Sono e sarò spesso in viaggio per colpa o a causa del mio nuovo lavoro, continuamente in giro, con
mete distanti e diverse tra di loro.
Ci saranno incontri, scontri, persone, dialetti, litigi e
risate.
Esperienze.
Mi piacerebbe ricordarle, con un po' di leggerezza fin quando mi sarà possibile farlo e quando non potrò esserlo a causa degli eventi, cercherò di riportare comunque ciò che mi ha segnato.
Non scriverò un diario, ma sarà sicuramente un divertimento per me e spero lo diventi anche per chi lo leggerà
Sarà un modo per riprendere a scrivere con frequenza, sarà un modo per
coltivare un talento acerbo (riporto una constatazione che mi è stata donata da chi vende parole per mestiere), sarà un modo per far si che il guardiano riprenda a pubblicare, perché
ora avrò anche il tempo per farlo, ma soprattutto ho voglia di farlo.
Questo è uno di quei post che non avrei pensato mai di dover scrivere, ma è successo qualcosa di inatteso ed eccomi qui.
Ieri il mio blog è stato hackerato e sotto i miei 'scarabocchi' è comparsa una serie di bandiere ucraine e la scritta NO WAR, estremamente invasiva, esageratamente invasiva.
SONO APERTAMENTE CONTRO GUERRA, ma era diventato tutto illeggibile ed era come veder buttato tutto al mare in un attimo, mi faceva male e mi sono attivato immediatamente.
Ho quindi cambiato grafica al blog, ne ho impostata una minimale, comoda per la lettura, elegante e tale che in futuro mi potrebbe anche consentire qualche simpatica variazione, che mi riservo di utilizzare. Capirete.
Quindi eccoci qui, dopo alcuni anni è cambiato di nuovo il blog o perlomeno oltre suo aspetto, è la prima volte dal 2010 che curo io l'impaginazione (prima provvedeva una grafica di professione), il risultato mi sembra gradevole.
L’amore
è la voglia naturale di condividere anche i momenti stupidi della propria
esistenza, oltre che quelli seri, con una persona soltanto, lei e nessuno più
al mondo. Quella necessità per la quale ti senti di doverla chiamare per farle
sentire il pezzo di un brano o anche stonatamente cantarglielo a squarciagola
se ti va, perché sai che dall’altra parte ci sarà comunque un sorriso ad
accoglierlo. E’ la consapevolezza che non dev’esserci per forza una tavola
imbandita e delle pietanze speciali ad attendervi per cena, ma vanno bene anche
pizzette e birre in macchina, basta che sia rispettata l’unica regola
fondamentale che vi siete dati, essere insieme tutte le volte che è possibile,
sempre e comunque.
L’amore
non perde forza, se entrambi lo vogliono e sono capaci di rapportarsi al compagno
mantenendo intatto il proprio lato infantile, perché è solo dei bambini l’amore
puro e incondizionato, quello che non utilizza il cervello, che è istintivamente
portato a cercare una forma di tornaconto, ma lasciano fare al cuore, che
sbaglierà pure ad agire, se guardato con occhi adulti, ma che sarà sempre
sinceramente innamorato e quindi perfetto per la persona che ami.
L’amore
è non tenere in nessuna considerazione i giorni in cui non ci sia stato un incontro,
la regola è cancellare le assenze e vivere solo delle presenze, perché è
insieme che si costruisce e si solidifica la coppia, che si crea la storia
comune, fatta anche di banalità, ma che assumono un valore incredibile per
entrambi, attimi che resteranno comunque pietre miliari di un percorso di vita
L’amore
è ricordare il suo sapore, il suo odore, avere ben impresso ogni suo dettaglio,
cercando invano di dominare sempre quella tremenda voglia di tornare alle sue
labbra, al suo corpo, per tornare ad essere di nuovo un solo essere perfetto, quello
che si crea quando l’estasi disegna nuove forme di piacere nello spazio, la sostanza
più pura della bellezza che si possa creare al mondo, momenti di assoluta
perfezione, che si imprimono indelebili in ogni angolo della memoria.
