31 ott 2010

DOMENICALE - Mio principe





MIO PRINCIPE

Mai titolo nobiliare fù più appropriato a questo mondo,
Principe.

Ed è per te questo mio umile ringraziamento,
per te che ancora oggi sei in grado di fami ridere e di farmi piangere.

Tu Principe che sei la vera faccia di un popolo spesso villipeso,
un vessillo che sventolerà sempre alto e maestoso, sulla città di partenope.

Tu che hai dimostrato coi fatti
che gli uomini di cuore sono quelli capaci di donare in silenzio.

Tu principe accetta questo misero omaggio,
nato dall'esigenza di volerti ringraziare
per tutti i momenti belli che ho trascorso nel tuo nome.



30 ott 2010

FOTOGRAFICO - Calatrava

CANADA - Calgary (Ponte)



L'edilizia è una delle poche attività umane che accompagnano la nostra razza da quando esiste. Abbiamo prima cercato riparo nelle caverne dal freddo e dalle pioggie, salvo poi iniziare a costruire delle case per meglio prendere possesso dei territori nei quali cacciavamo o iniziava a svilupparsi l'agricoltura. Da quel momento in poi c'è sempre stato bisogno di qualcuno che si ingegnasse per costruire abitazioni che fossero funzionali, comode e sicure.

Con il passare del tempo è poi nata anche l'esigenza del bello ed è ha avuto inizio la "genia" degli architetti, che però si sono sempre dovuti scontrare con un dato di fatto oggettivo, la rigidità degli elementi utilizzati in costruzione. Pensateci un attimo, dal legno al ferro, dal calcestruzzo a ogni altro materiale che si usa per la costruzione di una casa, tutto è lineare e solido, quindi si poteva solo impilare i due elementi verticali e appoggiarci sopra quello orizzontale e così per millenni.

Santiago Calatrava ha RIVOLUZIONATO questo concetto e le sue opere (perchè qui parliamo di arte) sono semplicemente favolose.

Di seguito vi lascio testimonianza di alcune di esse, due delle quali in Italia. Vi invito però a cercarne delle altre tramite la funzione immagine di google, ne vale assolutamente la pena.




STATI UNITI - San Francisco



SPAGNA - Valencia




ITALIA - Venezia (Ponte in vetro)




ITALIA - Modena (Casello autostradale)

Se desideri dei cenni biografici sull'architetto Santiago Calatrava clicca qui


SAKINEH NON DEVE MORIRE





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29 ott 2010

IMMERSI TRA LA FOLLA





Camminare, per raggiungere un qualsiasi luogo distante, è ormai un'operazione che fanno solo coloro che non hanno null'altro da fare o che hanno la tempra morale di non essere succubi del tempo, persone che non rincorrono le lancette dell'orologio, ma che le guardano semplicemente per sapere che ore sono.
Io non appartengo a nessuna di queste due categorie, le mie sono giornate piene di appuntamenti programmati, sui quali sono costantemente in affanno, anche se puntuale nel 90% dei casi, però amo aggiungere un passo al precedente, camminare mi fa sentire vivo e quindi spesso e volentieri mi organizzo per regalarmi il piacere di una "passeggiata".

Si hai letto bene passeggiata, perchè solo camminando lentamente, con la testa vuota dai pensieri, riesco a guardarmi intorno e dare così libero sfogo alla mia curiosità che ha come soggetto principe il mondo che mi circonda. Posso osservare con calma le vetrine, i palazzi, i passanti e così cogliere quei dettagli che hanno il potere di cambiare le giornate.

Ci sono fabbricati nei centri storici di ogni città che valgono la pena di essere osservati per la cura dei dettagli architettonici con cui sono stati costruiti. Ci sono in giro tanti monumenti che non sono stati eretti solo per raccogliere gli escrementi dei piccioni e poi colori e luci, installazioni e attività commerciali che sembravano perse, ma che vivono nei meandri dei nostri centri urbani.
Quando poi i miei itinerari comprendono l'attraversamento di un parco pubblico, il cuore mi si illumina automaticamente, ci hai mai fatto caso naufrago che ogni bimbo sorride in maniera diversa alla propria mamma? Ti assicuro che si possono cogliere centinaia di diverse espressioni di felicità tra le giostrine e le aiuole di ogni giardino comunale.

