24 gen 2018

PER SEMPRE









La luce mistica di una lampadina lontana, attraversava lo spazio intorno a loro, rimandando sul soffitto inclinato di quella strana stanza, le ombre dei loro corpi che si desideravano senza paura, chiaroscuri che nulla avrebbero lasciato all'immaginazione, il tutto mentre l'aria intorno a loro era impregnata di quella dolce sinfonia creata dalle loro labbra che si cercavano senza sosta, note che rendevano viva la melodia più intensa che si fosse mai udita nell'intero universo.


Nei loro occhi orizzonti infuocati, ardenti come il desiderio che li aveva immediatamente pervasi, ritrovarono in solo attimo la stessa passione che già li aveva resi felici in passato, così che compresero immediatamente che il tempo trascorso, era stato solo una lunghissima parentesi che li aveva portati sin lì. Quei giorni, quegli inutili mesi nei quali si erano disperatamente mancati, adesso erano meno che nulla. Ora il passato era un ricordo sbiadito, ora contavano solo loro e quella estrema voglia di appartenersi, la stessa che li aveva tenuti inconsciamente insieme, saldando le loro anime l'una all'altra per sempre.


Lei era stata sin da subito sicura, consapevole, certa che quello fosse per davvero il suo uomo. Lo aveva sentito suo già nell'istante stesso in cui lo aveva incontrato quasi per sbaglio e seppure aveva dovuto attendere oltre il lecito, perchè quell'incontro prendesse forma, vita, adesso che nulla più si poteva intromettere tra di loro, adesso si stava inconsciamente donando con un'intensità estrema, provando emozioni e piaceri che le erano stati quasi sconosciuti fino a quel momento della sua esistenza, perdendosi in quei sospiri così intensi, che aveva l'impressione di poter respirare e vivere soltanto del desiderio che lo stava animando. 
Ora, soltanto ora aveva capito, che tutti quegli abbracci a cui aveva dovuto rinunciare, erano stati  un falso ostacolo ormai lontano, il presente ed il futuro avevano il sapore buono della pelle di quell'uomo, finalmente suo.


Lui era frastornato, incredulo, felice, sentiva quel corpo caldo e morbido  che si faceva suo, vedeva quella pelle delicatissima e profumata che gli si offriva candida, così da poterne baciare delicatamente ogni singolo millimetro e ancora non riusciva ancora a credere che tutto ciò fosse davvero possibile. Quella splendida dea non aveva più segreti per lui, ma tutto ciò non solo non lo appagava, come sarebbe successo normalmente a qualsiasi altro uomo con una qualsiasi altra donna, ma bensì accresceva in lui il desiderio di renderla felice, regalandole il più intenso dei piaceri. Si stava sempre più rendendo conto che lo scopo intero di tutta la sua vita futura sarebbe stato quello di renderla serena ed appagata. 
Lei era davvero come un buon bicchiere di Porto, di quelli invecchiati con cura in botti piccole, per far si che quel fantastico liquore potesse assumere tutte le fragranze e le sfumature del ciliegio, cosicché, goccia dopo goccia, potesse poi sprigionarne il sapore ed il profumo intenso, intriso di  distillato puro di felicità.


Non si erano mai cercati e probabilmente nessuno dei due, nella sua vita precedente avrebbe mai immaginato una tale situazione o una condizione che li potesse spingere fin lì, ma alla fine si erano trovati e di una sola cosa erano sempre stati certi sin da subito, che l'uno non era comunque mai stato straniero per l'altra. Era come se le altrui assenze, fossero state solo delle presenze rimandate nel tempo, a quel momento, a quell'istante privo di difetti nel quale nulla era errore, niente era sbagliato, tutto era perfetto. Una passione completa, un amore da tramandare ai posteri come una di quelle vecchie favola con il lieto fine. Un amore di quelli che sbocciano impetuosi come i fiori che nascono nell'asfalto, senza un senso, senza un motivo, ma forti, perchè la vita è così, trova sempre il motivo ed il modo per rimettere in ordine il caos nel quale veniamo catapultati al momento della nostra nascita.


Lui la baciava, la sentiva sua e adesso non poteva più smettere di vivere di quei suoi movimenti lenti ed intensi, che come un valzer ballato senza musica e distanza, fondeva i loro corpi, come se fossero stati disegnati millenni prima da un Dio supremo, per amalgamarli senza difetti in quel momento unico. In quell'istante avevano tutti e due diciassette anni e allo stesso momento, avevano quarantanni ed avrebbero vissuto quell'intensità unica, fin quando non avrebbero poi avuto tutte le età del mondo, perchè il mondo stesso gli apparentava, figli e genitori di un'estasi indefinita ed infinita.


Un brivido caldo attraversò improvviso i loro corpi, intenso come una scarica da 500.000 kw, un fulmine che bruciò le loro ultime resistenze all'onnipotenza dei sensi, semmai ancora ne avessero celate chissà dove nelle loro anime. Una tensione che nulla aveva avuto a che vedere con l'eros, che comunque sia sentivano palpitante e vivido che in ogni loro gesto. No quel brivido era stato piuttosto figlio di una folle utopia che si stava facendo verbo, incarnandosi in loro in quel preciso istante, adesso che le attese erano terminate, adesso che tutto in quella stanza urlava l'uno l'altro, ti amo e lo farò per sempre.





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