18 dic 2014

DANK








Il tempo era passato inesorabile ed implacabile, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, attimo dopo attimo e senza rendersene conto era tornato di nuovo al punto di partenza, nel luogo metafisico dove tutto era iniziato e si era così reso conto che tutto era ancora come lì, nello stesso identico ordine in cui lo aveva lasciato, dentro e fuori di lui.

Aveva fatto un giro enorme, percorrendo strade, città, sentimenti, sguardi, baci, gioie e delusioni, vivendo il tutto con la stessa intensità di un bambino che si affaccia alla vita, che scopre la necessità di vivere in funzione di ciò che succederà domani e non più solo quello che succede in quel  momento, per ritrovarsi all'improvviso e senza nessun avviso alla casella del Via, quando pensava che fosse ormai solo un miraggio frutto distorto della sua mente. Eccolo di nuovo lì, ed era certo che di non sbagliarsi, quello era il suo tutto perché guardandosi intorno con attenzione ritrovava incise le sue emozioni ovunque, stralci di vita che lo circondavano e lo aggredivano, così come successe quella prima volta.

Era ormai senza fiato e questo succedeva non per la corsa o per l’emozione, ma semplicemente perché stava accadendo quello che mai si sarebbe aspettato nella vita o perlomeno in quel momento esatto della sua esistenza, stava toccando di nuovo con mano un sogno, una magia fantastica si stava materializzando davanti ai suoi occhi e per lui, che aveva perso la voglia e forse anche la necessità di vivere di sogni, tutto ciò era destabilizzante, di nuovo.

Eppure inconsciamente aveva voluto che accadesse, aveva desiderato, pur senza rendersene conto, che succedesse, perché dentro si se aveva subito quotidianamente l’intima necessità che si ripetesse quel miracolo. Una volta, lo ricordava bene, aveva vissuto di ciò e quel lasso di tempo della sua vita lo ricordava sicuramente come straordinario, ed ogni volta che tornava con la mente a quel periodo, lo assalivano immagini a cui avrebbe voluto dare un seguito o  anche un nuovo inizio, a secondo dei punti di vista.

Ed ora ecco che stava succedendo, inspiegabilmente stava succedendo di nuovo, ed era come trovarsi immerso in una vasca riempita esclusivamente di gioia immensa, eccola l’immagine perfetta per raccontare quel momento


stava nuotando in un mare di fatto di solo di dilaniante felicità


un momento unico ed irripetibile, ed era sicuro che sarebbe rimasto tale, almeno fino alla prossima volta che sarebbe successo, perché sapeva, che comunque sia, persone come lui non si sarebbero mai potute negare di nuovo, ed ancora e poi ancora un istante del genere.
Ed allora si fermò, immobile, girò la testa lentamente a destra e a sinistra, socchiudendo gli occhi per evitare che il riverbero del sole togliesse nitidità  e forza a quelle sue visioni, ed assaporò l’aria che era pregna di mille profumi. Lui era nato per essere lì in quel momento, in quell’istante non avrebbe potuto essere altrove e fece quello che doveva fare, alzò gli occhi al cielo e senza paura nè vergogna, urlo a squarcia gola dentro di se


“Grazie Dio, per tutte questi esseri stupendi che mi circondano, che tu hai chiamato donne, ma che per me sono gioia di vita. Grazie per mia figlia, per mia madre, per la mia sorella di sangue e quella di cuore. Grazie per la donna che amo disperatamente e per la quale potrei fermare il vento, se solo lo volesse o capisse quanto la amo, da anni e per quanti anni ancora lo farò. Grazie per le donne che mi detestano e quelle che mi sopportano. Grazie per quelle che incontro e quelle che non incontrerò mai. Grazie per ogni sorriso che mi sanno regalare e per quelli che mi negano. Grazie per quelle non mi hanno capito e mi hanno inchiodato all’incrocio dei venti e per quelle che invece mi regalato l’immenso, racchiudendolo in un semplice bacio. Insomma Dio, grazie di averle create”




2 commenti:

  1. Grazie a te che esisti.
    Grazie da parte mia e credo da parte di tutte le donne.
    Sister

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