8 set 2010

SAPORE DI MARE




Settembre qui è così, la mattina il sole è sufficientemente caldo da permettermi il lusso di fermare l'abbronzatura senza rischiare scottature, mentre di sera il vento salmastrato obbliga chiunque a gironzolare con indosso un giubbino leggero. Forse è propria della "divina costiera" questa prerogativa, per il fatto stesso che tutti questi paesini sono raccolti in un fazzoletto di terra, chiusi dalle colline e baciati dal mare.

Già di per se è poi complicato guidare fin qui, venirci poi di sera è davvero da innamorati pazzi del luogo. Ho sempre detto che se per Napoli vige l'unica legge dell'assoluta mancanza di un codice della strada, è altrettanto vero che raggiungere con l'oscurità un qualsiasi centro della costiera amalfitana richiede un'attenzione alla guida fuori dal normale. Ho visto in tanti battezzare le fiancate della propria vettura sui muretti bassi in cemento posti a protezione del ciglio della strada. Per fortuna è un'esperienza che mi manca. Ovviamente questo si tramuta anche in un turismo che si accentra nel mese di agosto, chi non è pratico non viene qui adesso e di sera i corsi sono meno affollati di turisti perditempo.

Ed è forse anche questo un motivo per cui adoro Cetara. Oddio, ho avuto modo di lavorarci tanti anni fa per poco tempo, sia in superficie che sotto, sulla terra e sul mare, ma è il paese stesso che è davvero stupendo. Arrivandoci da Salerno, dopo una curva, compare improvvisa la vecchia torre di guardia e subito dopo questo presepe, che di notte è finemente illuminato. Uno spettacolo suggestivo, per palati fini.

Ecco, avevo bisogno di una serata di assoluto relax, passata nella quiete assoluta di una passeggiata tra la gente che non mi riconosce, seduto sulla rena di una splendida caletta, con le onde del mare che lentamente si infrangono a riva e nessuno, nemmeno un gabbiano nei dintorni.
E pensare che questo era un luogo "famoso" per la pesca, una volta da qui partivano le tonnare ed è proprio qui che nasce la colatura di alici, un sublime condimento per un piatto di spaghetti dal sapore unico. Adesso di alici "salernitane", non ce ne sono più (e mio padre se ne lamentava già decenni fa) e la colatura ha di Cetara solo il nome sulle etichette. Però questa notte non mi lamento della mancanza di gabbiano e delle lampare uscite per la pesca. Niente sporca la superficie del mare, solo la luna si specchia su di essa e va bene così.

Qui ho trascorso tanti bei momenti. Ho aiutato a rilevare il vecchio porto, che è diventato l'ossatura di quello attuale e qualche notte l'ho trascorsa anche io sulla banchina in attesa che arrivassero gli scogli da porre in opera. Chissà, forse avrebbe potuto essere il mio primo vero cantiere se non fosse stato contemporaneo al porto di San Marco di C.te. Meglio così però, in quell'antro del Cilento c'è il mio primo vero faro, ignaro embrione di questa indomita follia.

Il tempo trascorre sereno e io sempre più mi lascio divorare dal sapore salato dell'aria di mare, che è per me dolce dei ricordi che riporta alla mente. E' proprio vero che non sono nato per caso in una città di mare, ma sono parte stessa di esso e che con lui mi rigenero. Sono nel mio ambiente naturale qui e qui ritrovo la forza per rigenerarmi e affrontare la settimana che verrà, i lunghi mesi che ho di fronte.

Tra poco sarà davvero difficile trovare il tempo ed il modo per arrivare sin qui e qualche capatina "a casa", per inondare gli occhi di questa luminosa oscurità, mi sarà consentita solo a Salerno. Peccato, sono stato davvero bene stanotte.



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3 commenti:

  1. TRATTO DA FACEBOOK

    Grazia D'urso
    complimenti...sempre!!!..anche la foto è straordinaria...mi mancano questi posti, dove sono stata da ragazzina............

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  2. TRATTO DA FACEBOOK

    Pina Guagenti
    Beatiful... anche a me piacciono tanto le spiagge deserte... a pensarci bene mi piacciono solo quando sono deserte :-p

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  3. Aspetta, carico la macchina e parto!
    u.v.s.

    RispondiElimina

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