L’amore
non è mai banale, anche se a qualcuno sembra semplice, perché non è sui teoremi
che si costruiscono i sentimenti, ma è sulla genuinità delle proprie azioni che
si può far nascere e fortificare qualcosa di indissolubile
L’amore
è coraggio, tanto coraggio, tutto quello che ci occorre per fidarci di un’altra
persona quando del passato tutto ci fa male e la forza che ci serve, non è
quella che ci occorre per provare di nuovo fiducia in un altro essere umano, quanto
capire che la vera sfida è di affrontare a testa alta un’altra probabile
delusione e scoprire poi, giorno dopo giorno, che abbiamo ripreso in toto la
nostra vita, con un sorriso nuovo sulle labbra.
L’amore
è averla qui accanto a me, anche se adesso in realtà lei è altrove, ovunque ma non
è qui, perché seppure non lo sa e non può nemmeno immaginarlo, è lei che ha
scritto tutte queste parole per me.
Ci sono dei
rituali domenicali a cui ormai non mi sottraggo e questo non per pigrizia o
banale abitudine, ma perché si sono sedimentati ed affinati a tal punto nel
corso di questi ultimi mesi, che riempiono piacevolmente la mia domenica
mattina. Consuetudini che mi liberano dallo stress della quotidianità
lavorativa e dal logorio di questa realtà fatta di velocità, maleducazione,
arroganza e presunzione, aiutandomi nello stesso tempo a ricaricare la mia
batteria interna, in vista della settimana che poi dovrò affrontare.
La sveglia è
immobile e silenziosa, la colazione esclusivamente al solito bar, le telefonate
irrinunciabili quelle che fanno bene al cuore, la passeggiata sul lungomare ed
infine l’aperitivo sempre allo stesso bar, quando la mia solitudine lascia il
passo ad una speciale compagnia. In questo inverno che si è travestito da
primavera, mi godo così ogni volta queste repliche settimanali di quanto già
avvenuto soltanto sette giorni prima, perché ogni volta tutto si rinnova, tutto
è diverso, sembrando soltanto lontanamente qualcosa di già accaduto.
Ecco, la
bellezza che ritrovo in questi gesti, consiste sostanzialmente nel fatto, che
seppure sembrano soltanto dei dejà vù, essi riescono a vestirsi sempre di nuove
emozioni, regalandomi sorrisi diversi da quelli già vissuti, così che tutto si
trasforma in qualcosa di mai provato in precedenza. Una cosa che somiglia
soltanto lontanamente a ciò che già c’è stato. A volte basta poco, un sorriso
di un bambino che muove i primi passi, una coppia di ragazzi distesi al sole a
godersi queste splendide temperature o anche un pallone rincorso da dei
ragazzini, semplici momenti di vita altrui, che rasserenano anche la mia.
Vivo così, con
un sapore diverso, anche le azioni più banali, quelle che ripetiamo ormai quasi
senza accorgercene, come i passi, quelli messi in fila uno dopo l’altro, perché
la sostanza di quelle passeggiate cambia quando finalmente realizzi che la
domenica i passi si godono con piacere e calma, guardandosi intorno, vedendo le
persone, scrutandole, osservandole e non solo per vederle e quindi scansarle,
come facciamo di solito quando il nostro solo obiettivo è raggiungere chissà quale
meta inutile, no vederle per conoscerle o anche solo poi riconoscerle in
futuro, avere il tempo di fermare delle persone nella mia memoria e non vedere
tutti gli altri come delle sagome che occupano uno spazio.
Ho anche avuto
il modo di riscoprire il piacere di percepire sotto la suola delle scarpe la
sabbia di quella spiaggia, dove chissà come e chissà perché giungo ogni volta,
come se la voce di Leucosia o Ligea mi attraessero inconsciamente sin lì.
Perché questo inverno anomalo, figlio del cambiamento climatico, ha aumentato a
dismisura il numero di domeniche soleggiate e diventa naturale avere come meta
gli scoglio la battigia del mio
litorale e sono così molte di più le volte che incontro qualche ragazzo disteso
al sole ad abbronzarsi, che quelle in cui vedo gente ripararsi con un ombrello.
