18 set 2009

KABUL 17 SETTEMBRE 2009 - R. I. P.

Questo blog, nel passato ormai remoto, di tanto in tanto gettava un occhio sulle cose che succedevano quotidianamente intorno a noi, rileggendole qualche volta in chiave ironica come per il fatto del monsignor Milingo e consorte, oppure ragionando intorno agli eventi.
Poi il tiro si è spostato e di fatto mi sono posto al centro dell'attenzione, portando a galla pensieri e parole private, ponendole al centro degli scritti e rendendole il fulcro di quest'isola. Forse è stata una maniera semplice per riuscire a coinvolgere chi è naufragato qui su questa spiaggia, parlando di ciò che provo riesco a far arrivare le mie emozioni e il mio pensiero, rendendone quindi parte attiva il lettore.
Questo però non significa che mi sono disamorato dell'attualità, anzi continuo a dissacrarla quando posso o a farmi trascinare dalle emozioni quando queste sovrastano il tutto. Un esempio su tutti, l'ultimo e più vicino a noi, il lutto che penso di poter affermare ha colpito l'intera nazione. I sei soldati morti in quel di Kabul, sono decisamente un altro tragico contributo che abbiamo lasciato sul campo della pace, figli, fratelli, parenti e non connazionali, uomini che ci devono rendere orgogliosi di vivere in una nazione come l'Italia.
Quello però su cui vorrei "ragionare" non sono le regole d'ingaggio delle nostre truppe in quella terra sconsolata o se è un bene o è un male che esistano missioni di pace di questo tipo o di qualunque altra cosa che riguardi la strage di Kabul. L'argomento che mi interessa sottolineare è che questa vicenda pone per l'ennesima volta al centro della questione la mancanza da parte della politica italiana dell'interesse verso i fatti che ci riguardano.
Il problema di fondo è che oggi la scena mediatica (ormai di politico c'è poco) è OCCUPATA in maniera esclusiva dai fatti che riguardano un singolo e volenti o nolenti tutto ruota intorno ad essi. Alzi la mano chi ieri mattina aveva rivolto un pensiero agli uomini che sono in Afghanistan o in libano? eppure lì le morti dei militari aumentano in maniera esponenziale di anno in anno. Ditemi onestamente chi si è interessato a quante sono le famiglie che realmente abitano nelle casette in legno ad Onna? L'altra mattina tutti ci siamo sentiti coinvolti dai dati auditel che esaltavano la scelta degli italiani per il giovane Garko rispetto allo stagionato premier. Il problema a mio modestissimo avviso è appunto questo, finchè ci concentreranno quotidianamente sui fatti che riguardano il singolo, la nostra nazione continuerà ad andare a sfracelo.
A nessuno interessa niente che ci sono uomini trattati come bestie, costrette a massacrarsi per la raccolta dei pomodori o dell'uva. Ci sono intere famiglie che vedono i propri cari abbarbicati sulle fabbriche o in cima al Colosseo, ma l'evento ha fatto notizia solo la prima volta, gli altri che si arrangino. Quanti sapevano realmente che i mafiosi abitualmente affondano le navi piene di rifuti tossici? ce ne siamo accorti solo perchè qualcuno ha parlato, ma a quanto pare non è un singolo fatto quello accaduto a Cetraro, ma una prassi consolidata negli anni.
Ecco un altro grave nostro difetto, siamo ormai abituati a interessarci di ciò che ci riguarda in funzione del passato, senza programmare le cose, senza pensare in anticipo alle eventualità, gridando allo scandalo e allo scatafascio solo un minuto dopo e per il tempo strettamente necessario a fare notizia, salvo poi dimenticarcene fino al prossimo evento. A me il Bossi che grida "tutti a casa entro natale" fa ridere, dov'era il giorno prima dello scoppio della bomba questo pensiero della lega? se rivolgo lo sguardo al passato trovo battaglie per il dialetto in classe mica richieste di exit strategy. Anche l'opposizione che adesso si trova a chiedere spiegazioni su come mai abbiamo ancora militari a Kabul, al momento di votare alla camera il rinnovo sulla missione in Afghanistan era abbastanza coesa sul si.
Credo che regni uno stato d'animo di indignazione generalizzata, che detta l'agenda politica dei prossimi 5 minuti, ma della Res Pubblica, il bene di tutti noi, non interessi un beneamato niente a nessuno. Oggi al centro dell'attenzione c'è un autobomba, domani la libertà di stampa, ma dei problemi di questa nazione, quelli che vive nella quotidianità, adesso e di quelli che verranno, davvero non freghi un amatissimo a chi ci rappresenta, ce ne dimentichiamo, se ne scordano perchè non fanno notizia e audience.
Il tutto mentre altri 6 nostri giovani connazionali ci ricordano che siamo una nazione piena di uomini che valgono e che hanno scelto di partire pur sapendo che rischiavano di morire, il tutto per un ideale altissimo, la pace nel mondo.
Dovremmo prendere esempio, pensare al domani e a qualcosa di altissimo, impegnandoci per raggiungere un obbiettivo, credo che sia il vero senso di ciò che è successo in Afghanistan.

LA VIGNETTA CHE VEDI E' TRATTA DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 18 SETTEMBRE 2009 ED E' OPERA DEL MAESTRO DI SATIRA EMILIO GIANNELLI

MUSICA DI SOTTOFONDO:

REQUIEM - Mozart

1 commento:

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