E infine c'è la folla che anima tutto ciò che mi circonda durante le mie passeggiate. Parlo di tutta quella gente che è facilmente divisibile in gruppi descrivibili senza nessuna difficoltà.
In primis trovo quasi sempre I PROFESSIONISTI, quelli inutilmente attaccati al loro superfluo cellulare, uomini e donne che si credono il centro nevralgico dell'economia italiana e che quindi si sentono nel diritto di investire tutti con le loro urla e i loro improperi e io lì che mi domando sempre a che serve quel telefonino? Idiota, ti stanno ascoltando in tutta la città e senza bisogno di rispondere. Dementi afoni alla fine della giornata lavorativa.
Poi ci sono i GIOVANI NULLAFACENTI, ben vestiti e per propria scelta gettati su di una panchina o sugli sgabelli all'aperto di un qualche bar, coloro che hanno come solo scopo nella vita quello di mostrare la marca dei propri boxer o nella variante femminile il colore del perizoma, solitamente messi in bella mostra sopra i jeans. Ragazzi e ragazze quasi tutti smanicati anche fuori stagione, quelli che in pratica trovi d'inverno che indossano la T shirt anche sotto zero, assiderati da moda.
E per completare ecco LE MATRONE, donne agghindate di tutto punto, quelle a cui l'età ha regalato un briciolo di buon senso e che non mostrano l'intimo, ma che esagerano con tutto il resto. Vestiti, colori, trucchi, cotonature, chiacchiere senza fine e senza senso, le donne che sperano di vivere una sorta di mix tra le caslinghe disperate e sex and the city, solo che prendono il peggio di entrambi i telefilm e lo mostrano senza vergogna.
Ci sono poi ovviamente i sottogruppi e le commistioni tra gli uni e gli altri, ma sostanzialmente questa classificazione è valida, perchè tutti sono uniti da un comune denominatore, sentono la necessità di mettersi in mostra, quasi che vivessero in funzione di ciò che sembrano e non ciò che sono e io che mi ci scontro sempre nelle mie passeggiate, devo fare attenzione a scansarli per evitarne il contagio.

Ora di certo ti starai di certo chiedendo il perchè di questa dettagliata descrizione della fauna umana camminante? Cosa c'entra con ciò il mio amore per il passeggio? Vedi naufrago, da quando ho fatto mentalmente questa catagolazione, incosciamente mi sono estraniato un pò dalla gente, nel senso che difficilmente faccio caso a chi mi cammina accanto, perchè anche se ognuno di loro si crede una singola unità degna di nota, alla fine sono solo un branco di pavoni che si muove l'uno di fianco all'altro.
Ecco, in questo mare di inutili idioti, una coppia di normali quarantenni, che semplicemente camminavano abbracciati, mi ha spiazzato. Non mettevano in mostra nulla, ne tatuaggi ne marchi, non badavano a chi li circondava, con estrema naturalezza camminavano abbracciati e si parlvano, i visi pochi distanti e dialogavano. Quel gesto, che dovrebbe essere normalissimo, era invece l'anomalia e riluceva tra la folla.
Erano gli unici che affiatati e tranquilli passeggiavano come se fossero un solo corpo, senza mettere in ciò nulla di esagerato e senza dare al gesto nessuna valenza sessuale. E tutto ciò sparigliava le carte e le mie convinzioni. Da quanto tempo non vedevo degli adulti camminare abbracciati per strada? Intimimamente uniti, senza essere avvinghiati per mettersi in evidenza e guardandomi dentro ho anche capito cos'era la luce che sembrava illuminarli tra la folla, la forza di quel sentimento era così intensa che non si stava mostrando ne cementando con un abbraccio, ma era naturalmente vivo e presente.
Li ho invidiati, perchè ho ripensato al mio passato e mi sono reso conto che non ho mai avuto da adulto la capacità di camminare abbracciato al mio amore con una tale naturalezza, essere coppia e non mostrarlo solamente.

E ho creato in quel momento un nuovo gruppo di persone che camminano per strada, quello dei boriosi che si credono in grado di poter giudicare gli altri. Probabilmente ne porto la bandiera proprio io.

Cercherò in futuro di fare un bagno di umiltà prima di uscire per strada.


P. S. Ho evitato di citare sopra, perchè fuori contesto, il gruppo degli insulsi scioperanti, quelli che di solito si incontrano solo di mattina al centro delle vie.
Sia ben chiaro, tutto il mio appoggio a chi rivendica dei diritti negati, ma mi chiedo sempre davanti a striscioni del tipo
un posto fisso agli ambulanti oppure la scuola agli alunni, le persone sanno cosa scrivono? O almeno sanno cosa chiedono? A volte ho l'impressione che siano solo degli insulsi slogan, involotariamente comici e di sicuro drammaticamente insensati.



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28 ott 2010

DESIDERIO






I pensieri si muovono lentamente
come ingranaggi ormai arrugginiti.


Rifuggo tutto ciò che è straniero nel mio cuore,
perchè potrebbe facilmente spezzare
il sottile filo sul quale mi sono incamminato.


Ho bisogno di pulizia intorno e dentro di me
per capire cosa voglio davvero.


L'oscurità mi ha ormai circondato,
tutto intorno è buio
e da qui,
chiuso nell'abitacolo di quest'auto,
posso comodamente osservare la notte che scorre via,
protetto dalla pioggia e dal resto del mondo.


Ogni umano sentimento l'ho congelato da tempo,
ho bisogno di ritrovare me stesso
prima di poterlo essere con gli altri.


Vedo riflessi nello specchietto degli occhi stanchi
e in fondo al mio sguardo
cerco disperatamente delle risposte alle tue domande.


Come sempre le tue parole arrivano dirette al bersaglio,
carezzandomi il cuore confondono convinzioni.


