A volte mi capita di avere voglia del nulla, desidero che sia il vuoto assoluto a circondarmi e null'altro, mi sveglio e sento di essere stufo di tutto ciò che mi contorna, stanco dell'oppressione che la quotidianità mi arreca, quella maledetta routine alla quale rifuggo per natura e che invece sempre più spesso ammanta le giornate.
Tutto ciò mi porta ad isolarmi, cercando di restare in compagnia di me stesso, consentendomi così di riflettere in santa pace, di avere finalmente il tempo di gustare fino in fondo le cose che mi sono successe, negative o positive che siano state.
La chiamo "VOGLIA DI SOLITUDINE".
Vedi naufrago, io credo che non sia assolutamente un male fermarsi ogni tanto e ragionare, assaporare la vita che si è vissuta, cercando poi di trarne spunto per dei cambiamenti, ovemai fossero necessari, perchè alla velocità con la quale viviamo ogni nostro giorno tutto ciò che facciamo è sempre più istintintivo, quasi animalesco e riflettere è diventato un optional per derelitti senza impegni. Sarà, ma preferisco essere visto come una bestia rara e spolverare il cervello usandolo, che non correre il rischio di doverlo poi restituire al creatore come nuovo.
Viviamo sempre più la solitudine come una malattia da debellare, un cancro da estirpare il più velocemente possibile. Anche a casa, se non si accende un pc e ci si connette a un social network, a una chat o a una qualsivoglia comunità, abbiamo l'impressione che ci sia qualcosa da riempire, il tempo. Ecco, io a tutto ciò preferisco spesso il silenzio, la tv accesa con il volume bassissimo, quasi impercettibile e una montagna di panni da stirare (se non tracimano dalla cesta, non mi sento quasi mai obbligato a metterci mano) con l'analisi di tutto ciò che è stato il mio vissuto che mi aspetta. Certo così le faccende domestiche diventano epiche, a volte ci metto ore per fare ciò che una comune massaia fa in poche decine di minuti, ma non ho nessunissima voglia di essere veloce, anzi faccio della lentezza la mia valvola di sfogo, perchè penso, ripenso, rimuggino su ciò che è stata la mia vita nei giorni precedenti e quale direzione dare a quelli che verranno.
Ed è così che prendo la decisione definitiva di cambiare lavoro o semplicemente di cercare altre opportunità occupazionali, è così che capisco che giro a vuoto intorno a determinate persone e che è forse è il caso di decidere su che tipo di senso dare a certi rapporti e forse è proprio così che capisco quanto voglio davvero bene alle persone, perchè è pensando a loro, capendo che ogni momento della mia giornata è vissuto comunque in funzione di ........... che riesco a prendere coscienza della profondità dei miei sentimenti.
Ora non è detto che tutto ciò porti a una conclusione immediata, decisioni drastiche da mettere in pratica istantaneamente, ma capisco e so cosa fare perchè è sedimentata dentro di me una decisione e non figlia di una casualità, dell'umore del momento anche se spesso e volentieri il mio istinto ci ha indovinato.
Forse non tutte le mie conclusioni sono figlie dei miei momenti da "asociale", non tutte saranno azzeccate, ma almeno so che ad esse ci sono arrivato dopo dei ragionamento e non in base agli umori del momento. Forse tutto ciò è un limite, un freno al cuore che io creda debba sempre comandare sul resto, ma ho imparato che a dare subito tutto si viene presi per pazzi e non compresi fino in fondo e allora forse è meglio rallentare, riflettere e capire.
Voglia di solitudine.
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