17 nov 2009

LA CURA

Ho sempre ritenuto che non esistesse un metodo, un modo per misurare la quantità di amore che si prova verso la propria donna e i fattori che mi avevano portato a questa convinzione sono vari, svariati.

In primo luogo l'unicità di ogni uomo, di ogni donna, ognuno di noi è portato a dimostrare o meno ciò che ha dentro e lo fa di volta in volta in maniera diversa, dipende molto dalle circostanze in cui si trova e da ciò che lo circonda, variabili che comunque influiscono sul modo in cui ci si pone verso la partner. Poi non bisogna dimenticare la complessità del rapporto di coppia, amare è pur sempre mettere un'altra persona al centro del proprio mondo e ciò, per questa nostra generazione (ma anche le altre che ci seguono) composta soprattuto da egocentrici è qualcosa di inconcepibile.

Poi, a mio avviso, bisogna anche tener conto di quale delle fasi del rapporto si vive, perchè ognuna di esse ha un peso specifico diverso in un ipotetico AMOROMETRO. Durante l'innamoramento potremmo fare follie per la nostra amata, fosse anche solo perchè presi dal turbinio dei sensi, mentre dopo anni di quotidiana frequentazione probabilmente non vediamo l'ora di allontanarci dalla nostra metà, ma di questo ho scritto altrove e non voglio ripetermi.


Quindi verrebbe naturale pensare che misurare, dimostrare la forza o anche solo l'esistenza di un amore è un'operazione impossibile a causa delle troppe variabili di cui tener conto.
Eppure "invecchiando" mi sono convinto che "un modo" esiste, perchè la spontaneità con la quale siamo portati a prenderci cura di qualcun altro è il solo metro che ci permette di capire se c' è AMORE allo stato puro e in che quantità.

Ho sempre ammirato chi si prodigava per gli altri, io l'ho fatto spontaneamente poche volte, anzi spesso e volentieri non mi ha nemmeno sfiorato l'idea di sacrificarmi per una donna, l'ho fatto solo quando ero veramente innamorato, emozione che posso affermare di aver vissuto realmente solo due volte nella mia vita.
So per questo di essere una brutta bestia, ma sono estremamente sincero se ti dico che solo per chi mi ha trafitto il cuore avrei davvero fatto di tutto e per fortuna non ce n'è stata quasi mai l'opportunità o la necessità.

Però sinceramente penso che mettersi al servizio senza l'obbligo di farlo, ma per la voglia di condividere i momenti bui con la persona che ti illumina la vita, è il vero senso dell'Amore.
Credo che sia qui che bisogna ricercare la forza di un rapporto di coppia, nella condivisione e nella buona sorte siamo tutti bravi, è quando sorgono le difficoltà che a mio avviso si vede se esiste Amore.

Si, lo so, faccio accademia, sogno ad occhi aperti favole rosa o forse mi faccio semplicemente condizionare dal desiderio di vivere un Amore così, ma non mi sono mai accontentato nella vita delle cose facili e probabilmente adesso, a quarant'anni, sono abbastanza maturo per poter amare come di deve una donna, sperando solo di trovare una compagna in grado di ricambiarmi.







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8 commenti:

  1. Quando ho sentito per la prima volta questa
    canzone ho pensato
    che amore saggio e puro....
    come quello dei bambini :-))))
    nonnina

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  2. tutto và e viene naturalmente

    che emozione.!!

    nonnina

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  3. Si, è un pezzo, quello di Battiato, che emoziona non poco