Ed infine non
sto qui a raccontare della mia ultima “ossessione”
i campari spritz con stuzzichini, quelli che ogni volta mi sembrano troppo
pochi e tutte le volte penso che forse era il caso di andare in quell’altro bar,
si l’altro bar, quello lì, quello dove servono anche qualche salume o dei
rustici più freschi sul tagliere, ma poi immancabilmente ricordo che questa è
soltanto una leggenda metropolitana, eventi che chissà perché accadono agli
altri tutte le volte però non ci vado io a quanto pare, visto che quando per
qualche casualità davvero cambio, me ne pento immediatamente o immancabilmente?
Entrambe, decisamente entrambe.
La verità, la
mia verità, è quindi da ricercarsi nel fatto che a me probabilmente basta poco
per emozionarmi ed anche nella routine riesco a trovare delle ragioni per
divertirmi o per rasserenarmi quel tanto che basta che la domenica mi riesca a
ricongiungere con la parte più serena della mia anima, donandomi nuova linfa e
la voglia di vivere una nuova settimana, riappropriarmi così del valore del
tempo libero.
La difficoltà di avere una buona ispirazione, non è in quello che si scrive, ma in quello che si prova quando lo si fa, perchè seppure è vero che le parole sono infinite esse stesse sono allo stesso tempo ormai finite, perchè ormai utilizzate da tutti in ogni modo possibile. Abusate, vilipese, quasi stuprate, perchè utilizzate da chi non le conosce, non le ama, da chi non ha nessuna coscienza del loro significato, arma per offendere e non più mezzo di comunicazione, ecco a questo punto la vera differenza è appunto in ciò che ci spinge a scrivere. l'ispirazione e chi la suscita.
Io non so se sono tornato, come Guardiano intendo, ma di certo avevo la voglia e la necessità di fermare nel tempo e nello spazio i versi che seguono e seppure mi ritrovo a ribadire per la miliardesima volta che non sono un poeta, per me questi righi sono importanti, perchè figli della voglia prepotente di comunicare questa mia ispirazione a chi mi legge e soprattutto a chi è dedicata;
Ti sento addosso, delicata,
come una bianca camicia che mi abbraccia dolcemente
e così semplicemente, mi rendi migliore
perché come avvinto tra le tue braccia,
ritrovo finalmente la perduta serenità negli anni;
Sei acqua di mare,
che bagna i miei piedi in un'assolata giornata di inverno,
capace di regalarmi brividi sempre nuovi,
anche se avvolti da antiche
emozioni
perché hanno il sapore dolce ed amaro della tua pelle della tua schiena;
Sai essere ghiaccio bollente,
che brucia di gioia assoluta nelle vene.
Sei passione che mi nutre,
cibo irrinunciabile,
infinito ardore in ogni istante del nostro tempo;
Come una musica che mi nasce dentro,
io non ti sento, ma ti vivo in maniera naturale
lasciandomi cullare da questa melodia unica,
cucita con le note della tua voce,
torrida come solo le tue labbra innamorate sanno essere;
Sei il solo pensiero scolpito nella mia memoria,
ogni volta che mi sento solo,
perché sei l'amore da cui voglio tornare,
da quando ho deciso che tu sarai la mia metà migliore,
Non sei stata di sicuro la prima volta che ho incrociato l'amore nella mia vita, ma di certo voglio tu sia l'ultimo volto che assocerò all'amore durante la mia esistenza
Questa è un'affermazione davvero molto semplice, fatta poi da un uomo raggiunge immediatamente ed in maniera facile il suo scopo, creare una sorta di affinità e di empatia tra tutte le colei che l'ascoltano (tutte le donne che stanno vedendo il film) e la trama della pellicola. A quel punto il gioco è fatto e la storia si può sviluppare facilmente.
Sia ben chiaro, il film si lascia vedere, ha degli spunti interessanti, ha meritato comunque di avere un seguito, seppure in forma di serie TV, ma così è davverovincere facile ed è un pò il gioco con il quale gli Heathers e chi crea fake news utilizzano per guadagnarsi like ed entusiasmi sui social.
Creare uno pseudo nemico comune, l'uomo nella circostanza, unisce gran parte della platea all'ascolto e la rende partecipe della storia, quasi la trascina come una singola grande entità lungo tutta la storia, perché poi sostanzialmente ogni donna ha avuto a che fare con delle delusioni e ritrova in quella descrzione un tipo di uomo in parte simile a chi l'ha ferita e anche chi non si è affrancata da quel legame, resta insoddisfatta e quindi viene ancor più trascinata e coinvolta nel film.