La notte è scivolata via lentamente
mentre il sole cerca di farsi largo tra le goccie di pioggia,
che mai hanno smesso di farmi compagnia.
Dalla radio, una canzone ripete incessante il suo ritornello
e mi chiedo quanto ancora potrò desiderare e non avere
quest'amore che entrambi vogliamo.



e sono un niente senza amore
sei tu rimpianto il mio dolore
che come il tempo mi consuma
(A. Venditti)




Due precisazioni, che potrebbero sembrare superflue, ma che ritengo giusto fare.

Non sempre, non in questa circostanza, le poesie sono figlie dell'attualità, spesso sono vecchi retaggi che metto "in prosa", questo non vuol dire che non siano ispirate, di certo lo sono state.


La musica di sottofondo ha deciso lei di esserci, quando ho iniziato a trascrivere la poesia dal bloc notes al web è partita dal mio lettore mp3 che è sempre attivo ed è poi ritornata. Io l'ho visto come un segno, poteva essere solo una combinazione, ma onestamente trovo ci stia benissimo e la lascio qui.




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SOTTOFONDO MUSICALE


DO YOU - Yiruma
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27 ott 2010

TRE




Devo due premesse a questo post per renderlo "comprensibile" a chi lo leggerà.


La prima è che so di mio, che scrivere per due giorni di seguito di argomenti che riguardano "la quotidianità" potrebbe portare ad un disamoramento verso questo blog da parte delle persone che qui cercano un pò di svago o anche un modo per evadere dalla vita di tutti i giorni. Sono necessità che comprendo, ma non bisogna mai farlo dimenticando tutto ciò che ci circonda, sarebbe doppiamente delittuoso.

La seconda è che sono probabilmente incapace di "scrivere" come vorrei davvero questo post. Ci giro intorno da più di un anno e non sono mai riuscito davvero a trovare le "parole", perchè è un argomento così delicato, così intenso, così mio, che forse la troppa emozione mi rende incapace di esprimermi come si deve, ma ho anche la voglia di farlo.

Abbiate quindi un pò di amichevole comprensione per il guardiano se troverete doppiamente scocciante questo scritto, ma questa è pur sempre l'isola della quale sono (spero) un'amabile dittatore e quindi si fa come dico io :-)



Ogni giorno lavorativo sono in TRE. Questo, che per tanti è il numero perfetto, è anche il numero di operai, che secondo gli studi statistici, non fanno ritorno a casa perchè vittime di un incidente mortale sul luogo di lavoro.

TRE sono le persone che ieri non hanno imboccato la via del ritorno, operai per la maggior parte, che la mattina sono usciti di casa salutando i parenti e dando forse loro appuntamento per la cena, un pasto che poi nessuno ha consumato per l'angoscia figlia del luttuoso evento.

La sicurezza sul lavoro non è un diritto, ma anche un dovere e io lo posso, lo devo affermare con forza, perchè il settore in cui opero è quello che paga il prezzo più alto di quel TRE.


un addetto al settore dell'edilizia muore ogni giorno, è il mantra che ripeto ogni mattina che esco di casa


Lo ammetto una volta di più "amo il mio lavoro" e lo affronto quasi sempre con gioia, perchè la sua bellezza risiede nel fatto che ogni giorno che mi trovo davanti non è per nulla paragonabile a quelli che ho già vissuto, seppure le lavorazioni che si susseguono sono simili se non addirittura identiche. Realizzare un solaio o un muro si fa sempre nello stesso modo, sono gli ambienti circostanti che cambiano di volta in volta, rendendo il tutto semplicemente affascinante, ma anche tremendamente complicato dal punto di vista della sicurezza in quanto la ripetizioni dei gesti (industrializzazione) mette nelle condizioni di diminuire i pericoli a cui sa va incontro, ed è ovvio, che in scenari sempre diversi nascono sempre nuove difficoltà da affrontare .
Certo, proprio per questo motivo la soglia dell'attenzione dev'essere sempre altissima, ma è umano avere delle distrazioni o disattenzioni ed è solitamente quello il momento in cui........

Una persona al giorno muore in edilizia e il numero maggiore di incidenti si verifica il pomeriggio, quando la durezza del lavoro si trasforma in stanchezza, quando qualcuno ha omesso di indossare i Dispositivi Personali di Protezione, quando in un ambito comunque sempre poco sicuro come un cantiere, i possibili pericoli si trasformano concretamente in incidenti.

Non voglio dare l'impressione di scaricare sulla negligenza personale la colpa degli eventi mortali, lungi da me, parlo con cognizione di causa, perchè la morte l'ho vista con i miei occhi, l'ho sfiorata alcune volte in questi anni e so che spesso c'era molto di mio se stavo andando incontro a quel terribile appuntamento.

Ed è forse questo il motivo principale per cui sono legato all'argomento sicurezza, perchè nel momento in cui viene a mancare un'idiota come me, si viene a creare un pò di spazio in più sulla terra e in tanti ne traggono un vantaggio, ma questo non deve assolutamente accadere per nessun altro essere a questo mondo.

Ho avuto la fortuna di vedere la campgana ministeriale che ti aggiunto qui di seguito naufrago, ma penso a chi l'ha "ispirata" e credo che sia un obbligo morale per me ricordarli in questo modo, facendo in modo che siano sempre di meno tutti coloro che non faranno ritorno a casa dai loro cari, da stasera in poi.







