzando tra l'altro una melodia a me cara per tanti motivi.

Quindi un sentito grazie a mary, che mi ha permesso di utilizzare la sua creazione per questo post e se volete vedere qualcosa di bello, ma anche ascoltare un pò di buona musica non vi resta che colegarvi al canale di ymaryang su youtube.

Buona visione, nella speranza che le mie emozioni ti possano raggiungere grazie a questo capolavoro e a questo mio banale sotterfugio.




4 set 2009

I WISH YOU WERE WONT






Allora, pensi di saper distinguere

il paradiso dall'inferno?
I cieli azzurri dal dolore?
Sai distinguere un campo verde
da una fredda rotaia d'acciaio?
Un sorriso da un pretesto?
Pensi di saperli distinguere?
E ti hanno portata a barattare
i tuoi eroi fantasmi?
Ceneri calde con gli alberi?
Aria calda con brezza fresca?
Un caldo benessere con un cambiamento?
e hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra
con il ruolo di protagonista
in una battaglia?
Come vorrei, come vorrei che fossi qui
Siamo solo due anime sperdute
Che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo anno
Corriamo sullo stesso vecchio terreno
E cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure
Vorrei che fossi qui


TRADUZIONE DEL TESTO I WISH YOU WERE WONT








Come spesso succede le belle melodie nascondono spesso dei testi altrettanto belli.


Dedicato a lei che SA

MUSICA DI SOTTOFONDO:

WISH YOU WERE HERE

2 set 2009

LONTANO DA OGNI SOLE

Anche se il caldo di questi giorni non ci dà tregua, seppure ci è sembrata davvero interminabile, quest'estate volge irrimediabilmente verso la sua naturale conclusione.
Un'estate come tutte le altre che l'hanno preceduta, fatta di corpi unti da oli abbronzanti distesi al sole con quel mix di narcisismo e vanità che un pò in tutti alberga. Un'estate colma delle solite stupidaggini televisive e di pizze mangiate sull'umida sabbia. In pratica ci siamo di nuovo trascinati in quel periodo dell'anno nel quale si ha voglia solo del nulla assoluto, mentre invece ci ritroviamo ancora più frenetici e stressati del solito.

Eppure si può con convinzione dire che è finita, a settembre riaprono (o almeno dovrebbero) le fabbriche ed è tempo di scampagnate fuori porta nei week end e non più sabbia e mare.
Tutto questo, ha assunto per me lo stesso valore della campanella a scuola, quella che dava inizio all'ultima ora di lezione del sabato, della quale non ricordo nemmeno il volto del professore o cosa tentasse inutilmente di inculcarmi, parole di burro perse nella mia mente che ormai già vagheggiava tra chissà quale impegni domenicali. Ecco settembre oggi a me si presenta così.

Però poi mi rendo conto che se dovessi fare un resoconto di questi mesi, ponendomi la solita domanda, "cosa mi resterà di questi giorni?", la prima risposta, quella immediata è proprio "un gran bel NIENTE". Però poi ci rifletto su e qualcosa quest'estate lo ritrovo dentro, un senso di assurda CONFUSIONE.

La vedo ovunque. La ritrovo intorno a me, creata ad arte dai signori della politica e dell'economia per non farci capire cosa succederà domattina ai nostri pochi soldi. La vedo nei rapporti tra le persone, uomini e donne che ambiscono a creare esclusivamente rapporti biodegradabili, di quelli usa e getta senza lasciare traccia ne alone, dialoghi che ruotano volutamente intorno all'indefinito, cosicche è facile poter accusare gli altri di aver travisato e vantarsi con il successivo interlocuore della propria RAGIONE, ormai viviamo in funzione dell'ultima parola. Vedo la confusione nei ruoli, i figli che non accettano di essere tali e i genitori che vogliono crescere con la propria prole pur di non essere gli adulti della situazione. Vedo settantenni confusi e ottenebrati dalle pasticche blu, che si dedicano improfumati alla poco nobile arte del culto del meretricio.

Sopratutto sono conscio e consapevole di quanto la confusione regni dentro di me, lo sono a tal punto che mi ritrovo a inventare vaghe e vane scuse per tutti i miei strambi comportamenti, mentre dovrei rendermi conto che è tutto un'inutile perdita di tempo, sono confuso.

Sarebbe quindi il caso di agire, ma non riesco a capire quale sia la direzione giusta da prendere qui nel mezzo del deserto che mi ha pervaso? tutte le strade mi sembrano buone, una sola però porta alla salvezza, ma quale? Ci vorrebbe una stella a indicarmi il cammino, ma una alla volta sono stato capace di segnerle tutte.
Sono così confuso che scambio gli incubi per sogni, che vedo il rosa dove è tutto segnato di nero. Mi rendo conto di aver sbagliato molti approcci e forse di essermi solo illuso di aver vissuto giorni favolosi, mentre nella realtà la matrigna cattiva continuava ad avvelenarmi con la sua mela, pensare che io tutto sono meno che una principessa da fiaba, al massimo potrei interpetrare l'orco.
Ci vorrebbe un soffio di vento, un segno, un sussulto, qualcosa che mi faccia capire dove nasce la notte che mi ottenebra per riuscire a prendere una boccata d'aria, per trovare un pò di pace.

Qualcuno definisce questa mia, crisi di mezz'età e sai naufrago potrei esserci davvero cascato in pieno, con tutte le scarpe, ma non so quali siano i segni e non posso di conseguenza riconscerla. So solo che tutto mi sfugge dalla mani, mentre vedo sempre più spesso che le persone che desidero con me si allontanano.
E' tutto così torbido, anzi tutto ciò che mi circonda è diventato nero e molliccio, un massa gelatinosa che mi ingloba e dalla quale a mia volta mi lascio inghiottire sensa fare resistenza.

Forse sarebbe più semplice se prendessi coscienza della verità, non sono un granchè come persona, o almeno non sono come mi illudo di essere. Sono semplicemente uno dei tanti ignavi che si dibatte nel tentativo di sollevarsi dalla massa, mentre è chiaro che ignavo sono e tale rimarrò. Probabilmente la svolta sta nel fatto che devo semplicemente arrivare a capacitarmi che non posso avere altro che aspettative comuni. Rassegnarmi al fatto che devo lasciare al prossimo il compito di fare la storia, anche quelle che riguardano per il privato, mentre io non posso far altro che sedermi ad osservarne lo svolgimento. Spettatore e non più protagonista della mia stessa vita.

Con lo sguardo accarezzo il faro che si eleva maestoso sulla mia scrivania, altro monumento all'innata capacità che ho di perdere le persone importanti, mi sa che davvero la mia presenza diventa imbarazzante con il trascorrere del tempo, a tal punto che chiunque preferisce troncare invece di provare a capirmi o anche semplicemente ascoltarmi.

Oggi, forse da un bel pò, va così. Poi domattina potrebbe accadere un evento inatteso che mi riapre il cuore donandomi nuovo slancio e la voglia di vivere il quotidiano, una luce che mi indichi la strada da percorrere, ma adesso la verità è che al termine di quest'estate mi sento confuso e infelice.

MUSICA DI SOTTOFONDO:


LONTANO DAL TUO SOLE - Neffa