Lo stesso succede con l'odio da tastiera, è facile creare un nemico che non si può difendere, perchè se invece di attaccare un singolo, si prende di mira un'entità per certi versa astratta, che ha avuto degli appartenenti che ha commesso gravi errori, non viene difficile riscuotere dei consensi. I politici sono tutti ladri, il vaccino non è poi così sicuro, la polizia non ci difende, la Salerno Reggio Calabria non è finita, gli uomini fanno tutti schifo, i preti sono tutti pedofili etc etc. Facile sparare nel mucchio, dove qualche situazione eclatante ha creato lo scandalo e vinco facile, ma in realtà non è così.
L'autostrada del mediterraneo non è affatto male, anzi per essere gratuita è davvero notevole, se tenete poi conto delle difficoltà che si sono riscontrate per realizzarla, prima di criticarla studiatela (clicca qui).
I politici non sono tutti ladri!!!!! In realtà io sono convinto che loro, come tutti gli esseri umani, fanno i propri interessi, ma sfido chiunque di voi a fare solo il bene pubblico ed in maniera disinteressata potendo ricoprire quel tipo di ruolo e se qualcuno si azzarda a dire il contrario, sappiate che il naso vi sta crescendo come novelli Pinocchio e d'altra parte non vedo quasi mai nessuno che li condanna pubblicamente facendo nomi e cognomi in maniera circostanziata, ma vedo tante persone che li cercano per tutti gli aiuti del caso.
Pensateci, milioni di ecclesiasti e 100 o 1000 casi di pedofilia che fanno storia, ma non se analizzate il complesso essi non scalfiscono nemmeno la scorza delle cose buone che fanno tutti gli altri in giro per il mondo, missionari al servizio degli ultimi e preti di frontiera.
Ed infine non sto qui a perdere tempo per difendere il vaccino e le forze dell'ordine, vi invito a fatr una seria analisi di coscienza e guardate i numeri che li riguardano e solo dopo chiedetevi quanto staremmo peggio senza di loro che ci proteggono.
Gli uomini? Siete davvero così convinte che solo il 5% degli uomini siano quelli decenti? Non penso. Credo che la vita ci abbia delusi, tutti, donne ed uomini e sono convinto che a volte le illusioni ce le siamo creati noi, da soli, vedendo colori lì dove c'erano solo tonalità di grigio, salvo poi riversare sugli altri la colpa delle nostre illusioni e speranze. Perché spesso ci perdiamo nel bello, nella novità, nell'entusiasmo, salvo poi non avere il coraggio di fare quel passo indietro necessario quando ci rendiamo conto che sbagliamo, restando incatenati in storie che che ci feriscono costantemente, di cui diamo la colpa agli altri. Perchè pensateci un attimo, lo stesso monologo può essere ribaltato come genere e riguardare le donne sortendo lo stesso effetto o pensate che la totalità del genere femminile è come Santa Maria Goretti agli occhi degli uomini e anche delle atre donne? Se proprio vogliamo dirla tutta.
Eccomi quindi alla conclusione. Sparare nel mucchio senza mirare, ma puntando al corpaccione è facile, creare odio o comunque un sentimento di diffidenza generalizzato è un'operazione davvero semplice, ma chi ha gli elementi per comprendere che la verità può essere altra ed una testa per pensare non solo non dovrebbe alimentare questi sentimenti, ma altresì dovrebbe spendere per aiutare a capire chi ha meno elementi per farlo. Lo so da me che è un'utopia, ma io non mi rassegno a pensare che questo sia il tempo degli odiatori, io sono dell'idea di De Crescenzo, che dobbiamo essere uomini d'amore.
P. S. Ogni uomo che in qualche modo vi piace e vi affascina, quando lo conoscete lo collocate in quel gruppo chiamato cinquepercento, la frequentazione casomai lo fa scivolare nelle quotazioni, forse dovreste iniziare a capire che non esiste l'uomo perfetto (nè la donna perfetta, nemmeno chi mi sta leggendo lo è), ma esiste la volontà di amarsi ed è solo quella che fa la differenza, per uomini e donne.