Questo forse è troppo melodrammatico, ma è terribilmente reale.






SAKINEH NON DEVE MORIRE


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26 ott 2010

SAKINEH NON DEVE MORIRE




La donna nella foto è sempre Sakineh, la donna iraniana condannata a morte per dei reati che forse non ha commesso e della quale ho già scritto lo scorso 6 settembre (clicca qui). La sua parabola mediatica è esplicativa di quanto davvero interessi la sua storia.

Un mese e mezzo fa su tutte le testate campeggiava quest'immagine e tutti i giornalisti erano lì a ricordarci che c'era un reale pericolo, che la sua possibile lapidazione era prossima e che ormai aveva i giorni contati. Oggi niente, informazioni 0.

Le notizie che ci vengono "spacciate" dai media sono solo dei contorni alla pubblicità che ci viene venduta con i giornali e i TG. I pennivendoli di professione che si spacciano per cronisti hanno il solo compito di tuffarsi nella melma più puzzolente che esiste per regalarcene dei pezzi la sera a cena o la mattina dopo sui quotidiani. La storiaccia di Avetrana è sotto gli occhi di tutti.

Sakineh però è sempre più in pericolo, potrebbe morire adesso o essere già stata impiccata e noi non lo sapremmo perchè ad informare il mondo intero è sempre stato il figlio, però il ragazzo è stato arrestato dal regime iraniano e adesso sulla vicenda è sceso il buio completo, non interessa, non fa vendere una sola copia in più.

Sakineh però non deve morire, sarebbe una vergogna per noi che ci siamo professati attenti al problema, salvo poi distrarci alla prima occasione. Alzi la mano onestamente chi se ne ricordava o aveva per lei un pensiero quotidiano.
Sakineh non deve morire, perchè anche se è difficile pensarlo in tante circostanze, nessun uomo ha il diritto di ucciderne un altro, qualunque sia il reato che egli abbia commesso.
Sakineh non deve morire, perchè io e non solo io, saremmo preda di conati di vomito quando nell'atto di aprire i giornali troveremmo la notizia con dovizia di dettagli, riportata da distratti reporter dei miei stivali.

Devo anche, per onor di verità, rendere merito alla sola testata italiana che ha rinunciato a degli introiti pubblicitari e di fianco alla testata da mesi mette la foto di Sakineh. Sarà che l'Unità è diretto da una donna, ma si vede una diversa sensibilità nei confronti del problema. Non condivido quasi nulla del modo di porsi di Concita De Gregorio, ma tanto di cappello a lei e a tutta la sua redazione.


Da oggi nel mio piccolo cercherò di seguirne l'esempio e ogni qualsivoglia post che pubblicherò da questo momentoe per tutto il tempo necessario, avrà in fondo la seguente scritta


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25 ott 2010

LADY OSCAR - la morte di Andrè






Se esiste un cartone animato che ha stracciato il cuore di chiunque lo abbia visto, questo è lady Oscar.


La morte di Andrè è quanto di più triste sia mai stato disegnato in un anime (i fumetti giapponesi).


Questo è l'addio degli addii, quello dal quale non si può tornare indietro.




Una rosa è una rosa, anche se essa sia bianca o rossa

Andrè



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PECORELLA



Io sono un goloso, avido ed ingordo di tutto ciò che mi piace.
Quando qualcuno o qualcosa mi prende io non mi stancherò mai e poi mai di essa, sino alla nausea, oltre a quello che sarebbe il limite del disgusto per ogni altro essere umano, io sono lì.
Se una persona, un film, una canzone mi prendono, io mi consegno a loro anima e corpo.

Questo è per me l'amore, senza limiti ne barriere, questa è la dedizione che sento e ci metto per il mio lavoro, questo è la visceralità che provo per la canzone che ho inserito oggi.

Ho già più volte detto che Futura è la mia canzone preferita, questo per mille motivi che non sto qui a ripetere, Pecorella è qualcosa di diverso.
Ne conosco tutte le versioni incise, ogni singola nota musicale è rimbombata nella mia testa migliaia e migliaia di volte. Potrei riconoscere ogni singolo strumento che la suona se comunque estrapolato dal contesto in cui è inserito.
E' pura follia, lo so, ma ho sempre detto che l'unica parte sana di me è quella che deve ancora venire a galla.

Entrando nel merito del testo, Pecorella è l'ennesimo testo dedicato a un amore finito, ma se mille giorni di te e di me di Baglioni è una storia che si racconta per immagini qui c'è il dolore struggente, vivo e poetico nello stesso tempo. Anche l'ambientazione che ci regala Lucio Dalla e nella quale si svolge è a dir poco stupenda, la sera al mare che si accendono le luci, cosa potrebbe essere più triste e romantico nello stesso tempo?

Il finale poi con il sassofono in primo piano è il passaggio musicale che vorrei avere sempre saputo suonare, puro jazz.

Credo che solo due persone sulla faccia della terra ricordano questo testo a memoria, se ancora l'autore se la ricorda, perchè mi sembra non l'abbia in scaletta durante i suoi concerti.


