15 giu 2010

SERENO





E poi qualche volta, così come in questo momento, mi viene la voglia di sedermi di fronte al pc per sovvertire tutti i programmi che avevo preparato, cestino gli appunti, cancello i post già scritti e che avrei voluto pubblicare (così come avevo intenzione di fare ieri), metto in sottofondo una canzone e mi libero, lasciando andare le mani senza controllo.
Di certo non so ne da dove iniziare a scrivere e tanto meno so dove andrò a parare. Ho solo voglia di mettere giù le emozioni annusando la scia che hanno lasciato nell'aria e sapendo che smetterò soltanto quando mi sentirò stremato da questa esperienza.

Tranquillità, è questa la forza che mi spinge. Quella pace interiore che ho come obbiettivo da sempre e che forse ho finalmente capito dove si è nascosta per i primi 40 anni della mia vita. Perchè qui sull'isola si è palesato, in questi 18 mesi, un uomo che ho sempre nascosto dentro, un pò per timore di mostrarlo, di certo molto per il mio essere immaturo. Un uomo che onestamente mi piace per come in questo periodo sta affrontando le difficoltà della vita reale, che si sta prendendo cura delle persone che ama e che si sta assumendo le sue responsabilità. Una persona vera e adesso che sono di fronte all'ennesima, nuova avventura professionale, dovrà sopportare il più gravoso degli impegni, quello di resistere e di affermarsi.

Ho imparato sulla mia pelle, che l'assenza di una guida, di un esempio, non permette la crescita nei tempi e nei modi dovuti. Se non si è dotati di quelli che sono comunemente definiti "attributi", l'uomo o la donna lasciati allo sbando, hanno difficoltà a rapportarsi seriamente con gli altri e io sono stato tra questi.
Mi sono in pratica affacciato alla vita senza dei riferimenti veri, quindi ho affrontato la prima parte della mia esistenza in un modo che definire balordo è dir poco. Per mia fortuna gli unici due insegnamenti inculcatimi sin da piccolo mi sono serviti per arrivare abbastanza integro fino ad oggi, parlo del rispetto per gli altri e per il lavoro. Anche se sul primo ho dovuto lavorare molto, perchè le persone non vogliono essere solo rispettate, ma anche blandite, amate, omaggiate e il tutto senza avere la voglia di contraccambiare e quindi ho avuto bisogno di capire bene qual'era il punto di confine oltre il quale non bisogna mai spingersi, ma questa è un'altra storia.

Gli incontri, quelli si che mi sono serviti e tanto, per crescere. E tante sono state le persone che nella mia vita sono passate e che senza rendersene conto, hanno lasciato in essa un segno indelebile, sia esso stato nel bene o nel male. Ed era proprio a loro, quando domenica sera mi sono ritrovato "sereno", che ho pensato.
Al mio professore di lettere che mi ha impresso a fuoco sulla pelle l'amore per i libri e tutto ciò che è lettura. Al mio primo "vate" lavorativo, che forse più di altri ha capito che ero pronto per vivere la stupenda avventura che è quotidianamente un cantiere. Al più grosso rimpianto della mia vita, che ha un nome e un cognome, ma non un volto, una di quelle persone di cui ti innamori per come è e non per come si presenta, che ti segna inconsciamente un'esistenza e che volente o nolente è sempre presente, perchè testata d'angolo sulla quale si sta costruendo un'edificio.
Ho detto spesso, che incrociamo milioni di persone durante la nostra vita, altre le incontriamo, ma alla fine solo alcune lasciano un segno e ci formano modificandoci. Quelle persone che senti vive anche se ormai perse negli anni o in un angolo della rubrica telefonica. Quelle a cui va la mente quando parte l'input dei ricordi e dalle quali trai spunto per rapportarti con chi ti circonda.

Perchè la serenità che mi permette di scrivere oggi, è figlia delle tribolazioni e dei tormenti del passato. Su di essa infatti nasce "Il Guardiano", che ha ormai smesso di essere solo un modo per dar sfogo al mio vero io, per diventare a tutti gli effetti un uomo. Quello che conosci qui, non è più solo un avatar, ma potrebbe essere colui che incrocia il tuo sguardo per strada tra un'ora regalandoti un sorriso carico di pace.
Perchè è così che oggi mi sento, sereno nei tuo confronti che mi leggi, tranquillo con chi saluterò tra poco per strada, ma sopratutto in pace con me stesso e mi auguro che tutto ciò mi serva per poter affrontare in maniera adulta tutti coloro che sono adesso nella mia vita o che vi entreranno.

Adesso il mare che è dentro di me è calmo e spero che nulla o nessuna lo incresperà mai più.


P. S. Ho parlato volutamente del passato, perchè delle persone che oggi camminano insieme a me lungo le strade del mio quotidiano, io non so cosa porterò nel mio futuro.
Con l'intima speranza che molte ne facciano comunque parte.



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3 commenti:

  1. Che bella sorpresa stamattina, come avrai sicuramente notato, è da alcuni giorni che nn accendo il pc e leggere questo post mi ha reso felicissima per te. E' quello che ho sempre voluto e continuo a volere per te : gioia e serenità !! Ti auguro che questo stato d'animo sia duraturo !! smack

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  2. La mia tranquillità è insita nel fatto che non voglio protrarla questa serenità, ma viverla per com'è e per il tempo che sarà.

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  3. Peccato che la calma piatta duri solo il tempo tra una tempesta e l'altra, vero?
    u.v.s.

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