Perchè inizio così un post? Semplicemente perchè mi sono ritrovato a leggere per puro caso una lettera postata su un blog. L'autore è un ragazzo gay, che non nasconde la sua sessualità già dal titolo del blog e prima di continuare vorrei fermare su carta un concetto che per me è importante.
Nel proprio letto ognuno è libero di ospitare chi vuole, l'unica regola è il massimo rispetto per il/la partner, a cui non va MAI arrecato volontariamente nessun dolore.
Riprendendo il filo del discorso interrotto in precedenza, penso che questo scritto (che riporto in seguito) è quanto di più intenso e struggente ho letto negli ultimi tempi, un grido di dolore che non lascia indifferenti, ma la cosa che più colpisce è il modo stesso in cui è stata scritta, credo onestamente di essere stato coinvolto pochissime volte così. Ho provato un senso di invidia enorme verso il ragazzo, capace di trasportare su carta i suoi stati d'animo in un modo così preciso e vivido.
Questa piccola perla persa nel mare magnum di internet è un qualcosa a cui va data tutta la visibilitò che merita, perchè è davvero speciale, io ho avuto la fortuna di pescarla e spero di darle un pò della luce che merita, così come auguro a questo ragazzo che non conosco e che non conoscerò mai, di amare e di essere riamato sempre con questa stessa intensità.
Mi sento inquieto.
Mi sento come una nave che viaggia in mare senza timone.
Mi chiedo come mai si debba percorrere tanta strada per poi trovarsi sempre a ripassare nello stesso tortuoso sentiero.
E avrei voglia di parlare.
Tanto.
Avrei voglia di fermare qualcuno e raccontargli esattamente come sono andate le cose e come sono.
Ma non so, forse arriva un punto in cui non si può più raccontare nulla perchè il silenzio è stato troppo forte, troppo lungo, troppo esteso e non ci sono parole per romperlo.
Non siate preoccupati per me.
E' che in questi giorni tutto è così tremendamente uguale a quei giorni di quattro anni fa e io sento che non c'è altro posto in cui andare a gridare nel vuoto, se non questo.
Perchè è qui che si sono sempre raccolte le mie urla quando nessun altro poteva sentirle e non conosco altro posto in cui poter continuare a conservarle se non questo.
Magari tra qualche giorno sarà tutto finito e di nuovo sembrerà tutto normale, ma adesso, stasera, qui davanti a questo computer il mio cuore è terribilmente pesante e altro non resta che chiamare all'appello voi, che mi siete stati sempre a sentire e a sopportare e avete continuato a chiamarmi, anche quando non avevo proprio voglia di affacciarmi su questa finestra.
Avete continuato a lanciarmi i sassolini sul vetro, anche quando fingevo di non sentirli.
Io spero che questo ritorno qui giù sia breve, brevissimo e indolore.
Perchè, se così non fosse, vorrà dire che Lui sarà rimasto e che io avrò ancora bisogno di togliermi i pallini di piombo di dosso e dovrò farlo qui dove il mondo di fuori è lontano, anche se sempre terribilmente vicino.
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sono con te..anch'io vorrei aprire il cuore che ogni giorno sento che stà per scoppiare ma...a chi posso aprirlo?Veramente vicino a me.
RispondiEliminaIo non so chi tu sia e mi spiace che questo commento è stato scritto nel giorno in cui il blog per un motivo serissimo, sospende per un pò di tempo la pubblicazione. Ma prova a scrivermi alla mail in fondo e potrai sempre contare su un amico, non presentissimo come in passato, ma che c'è sinceramente
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