Ovviamente l'altro sono io.





Da leggere, rileggere, comprendere, vivere, perchè ogni singolo versetto è poesia.
Vivendo il contesto, basta estrapolarne uno e ti rendi conto quanto vero e sofferto sia.



Dove ti nascondi, pecorella?
Dimmi dove sei andata, su quale stella.

Dimmi se i tuoi occhi che amo tanto
hanno un giorno almeno, un giorno pianto.

Sei andata via
Mi hai detto: voltati
e sei andata via
ed io come un cretino ho giocato fino in fondo
mi son voltato e adesso sono solo al mondo.

Cosi' provo a cercarti
ma c'è soltanto una nuvola che può somigliarti.

Però laggiù qualcosa si muove
Porco Giuda è buio e poi fra un'ora piove.

Mi vedi, mi vedi ma se non ti muovi come pensi che io ti trovi?

Confusa tra tante stelle, oppure chi lo sa dove sarai..

Magari in piedi, nascosta da qualche parte, Pecorella il mondo è troppo grande.

Non lasciarmi solo qui, qui con me.


E' straordinario, il mare visto dall'alto è un piatto, sembra un biliardo
Le nuvole che passano veloci, com'è bello la sera al mare che si accendono le luci..

Ma.. Eh..

Che porca vita è mai questa, sempre col coltello nella schiena e un desiderio che si secca in gola e il cuore è un'altalena.

Ma ecco che ti vedo, tu mi guardi.. come guardi pecorella, come guardi!

E com'è vero, che negli occhi c'è tutto e che ogni sguardo è un mistero.

Vedo che anche tu ti commuovi, finalmente ti avvicini a dirmi cosa provi.

In piedi, nuda rimani in piedi, pecorella ti vedessi nuda come sei bella
e niente vicino a te, quella stella: brutta quella stella!

Mi credi, è bello se tu mi guardi, adesso è troppo tardi.

Dimmi è vero che domani partirai?
E se parti, dimmi ddo' vai!



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24 ott 2010

DOMENICALE - La mia rosa





E le tue parole sono ancora dentro di me,
incise sul mio cuore,
pietra tombale per un amore, che in te non è mai nato.

Rivedo ancora il sorriso che non mi hai mai mostrato,
quegli occhi, dove avrei voluto affondare i miei,
ed è come se non ti avessi mai detto addio.

Avevo visto colori, li dove dipingevi tutto di grigio,
sei stata un’illusione per me, che ti ho vissuta
senza mai davvero averti, una fantasia solo mia.

E anche se ho aspettato invano che spuntasse,
non potrò cogliere mai quel fiore che chiamavo come te,
quell’amore a cui avevo dato il tuo nome.




23 ott 2010

FOTOGRAFICO - Faro

Le foto sono un modo molto veloce per raccontare delle storie o anche semplicemente creare delle emozioni, ma saperle scattare non è da tutti.

Ecco perchè ho deciso di postarne qui alcune secondo un unico schema, scelgo un tema e lo sviluppo "rubando" le immagini qui è la.

Anche questo sarà un appuntamento fisso, settimanale e accetto spunti, ma anche vere e proprie segnalazioni.

Il primo tema era semplice, la mia perversione quotidiana.................



IL MIO FARO






DI NOTTE





LA SOLITUDINE SUL MARE








MARE IN TEMPESTA


TUTTO EBBE INIZIO COSI'




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22 ott 2010

BUONANOTTE AMORE





Buonanotte tesoro
anche stanotte dormi lontana da me
in un letto che non è il nostro.


I miei baci non ti accompagnano verso il tuo riposo,
il tuo profumo non mi cinge come in un abbraccio,
ma io resto comunque accucciato al tuo fianco.


Cerco meccanicamente il tuo corpo,
lo desidero qui con me
per sfiorarne la nudità
e regalarci un'altra notte indimenticabile,
ma anche stanotte non ci sei.



Buonanotte a te
che cerchi riposo sotto un cielo diverso dal mio
e so quanto hai voglia che questo mio saluto
ti venga sussurrato delicatamente in un orecchio,
e non solo urlato attraverso i nostri cuori.


La tua voce mi avvolge ancora
e sento che il tuo desiderio è qui al mio fianco
ed è come se avesse spostato le lenzuola
per riempire quella porzione di letto
che altrimenti rimarrebbe vuota.



Buonanotte amore,
il buio anche stavolta finirà
ed avrà inizio un nuovo giorno
da vivere ancora insieme.

............







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21 ott 2010

MASSIMO TROISI




Credo di aver accennato, tante, tantissime volte di quanto Massimo Troisi mi manchi. E' stato un punto di riferimento, un'artista che è riuscito a farci vivere la napoletanità bella, quella fatta di simpatia, di passione, di intensità, di dedizione al lavoro, di amore verso tutto ciò che esprimeva.
Un uomo che è riuscito a farmi ridere e piangere contemporaneamente e credetemi solo un'altra persona al mondo è riuscita in quest'impresa.
Li adoro entrambi.