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  4. no Guardiano, non sono 'accordo con una tua affermazione.
    La spontaneità di prendersi cura dell'altro, non è sintomo d'amore.
    Forse è amore ma non verso l'altro, magari verso una terza persona molto importante per noi.
    Può capitare nella vita che ti debba prendere cura di un altro per cui non provi amore, ma lo fai per amore magari di un figlio, per lasciargli vivere la sua vita futura con tranquillità.
    Mettici pure un po' di carità cristiana, ma non l'amore.
    Anzi puoi sentirti doppiamente beffata dalla vita e dall'amore , quando speravi di aver superato o lenito un dolore, arriva la vita a braccetto con la sfortuna a riseppellirti non solo sotto il dolore, ma anche sotto tanta rabbia interna. Spesso poi non hai l'appoggio degli altri che ti voglio bene e cercano di aiutarti mettendoti in guardia, aumentando la tua rabbia perchè l'ultima cosa che vorresti e dover combattere con chi ami, e comunque non hai via d'uscita.

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  5. Condivido pienamente l'ultimo commento. Spesso la vita ti fa fare i conti con situazioni inaspettate, a cui non eri preparata. C'è anche il caso in cui ci si debba prendere cura della persona che ami e non sei sicura se sei ancora ricambiata. Sei solo certa che ti ha fatto soffrire. Ed è sempre per amore dei figli che si accetta di rinunciare all'amor proprio ferito, persino alla propria dignità. E si continua a prendersi cura di lui, come se niente fosse, a denti stretti.
    Se hai notato, Guardiano, ho parlato al femminile. E chi, se non una donna, avrebbe tanta forza?
    RE

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  6. RISPONDO QUI AGLI ULTIMI DUE COMMENTI

    Credo, anzi ne sono certo, che qualcosa di quello che ho pensato, non sia stato poi scritto per bene, infatti vi ho tratto in inganno e me ne scuso.

    Quando parlo di prendersi cura di una persona, non intendo affatto prendere in considerazione la circostanza in cui la cosa è obbligata. Mi sembra abbastanza palese che quello non è amore, soprattutto se poi l'amore è qualcosa che tra i due c'è stato nel passato.

    Quando parlo di prendersi cura, io intendo quando si ha la voglia, la necessità, l'esigenza che questo accada, quando vogliamo accanto a noi quella persona e non riusciamo a sentirci vivi, a respirare, a formulare un solo pensiero che sia degno di essere chiamato come tale, se quella persona non è con noi.

    Lo so, è l'utopia dell'amore questo, soprattutto se viene messo alla prova del tempo e di tutto ciò che è la condivisione dello stesso, ma è l'amore (folle) così come lo intendo io, come lo vivo ed è un amore che non ha sesso.
    Perchè se hai sostanzialmente ragione, quando si parla di obblighi verso il prossimo, Rosaemme (non uomini non saremmo in grado di curare noi stessi, se non fossimo obbligati, figuriamoci qualcun altro) non mi trovi d'accordo, quando si parla della sponaneità che deriva dall'amore.

    Spero di essere stato chiaro nella mia spiegazione, questa volta.

    Baci a voi

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  7. credo che il primo commento parli di spontaneità che deriva dall'amore verso il figlio, non verso l'uomo amato (forse) un tempo.
    Dai qui deriva , nel commento, la mancanza di correlazione tra spontaneità nel prendersi cura dell'altro ed amore per quella persona.
    Forse il tuo prendersi cura era inteso come protezione, affidamento, voglia di anticipare i desideri dell'altro, cercare di far capire che l'ami? Forse abbiamo capito male ?

    Kiksister

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  8. Ecco, il mio " prendersi cura dell'altro come se niente fosse", significa che lei ama a tal punto lui da continuare a proteggerlo, far fronte alle sue necessità quotidiane (parlo di normale vita quotidiana), non fargli mancare nulla, anche dal punto di vista affettivo, nonostante non sia più sicura che lui l'ami ancora. E in questa scelta ha il suo peso anche l'amore per i figli e il senso di protezione nei loro confronti, anche quando sono adulti, ma che non si vorrebbe deludere mai. Così, anche se lui ha sbagliato nei suoi confronti, lei porta sulle spalle il fardello e va avanti.
    Per amore!!!
    RosaEmme

    RispondiElimina

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