Sai il passeggiare in solitudine mi offre la possibilità di seguire la lentezza con la quale le mie idee si sviluppano, le sento rimbalzare da un lato all'altro della testa, le vedo crescere fino a diventare un pensiero definito, consistente, un qualcosa capace a quel punto di una propria vita e che aspetta solo di essere messa in pratica o comunque di essere comunicata all'esterno.
Il silenzio, questa è la sola compagnia che chiedo solitamente in queste circostanze, in esso trovo la possibilità di parlarmi e la concentrazione per ascoltarmi e anche se so che che il conversare con se stessi è da pazzi, credo che sia un male necessario per poter arrivare a comunicare al mondo qualcosa di sensato. Sai ho preso da un bel pò di tempo coscienza del fatto che sempre più spesso mi ritrovo ad ascoltare gente che le parole le spara, quasi come se fosse uno sport, riesco a vedere la scia che lasciano uscendo dal vuoto pneumatico delle calotte craniche in cui vagavano brade e la cosa che trovo adirittura sbalorditiva è che sempre più spesso sono giudizi che non hanno alcuna base di riflessione. Viviamo sempre più inconsciamente la realtà, convinti che aver sentito distrattamente una discussione ci fa campioni mondiali dell'argomento in questione. Ho avuto il dispiacere di trovarmi di fronte persone che controbattevano ciò che affermavo e alla fine chiedendo cosa dava loro con tanta forza per rinfacciarmi un mio possibile errore, mi veniva candidamente risposto, per sentito dire. Ogni giudizio è superfluo, credo.
Il fatto è che abbiamo deciso di non pensare più, di non ascoltarci più, non ci poniamo nemmeno più in discussione. Il confronto con noi stessi ci impaurisce, perchè accertare un errore è qualcosa che non siamo in grado di accettare, l'autocritica è un esercizio che non trova alcuno spazio nelle nostre giornate, convinti come siamo di essere unici e infallibili.
Eppure ieri sera, quando il mondo era ormai lontano mille miglia, solo allora sono riuscito a dare materia a tutti i miei pensieri, in quel momento ho potuto con essi discutere serenamente e chiedermi se in queste settimane ho agito bene o sono stato egoista. Mi sono potuto chiedere se davvero tutte le mie affermazioni, il mio parlare di sentimenti, di passioni, di pulsioni era qualcosa di vero o solo l'esigenza che lo fossero.
Le risposte sono venute a galla e con sofferenza ho dovuto rimandarle giù, chiuderle di nuovo nelle scrigno in cui le avevo riposte incosciamente, mettendo al tutto un lucchetto ancor più spesso. A quel punto mi sono sentito libero di poter volare sulla luna e sognare le parole che ascolti in sottofondo, ma questa è un altra storia, un'altro sogno e forse un altro di quei post che metterò sottochiave e che non leggerai mai navigante.
MUSICA DI SOTTOFONDO:
FLY ME TO THE MOON - Olivia Ong
Caro guardiano oggi mi sei piaciuto molto , l'ho letto 3 volte. Anch'io abito in un piccolo paese e anche quì è piovuto tanto ieri pomeriggio ma son rimasta a casa a guardare l'ultima puntata di una serie televisiva. Ma mi sarebbe piaciuto esserci sotto quella luna.
RispondiEliminap.s. Ma in quali meandri del tuo cervelo sei riuscito a scovare la metafora delle parole sparate fuori come da un pneumatico ?? smack
Eccomi, rancido e scaduto come uno yogurt. NO POLEMICO, mi piace come mi ha pitato il Cartone il censore. Ho capito pero guardiano, a noi fai leggere le skifezze e tieni da parte le cose buone, per ki poi? fai favoritismi? ki lo sa
RispondiEliminaChe simpaticone...olezzomarino
RispondiEliminaogni volta che ti leggo...la mia anima rinasce in un arcobaleno di emozioni....grazie di esistere!!!.......ciao Guardiano...ti auguro tutta la felicità che meriti...perché sei un uomo straordinario..baci!!!...
RispondiEliminaAvrei voluto esserci anch'io a passeggiare sotto la luna e trovare le risposte, forse xò nn le avrei di nuovo chiuse con doppio lucchetto anzi le avrei usate solo così secondo il mio modesto parere potevano dare i loro frutti.
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