Nel mio girovagare per il web di questi giorni, ho avuto modo di imbattermi in questo tributo che segue e l'ho fatto mio, postandolo prima sul mio canale di youtube e adesso qui. Oltretutto adooro anche la canzone che è stata usata come sottofondo, ma non avevo mai trovato modo o possibilità di inserirla qui, e' stata usata in maniera magistrale.

Le persone alle quale si vuole bene si ricordano sempre e non solo in prossimità dei compleanni o degli anniversari di morte.


Grazie Massimo per ogni risata che mi hai regalato, per ogni lacrima che mi hai fatto versare.







Tu stive 'nzieme a n'ato
je te guardaje
e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie
pe' s'annammura'
già s'era fatt' annanze 'o core.
A me, a me
'o ssaje comme fa 'o core
quann' s'è 'nnamurato.
Tu stive 'nzieme a me
je te guardavo e me ricev'
comme sarà succiesso ca è fernuto
ma je nun m'arrenn'
ce voglio pruva'.
Po' se facette annanze 'o core e me ricette:
tu vuo' pruvà? e pruova, je me ne vaco
'o ssaje comme fa 'o core
quann s'è sbagliato.



Il video che segue è qualcosa di geniale, sia per il modo in cui vengono presi in giro coloro che ANCORA OGGI ragionano in base agli stereotipi sia per il monologo che segue.

adoro, adoro, adoro Massimo Troisi.






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20 ott 2010

IO DOMANI

Non vedete foto per il momento perchè blogger non lo permette in quanto sta ristrutturando il proprio sito. Domani provvederò.





Questo post non è stato preparato prima a tavolino, ma viene scritto di getto, così come lo leggerai, con le frasi sconnesse e forse inconcludenti, ma viene da dentro e così lo riporto.

Questa mattina, come faccio d'abitudine ho segnalato su Facebook un paio di canzoni, una di essa ha una certa valenza per me, è stata la prima che "ho scaricato" da internet, un piccolo cimelio. Questo mi ha fatto pensare alla canzone che ho inserito di seguito, alle parole che ho scritto qualche giorno fa facendo un commento sul già citato social network e a tante altre cose.

Ho amato e poi rigettato questa canzone. Adesso ci ho fatto pace, adesso l'ho riscoperta e apprezzata di nuovo fino in fondo e quindi ho deciso di postarla (forse di nuovo).

Una superba Mina in una cover di Marcella Bella, un testo che adoro, dei ricordi che serberò sempre e comunque nel mio cuore.

Lo so, non più tardi di ieri ho detto che il privato, il mio, non fa parte di questo blog, ma come faccio a scegliere le canzoni che inserisco qui se non potessi basarmi sui miei gusti personali sui miei ricordi e le mie esperienze di vita? I ricordi sono parte di noi e se la persona che è legata ad essi è importante e punto di riferimento, nasconderlo sarebbe una grave offesa.








Io domani glielo dico che non l'amo,
gli confesso che al suo posto ci 6 tu.
Ho lottato contro l'attrazione delle tue mani
mi facevo scudo con un sentimento che era spento.
Cosa importa se con lei dovrò dividerti, meglio respirarla piano la felicità, aspettandoti.
Io domani avrò cura dei pensieri tuoi,
sarò donna oppure solo amica come tu mi vuoi.
Guardami negli occhi caro amore mio, dimmi se qualcuno vuol dividerci.
Tu non sai di cosa non sarei capace io.
Io domani glielo dico che non l'amo più.
Come neve sciolta ho la sensazione di restare sola.
Forse un per volta ci diremo appena una parola.
Guardami negli occhi caro amore mio dimmi se qualcuno vuol dividerci.
Tu non sai di cosa sarei non capace io.
Io domani sembra assurdo ma ricomincierei cosa importa se dal primo istante avevi scelto lei.
Io domani ma che dico
se il domani è qui,
la mia storia vuole stata troppo bella per finire cosi.
Guardami negli occhi caro amore mio dimmi se qualcuno vuol dividerci.
Tu non sai di cosa sarei non capace io!

19 ott 2010

E. T.




Rubo un pò di tempo alla mia pausa di riflessione per porre anche a voi un quesito che da qualche giorno mi sta tormentando. Spero mi sarete utili in qualche modo per meglio capire.




Il tempo che ho a disposizione da quando non sto scrivendo qui le mie elucubrazioni sto cercando di impegnarlo in maniera proficua, leggendo un pò di cose in giro sul web, aggiornandomi o come avete visto domenica cimentandomi in nuove sfide. Mi conosco e so per certo che fare a cazzotti con me stesso è difficile, per battermi devo inventarmi nuove sfide.
Però avendo tanto tempo a disposizione mi trovo anche nelle condizioni di riflettere con più calma e vedendo i fatti che in questi giorni che sono sulle prime pagine dei giornali, mi sono posto una domanda.

Se oggi atterrasse sulla terra un extraterrestre, che si trovava in orbita intorno all'Italia da 15 giorni, alla domanda "questa che ho osservato è la vostra normalità?" io come potrei rispondere?

