9 apr 2010

ANGELO SPELACCHIATO






Oggi non ti scrivo nulla naufrago, il corpo centrale di questo post è copiato di sana pianta e io qui l'ho solo incollato.
Nei miei giri sono stato fulminato dalla profondità dei pensieri del "capitano" e ho pensato che era affine a tanti dei miei pensieri minimi, a quelli che quotidianamente formulo e che sono sostanza per me.
Continuando poi a sbirciare il blog, mi sono reso conto che l'autore degli scritti è anche colui che disegna buona parte delle immagini che campeggiano e la mia ammirazione si è così fusa all'invidia, sono totalmente incapace di fare qualsiasi cosa che sia ragionevolmente avvicinabile all'arte e trovare così tanto talento in una sola persona diventa anche un pò frustrante.


P. S. Mi sono permesso di "usare" la stessa foto e lo stesso sottofondo, trovo che siano perfetti. Davvero in questo caso non c' è assolutamente niente di mio.



Oggi più che mai sono convinto del fatto che le persone con una sensibilità particolare che di solito sono quelle che amano leggere, scrivere, disegnare, l'arte in tutte le sue molteplici forme - e non rinchiudersi ad esempio in una discoteca a rintronarsi con della musica per non pensare, sono quelle che nella vita soffriranno di più, avrannno più sovente di altre dei periodi di scoramento.
Non so se capita anche a voi, ma ci sono periodi in cui la mia sensibilità diventa ancora più acuta e mi rinchiudo nel mio mondo senza volere nessuno intorno e rifletto sul senso della vita, sulla sua utilità effettiva, sulle varie ingiustizie che ci sono e su come è difficile vivere in una società cosi' superficiale e votata all'apparire invece che all'essenza delle cose.
Dovendo lavorare e stare a contatto di continuo con la gente, spesso mi sforzo di essere un po più "uniforme" e di parlare delle solite stronzate e di argomenti comuni. Per poi viene fuori la mia vera anima, e quel senso di inadeguatezza che talvolta diventa soffocante.
Il senso di trovarmi fuori posto in ogni posto, talvolta persino inopportuno, è grande ed arriva a causarmi un malessere fisico. Sovente, come battuta, affermo che vorrei possedere la sensibilità di un termosifone. Magari essere un pochino più cinico, un pochino più indifferente verso ciò che mi circonda. Ma non esiste scampo da questo stato, che strisciante mi corrode le giornate.
Trovo rifugio nello scrivere, nel disegnare, anche semplicemente nel buttare giù pensieri,quasi ad estirparli dalla mia testa per alleggerirla.
In quest'ultimo scorcio di settimana mi sono dovuto confrontare con tutta una serie di queste problematiche. Ed è questo che ha generato lo stato di prostrazione nel quale sono miseramente caduto.
Non chiedo scusa di ciò. Anzi sono in qualche misura orgoglioso del mio essere fragile davanti a queste cose. E questo perchè il mio benessere interiore nasce dalla possibilità di poter donare benessere e attenzioniagli altri. E' pressochè vincolato a questo. Insomma, una specie di Angelo Custode, a dire il vero un pochino spelacchiato. Immensa è la gioia nel sapere che per mio tramite qualcuno riacquista il sorriso, o comunque uno stato di benessere che prima non possedeva, o aveva smarrito.
Se per varie circostanze questo circuito viene interrotto, immediatamente entro in sofferenza, con risultati a volte devastanti.
Il paradosso sta proprio qua. Nella necessità non di ricevere attenzioni, ma nell'esigenza di riuscire a elargire attenzioni. Il mio star bene dipende da quanto riesco a far star bene chi in qualche misura entra in contatto con me. Ed è anche questo uno dei motivi che mi inducono a pensare che spesso dovrò confrontarmi con questo problema, non foss'altro che per il fatto che non sempre si riesce a fare per gli altri ciò che vorremmo effettivamente fare, in tutta la sua intierezza.




Se quello che hai letto ti è piaciuto, cliccando qui potrai accedere direttamente al blog del capitano (theDREAMSHIP) e passare altri minuti carichi di emozione, leggendo le sue belle poesie.

Buona continuazione



SOTTOFONDO MUSICALE:


GYMNOPEDIE N° 1: Erik Satie clicca qui

6 commenti:

  1. ciao "guardiano"..:-)
    sono il "capitano" che tu hai citato...
    non di un vascello, ma di una barchetta, carica di emozioni, le più disparate, che mi porto appresso in questa navigazione, a volte perigliosa, a volte calma e sonnacchiosa...
    sono estremamente felice che tu abbia letto, e assorbito, quasi fatte tue le sensazioni che ho provato nello scrivere quelli che io chiamo "i miei deliri"...
    significa una sola ma importantissima cosa, e cioè che ho raggiunto il mio scopo, quello cioè di contaminare le anime altrui in una modalità che solo chi intinge la penna nel proprio cuore può fare...
    continua così, che io farò altrettanto...
    continuerò la navigazione,ben sapendo che esiste un faro per orientarmi, nella sventurata ipotesi che debba perdere la rotta...un abbraccio..carlo caravagna

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  2. La cosa che più mi ha colpito leggendo questo post è che mi ci ritrovo. Ecco, sembra la risposta perfetta alla domanda che mi ponevo ieri in "considerazioni". Si uso davvero il blog, ma non per averne dei ritorni personali, ma per essere vicino alle persone, anche quando non sono propriamente felici. C' è quindi uno scopo che mi era recondito, ma non è quello di trarne un piacere fisico, perchè ancora mi presento fisicamente come un uomo piacevole da guardare e che ha i mezzi e i modi per affascinare le donne dal vivo, anzi riesco sempre meglio di persona che non come un avatar.
    No, non sto usando tutto ciò, l'isola, il blog è una cosa seria e come tale la vivo.
    Grazie Capitano, mi hai aiutato a capire.

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  3. grazie a te....:-)

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  4. Guarda guarda guarda.....che ho scoperto verro' a trovarti più spesso....ciao ciao

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  5. Io non so cosa tu anonimo/a hai scoperto, ma se questo ti porterà più spesso qui non posso che esserne lieto.

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  6. guarda guarda cosa ho trovato il mio primo commento....
    :-))))))

    nonnina

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