Si erano incamminati lungo il selciato che dalla loro abitazione conduceva al villaggio più vicino e adesso, dopo qualche minuto di cammino, erano giunti sulla strada principale, lasciandosi così finalmente alle spalle la mulattiera. Chi sembrava il più felice della compagnia, per questo cambio di stada, era proprio il loro vecchio asino. Probabilmente da giovane non avrebbe sofferto il terreno scosceso, ma adesso che era ormai in là con gli anni, arrancava ad ogni passo, dando l'impressione di cedere allo sforzo da un momento all'altro. Lui però aveva scoperto un piccolo trucco, carezzandogli la schiena sotto la soma, il loro animale era come se ringiovanisse di colpo e tutto diventava per lui poco più di una passeggiata.
Yehudah non era lì, era uscito con la madre. Non era per niente affidabile quel bambino, quando meno se lo aspettava gli voltava le spalle e tradiva la sua fiducia, ma erano amici da sempre e sarebbero stati uniti fino al giorno della loro morte.
Yehosua chiese allora al padre il permesso di poter gironzolare libero mentre i due adulti parlavano di affari, Joseph gli fece tutte le raccomandazioni che si fanno a un bambino piccolo, ma lui non ne aveva bisogno, era già di per se molto attento e disciplinato, non era affatto un diavoletto birichino.
Iniziò girando intorno alla bottega di Matithyah e riconobbe alcuni degli attrezzi che erano presenti anche presso il laboratorio del padre. Sapeva che i loro lavori erano simili, ma non identici, Joseph realizzava per lo più oggetti per la casa e giocattoli, il suo amico lavorava quasi esclusivamente per i romani e costruiva per loro mobili e altri oggetti di cui gli invasori avevano bisogno, anche per quello a lui il legname non mancava mai.
Girò dietro la bottega e sotto una tettoia, al riparo dal sole, vide dei pali di pino squadrati divisi in due diverse cataste, una per ogni dimensione.
Si avvicinò ad esse lentamente, non era incuriosito, ma quasi richiamato e siccome il sole non gli permetteva una perfetta visuale fu costretto ad avvicinarsi per meglio vedere, ma minore diventava la distanza e sempre più un senso di terrore, misto a smarrimento si impadroniva del suo piccolo corpo.
Voleva scappare via da lei e ripararsi tra le braccia del padre, ma sentiva che sarebbe stato comunque inutile, quella sagoma nera ci sarebbe sempre stata.
"Sai che cos'è?"
Matithyah era giunto alle sue spalle silenziosamente, ma doveva essersi accorto che qualcosa non andava, perché la sua voce era un misto di tenerezza e affetto
"No, non l'avevo mai vista prima di adesso"
"I romani la usano come strumento di supplizio e punizione. Quelli che loro ritengono meritevoli di una morte atroce, vi vengono inchiodati sopra per le mani e i piedi e vi rimangono appesi anche per alcuni giorni dopo l'avvenuta morte, a monito ed esempio per gli altri.
La chiamano croce, è destinata ai peggiori criminali che camminano su questa terra"
"Non solo a loro, non è destinata solo a loro"
E il piccolo Yehosua lo disse piangendo
Devo aggiungere righi per una giusta chiusura di questo post
In primo luogo devo dire che l'ispirazione non è originale, ma ho un vago ricordo di una lettura fatta alle elementari, che ruotava intorno alla stessa idea, ma ogni singola parola, così come la costruzione della storia, sono farina del mio sacco e credo che la pessima fattura lo dimostri.
Ho scritto i nomi in ebraico per dare un senso maggiore all'ambientazione storica. Ho fatto molte ricerche per tentare di sbagliare il meno possibile e per questo vi chiedo di chiudere un occhio se ne scovate qualcuno.
Infine spero di non risultare blasfemo, avendo scritto di un periodo storico nel quale non si sa nulla della vita di Gesù, è un omaggio a questo venerdì santo e nulla più.
Buona Pasqua a tutti.
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E' molto tenero questo racconto ( aspetta mi ci vuole un fazzoletto) non credo sia blasfemo, ben poco sappiamo della vita fanciullesca di Gesù e immagginarselo un bambino come tutti gli altri è tenero e rassicurante allo stesso tempo. Buona Pasqua a te e alla tua piccola...
RispondiEliminaun bacione grande grande...
C' è un velo di tristezza, dato dall'incontro con il suo futuro che lo rende malinconico, ma mi piaceva molto l'idea ed eccola qui.
RispondiEliminaHai scritto una storia fantastica,di speranza,di amore(traduci i nomi ebraici),ispirazione , si sente che hai fede,almeno io ho percepito questo.
RispondiEliminaCerto immaginarlo come noi,la sua sofferenza nei
bambini,nei malati,nei condannati a morte,la sofferenza nel mondo e del mondo.
E' un omaggio all'amore nel mondo, alla pace
vi prego,no scusate prego! io dico sempre di non saper pregare ma ora ne ho bisogno e prego per la pace nel mondo.
Buona Pasqua a tutti
grazie guardiano :-)
nonnina
Oddio, c'è tutto questo nel mio racconto?
RispondiEliminaGiuro non ce l'ho messo di proposito, mi è scappato, non l'ho fatto apposta.
Scherzo e spero di potermelo permettere.
Mi è piaciuto scriverlo, ancor di più leggerlo.
Grazie dei complmenti
bellissima storia!!! Sempre più bravo Guardiano!!!
RispondiEliminaTanti Auguri di Buona Pasqua anche a te...Grazia
Grazie Grazia :-)))))
RispondiEliminaTRATTO DA FACEBOOK
RispondiEliminaDama Elfica
Ce l'hai fatta Guardiano..è dolce ed è triste al tempo stesso..
Hai reso più umana l'infazia di Gesù..
Devo spiegare il senso del messaggio di dama.
RispondiEliminaIeri sera, mentre ero intento nella prima stesura del racconto, intorno alla mezzanotte ero pieno di dubbi, soprattutto sul modo in cui dovevo approcciarmi alle reazioni di Gesù.
Dama mi ha scritto un messaggio su FB per complimentarsi del racconto di ieri, ed è partito un dialogo nel quale le ho espresso tutti i miei dubbi e le mie paure.
Ha anche letto l'incipit della storia e i suoi complimenti e i suoi incoraggiamenti mi hanno spinto a fare meglio.
Il fatto che le sia piaciuto, sapendo cosa stava leggendo, mi rende ancora più orgoglioso del mio operato.
Grazie anche a te damina
Ciao Guardiano, Buona Pasqua anche a te.
RispondiEliminaIl tuo è un bel racconto. A presto
Grazie I am per gli auguri e per il complimento.
RispondiEliminaA presto e che la tua sia una Pasqua serena
Stamani rileggevo la 'tua' storia e nel mentre ha squillato il telefono, visto il numero vado in tilt,questa telefonata nel giorno di Pasqua non può che essere una telefonata di pace ,penso,
RispondiEliminache faccio rispondo? Giro su me stessa tesa come la corda di un arco e dico pronto..Auguri Buona Pasqua...sento..non riesco a rispondere inizio a piangere.
Oggi per me è veramente una giornata di pace
e così la auguro a tutti voi.
nonnina
Se in qualche piccolissima parte questa lettura ti ha portato bene, ne sono contento.
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