Certo uno zio che uccide la nipote sarebbe facile da argomentare come non normale. Poi però mi viene in mente AnnaMaria Franzoni e il piccolo Samuele, Pietro Maso e i genitori, Erika che uccide la madre e il fratellino e la lista potrebbe essere molto più lunga e quel punto l'imbarazzo da parte mia sarebbe evidente. Non saprei da dove cominciare e cosa dire.

Non saprei poi nemmeno come spiegargli questo sistema dei due pesi e delle due misure di fronte della legge. Come potrei fargli capire che se un reato è commesso da un italiano e ha come vittima uno straniero è da commiserare, da compatire e quasi da non condannare, mentre se è lo straniero a compiere un delitto siamo pronti alle deportazioni di massa nella più pacifica delle ipotesi? La certezza della pena è solo per gli stranieri o per tutti? Cavolo, meglio cambiare di nuovo discorso.

Però poi il grado di difficoltà aumenta a dismisura se in qualche modo iniziamo a parlare di politica e del modo in cui si conducono tutte le "battaglie" in nome degli ideali che ispirano i nostri rappresentanti nelle istituzioni. Come potrei spiegargli l'alto valore della lotta che si è scatenata intorno alla casa di Montecarlo e le ville ad Antigua? Come potrebbe lui capire che sono più importanti della crisi economica che ci attanaglia, della disoccupazione giovanile alle stelle, del modo in cui vengono gestiti i servizi pubblici? Oddio, a onor del vero non lo capisco io e quindi mi verrebbe difficile da spiegare a qualcun altro, figuriamoci un extraterrestre.

A questo punto mi devo augurare che non sposti mai il discorso sul modo in cui trattiamo l'ambiente che ci circonda, che non tocchi mai come argomento le persone che non sono nate in Italia e che viviamo come estranei invece che stranieri, pregando che non mi chieda mai della separazione che i padani di origine celtica (?) vogliono dai terroni e di quali argomentazioni li muovono.

Lo so, potrei ribattergli dicendogli che tutto ciò è facile populismo, che bisogna calarsi nelle realtà per capirle e non certamente vederle dall'alto, ma poi in pratica non avrei risposto ne a lui e soprattuto neanche a me stesso.

Insomma se mai dovesse pormi di fronte a questo quesito, come potrei evitare di citare Eugenio Finardi e chiedergli io di portarmi via, su di una stella che sia tutta mia. Quali sono i motivi per cui uno non dovrebbe scappare da questa realtà e fuggire lontano dalla nostra nazione?

Io ce li ho i miei e li scriverò tra oggi e domani nella pagina dei commenti, ma aspetto le vostre di idee in merito. Spero riusciate ad aiutarmi nell'opera di cementare la mia convinzione che le battaglie non si rifuggono, ma si affrontano.










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SOTTOFONDO MUSICALE



EXTRATERRESTRE Eugenio Finardi
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17 ott 2010

DOMENICALE - Immobile






Immobile,
immerso nel buio,
solo una lama di luce filtra dalle persiane chiuse
illuminando un granello di polvere che danza leggero nell'aria
ed io sono qui, seduto immobile sul freddo pavimento.


Immobile,
questa maledetta lancetta dei secondi che non la smette più
con il suo ticchettio si è impossessata della stanza,
tac, taac, taaac, taaaaaaac
ma cosa ti ho fatto di male che mi devi squassare i timpani con il tuo tac?


Immobile,
non sento nemmeno più il torpore alle gambe,
seduto qui da ore senza muovere un muscolo
sono rimasto solo, con i miei pensieri che si muovono intorno a me.


Immobile
senza allegria,
lacerato, confuso, stanco,
il respiro mi incatena alla realtà
mentre la testa è ormai lontana, smarrita chissà dove.


la verità è che ho perso la voglia di cercarti
e con essa il desiderio di qualsiasi cosa che possa ricordarmi che sono vivo,
per questo non mi resta niente di meglio da fare
che restare qui,
immobile.



Non tutto il male viene per nuocere. L'apatia che mi ha rapito va combattuta fieramente e io conoscendomi so che per farlo devo inventarmi qualcosa che stimoli la mia intelligenza, una nuova sfida, quello che hai visto su è il risultato.

E' il mio primo video, nulla di eccezionale, ma per me è già stato un piccolo traguardo riuscirci. Migliorerò tecnicamente, lo so, con il tempo anche questo mi sembrerà un pezzo da archeologia, ma è il mio primo video, ha su una mia poesia (poesia? esagerato) ed è l'inizio di un nuovo appuntamento, domenicale appunto, che sarà puntuale ogni domenica qui sul blog e che poi riprenderò il lunedi mattina su facebook.

Spero risulti gradito lo sforzo e anche il risultato.

Buona domenica a tutti


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DEESTINY OF LOVE: Yiruma

15 ott 2010

PREVERT




I RAGAZZI CHE SI AMANO


I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti

La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno

Nell'abbagliante splendore del loro primo amore





DEMONI E MERAVIGLIE

Venti e maree
Lontano di gia' si e' ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento

Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree

Lontano di gia' si e' ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste

Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.



APPUNTAMENTO PER DOMENICA ALLE 10.00 CON UNA NOVITA' ........