L'ispirazione, a volte, è molto semplice come questa e sicuramente non raggiunge vette elevate, poi per chi come me, si riapproccia ad una tastiera dopo tanto tempo, ne occorre molto altro di tempo per riuscire di nuovo a scrivere bene e in maniera interessante, ma se mai comincio, mai riesco.
Buona lettura e semmai dovesse piacervi, condividete il link, grazie.
La bocca si muoveva lenta, alla ricerca di ogni singolo
ricciolo di cioccolato all'arancia, quelli che erano ancora sparsi sul morbido
corpo della sua compagna. La punta della lingua seguiva una scia fatta di
efelidi e di sapori ed accarezzava cosi delicatamente ogni millimetro di quella
pelle tanto desiderata, godendo del piacere di ogni gusto che scorgeva lungo
quel tragitto sensuale, cercando nello stesso momento di stimolare nuovi
piaceri e agrodolci sensazioni.
Non aveva lesinato energie e si era offerto con tutto se stesso, mentre proseguiva in quel viaggio alla ricerca dell'appagamento primordiale che solo il cibo e la passione amorosa sanno risvegliare, condividendo ogni sensazione con lei musa e complice appassionata, lei che non era affatto fuggita da quel momento di intenso piacere condiviso, attrice protagonista di quel sogno proibito, superficie e allo stesso tempo fulgida sostanza di quel pasto prelibato, lei, che aveva desiderato lasciarsi sopraffare da quel delirio dei sensi, gemendo di piacere quando aveva sentito le labbra ghermirle delicatamente la sommità dei seni, così come aveva fatto scorrere lentamente i polpastrelli lungo la sua schiena nuda, alla ricerca dei tasti giusti per rendere ancora più intensa ed ardente quella sinfonia, fatta di pelle e papille gustative.
Non si stavano concedendo, la loro era una vera e propria fusione, dove il cibo afrodisiaco, fino a quel momento era stato soltanto una scusa per cercare nuovi modi per risvegliare primordiali. Un gioco erotico a cui nessuno dei due si era sottratto, anzi al quale avevano intenzionalmente alzato la posta, istante dopo istante, cercando di elevare così il reciproco piacere, fino a vette che ancora non avevano esplorato. Il fatto stesso, che ancora dopo tanto vissuto, cercavano di scovare nuove strade per regalarsi vecchie sensazioni, faceva loro comprendere quanto quello che poteva sembrare soltanto un sogno folle e condiviso, fosse invece sempre più una solida realtà, la base e sostanza dei loro giorni, quella complicità totale che condividevano anche nei più intimi dei loro desideri.
Erano stati coppia in tutto e per tutto da quando si erano scelti e voluti.
Perle di cacao, che ancora profumavano di agrumi e qualche sentore del pregiato vino che avevano bevuto, si lasciavano scovare sul suo ventre, così che la bocca potesse carpirne tutta la loro essenza, mista al sapore di pelle impregnata di profumo e intimi sapori, così da rendere triplo il piacere che li stava sopraffacendo. Una miscela condita di tenue femmineo piacere e tratti di arancia.
Entrambi ardevano di passione e tutto questo intenso vivere che si stavano regalando, allontanava sempre di più la morte dalle loro esistenza, perché tanto amore ed ardore meritavano il massimo rispetto da parte di chiunque per quanta vita fosse lì presente. Quel luogo dove ogni respiro era sostanza stessa e nuova forma di espressione del loro desiderio, uno spazio ancestrale posto in un eremo dove il mondo non poteva in nessun modo arrivare, per poter sporcare tanta pura bellezza.
Il cibo era oramai terminato, ma la loro ricerca del gusto non si era affatto arrestata. Inconsciamente entrambi avevano compreso che dovevano sublimare quel momento, che era stato a tratti irreale ed ora stavano per completare quel percorso, assaporandosi quanto di più possibile, lì fino al punto più intimo che l'altro potesse donargli. Erano alla condivisione del piacere massimo che quel momento potesse provocare e quindi senza sosta cercarono di elevare i reciproci desideri sino al punto di non ritorno, quando il piacere stesso diventa palpabile e si offre al palato altrui, così da gioire e vivere insieme delle loro intensità, fino a soddisfare definitivamente quella loro voglia di peccato di gola.
Ciao navigante, mi consento una piccola premessa a questa mia nuova avventura.
Avevo voglia di scrivere (l'ho sempre avuta in realtà) ed ho provato a riannodare i capi della mia ispirazione, sperando che mi portino da qualche parte e per ricominciare, mi sembrava il caso di farlo all'interno della mia comfort zone, quella nella quale mi riesce facile esprimermi, la mia isola.
Ci provo di nuovo, non so cosa ne verrà fuori, ma ci provo
Il sacchetto che conteneva i tranci
di pizza, era ormai pieno soltanto dei tovaglioli di carta unti, accartocciati
su se stessi e gettati lì dentro alla bene e meglio, per poter poi essere
cestinati in un secondo momento. Due Messina vuote erano appoggiate sulla
sabbia e la terza era prossima a seguire la stessa sorte. Avevano scoperto
quella birra per caso, una sera a cena ed il retrogusto di sale, che rimaneva
impresso sulla lingua, ogni volta che il sorso lasciava la bocca, era quel
qualcosa in più che l’aveva fatta diventare immediatamente la loro prima
scelta, ogni volta che ne avevano avuto la possibilità.
In
realtà, se solo si fossero soffermati a pensarci su per qualche istante, molto
di ciò che stavano vivendo, era qualcosa su cui loro non avevano avuto nessun
tipo di controllo. Lo era stato il modo in cui si erano conosciuti, così come
il loro primo incontro, quando si erano piaciuti e poi baciati con un’infantile
spontaneità, che aveva dato loro l’impressione che si fossero soltanto trovati,
dopo tanta attesa. Da quel momento in poi non si erano mai più persi di vista,
giorno dopo giorno, ogni santo giorno, dal momento in cui avevano fatto
irruzione nelle rispettive vite. Ed era dovuto al caso anche il modo in cui
avevano scovato quel luogo, la loro isola felice, una spiaggia isolata, immersa
nel caos cittadino, lì dove erano contemporaneamente fuori da ogni logica di
spazio e di tempo, pur essendo al centro della loro città e pensandoci bene, la
sola cosa sensata di tutta quella vicenda, era il modo in cui l’avevano
arredata o meglio, come si erano comodamente organizzati, ogni volta di più.
Si, perché quella notte non era la prima volta che si rintanavano lì e non
sarebbe stata di certo l’ultima.
Quella
sera, poi, non c’era la luna nel cielo a rendere il tutto romantico, ma non per
questo avevano l’impressione che intorno a loro ci fosse desolazione o buio.
Infatti, il ristorante del vicino stabilimento balneare, involontariamente,
regalava loro la giusta atmosfera, fatta di luce soffusa e musica di
sottofondo, accompagnando le parole e sottolineando i silenzi, nei quali di
tanto in tanto si ritrovavano immersi, quegli attimi in cui i loro sguardi si
perdevano, uno negli occhi dell’altra. Per la verità non era qualcosa che
capitava spesso il silenzio, avevano sempre qualcosa da dirsi, d’altronde
avevano così tante cose da raccontarsi. Erano state le loro, due vite vissute
molto intensamente, ma quando le voci riposavano, le labbra non si fermavano,
perché si cercavano vogliose, per essere impegnate con torridi baci.
Da
una sorta di finta lontananza, giungevano i rumori della città, auto che
correvano festose sul notturno lungomare, lasciando rimbombare nell’aria tormentoni
spagnoleggianti, che seppure provenivano dalla strada che li sovrastava, grazie
alla loro posizione sottoposta, diventavano quasi piacevoli all’ascolto.
E cosi, ogni
volta che potevano, sparivano tra la gente senza che gli altri potessero
accorgersene, loro riuscivano semplicemente ad estraniarsi dal mondo che li
circondava e vivevano questa nuova stagione della loro esistenza, godendo di
quest’amore adulto, consapevole, con lo stesso entusiasmo travolgente di due
ragazzini ed il piacere che solo due persone mature, che hanno vissuto tanto,
sanno regalarsi.