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14 ott 2010

PREGHIERA



Quando come in questi casi la luce si spegne da sola, non mi rimane che prenderne atto.

Non c'è un motivo, non c'è un perchè, si è spenta e basta.

La testa si fa improvvisamente pesante e diventa necessario per me estraniarmi da tutto e da tutti, nasce la necessità fisica di staccare da tutto e da tutti, respirare così un pò aria pura e fresca. Non sono una presa di corrente dove introduci la spina e hai elettricità, al massimo sono una mini stilo, di quelle ricaricabili che ha bisogno del suo tempo per rigenerarsi.

Devo adesso ritrovare dentro di me la voglia e la necessità di essere di nuovo Guardiano o forse solo me stesso. Cosa che al momento è lontana mille miglia, in una direzione indefinita e se il faro non mi illumina perbene la notte, mi sa che rimarrò al buio ancora per un pò.

Quella che al momento è la flebile voce del guardiano non mancherà. Userò però parole di altri per un pò. Il nostro appuntamento pseudo quotidiano quindi continuerà, ma non chiedetemi di rispondervi in chat, sarà spenta, non chiedetevi perchè non dò seguito ai messaggi in posta elettronica, semplicemente non ne ho voglia, soprattuto non contattami in nessun modo, vorrebbe dire che non avete capito ciò che sto scrivendo e soprattuto non rispettate i miei desideri.

Lasciate che la luce del faro rischiari la mia di giornata, o che perlomeno mi dia l'idea di come continuare o semplicemente riprendere ad andare avanti


A presto naufraghi.



13 ott 2010

45503 - EVERYONE





Per chi ha ormai un posto fisso, una residenza stabile qui sull'isola, questa non è una novità.

Seguo e rilancio da sempre le attività umanitarie che hanno come scopo finale quello di aiutare i bambini bisognosi e come sempre in questi casi ho già di mio contribuito con l'invio di un sms.


Prima di chiedervi una donazione vi invito a leggere quanto segue, è un estratto di ciò che trovate collegandovi al sito di Save The Children (
clicca qui) per capire a cosa servirebbero i vostri 2 euro.



1 milioni di bambini sotto i 5 anni continuano a morire ogni anno per cause banali e prevenibili. Un terzo di queste morti ha come concausa la malnutrizione, acuta o cronica, denuncia il Rapporto su La mortalità infantile e l’impatto della malnutrizione di Save the Children – la più grande organizzazione internazionale indipendente che dal 1919 lotta per migliorare concretamente le condizioni di vita dei bambini. Sono oltre 4 milioni in Africa, 3.7 milioni in Asia e circa 240 mila in America Latina e nei Caraibi, i bambini che perdono la loro battaglia per la sopravvivenza ogni anno. 64 i paesi dove si combatte questa guerra e dove si concentra il 95% delle morti infantili del pianeta. Ciad, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Guinea-Bissau, Sierra Leone, Mali, Somalia, Repubblica Centro Africana, Burkina Faso, Burundi, i 10 stati con i più alti tassi di mortalità infantile del mondo. Il 90% delle morti è dovuto a poche, prevenibili e curabili malattie: in particolare, polmonite, diarrea e malaria sono responsabili di oltre il 40% dei decessi infantili. Oltre 3.5 milioni di morti avviene alla nascita, in gran parte dei casi per gravi infezioni. Per questo Save the Children ha lanciato nel 2009 la Campagna Every One e ha deciso di impegnarsi concretamente a salvare 2.500.000 bambini entro il 2015, a raggiungere con programmi di salute e nutrizione circa 50 milioni di donne in età fertile e bambini e a mobilitare 60 milioni di sostenitori in tutto il mondo.



Il resto dell'articolo come ho detto è sulla pagina di Save the children (clicca qui).


Come ho già detto, il mio sms ieri sera è partito, ma come sempre in questi casi spero non sia il solo e rilancio se avrò prova che qualcuno di voi lo ha inviato ne spedirò un altro a mia volta.



Vediamo cosa siamo capaci di fare anche questa volta e insomma, invece di mettere un mi piace,


INVIATE UN SMS AL



45503

12 ott 2010

INVITO A CENA



Qualcosa di quello che leggerai è verosimile, abbastanza è veritiero, tanto è vero. Sta a te naufrago capire come catalogare il tutto :-).

Buona lettura.





Com'è che sono al lavoro vicino al mio banco di cucina?


Non mi ero ripromesso mai più per una donna? Mai più passare le ore ad ingegnarmi per preparare uno di quei piatti speciali che ho appreso frequentando per anni chef e cucine? Invece eccomi di nuovo qui, il coltello a punta nella destra e nella sinistra l'arancia che deve diventare il secondo cestino per contenere gamberetti e salsa rosa. L'abitudine l'ho persa a preparare questi "gioiellini" e lo so che Enzo si vergognerebbe di me per come ho maltrattato i primi agrumi, però a mia discolpa posso sempre ricordare che avevo detto mai più e sono passati degli anni da quel giorno. La manualità non è una merce che si compra al mercato, per fortuna le arance si e ne avevo presa prudentemente qualcuna in più, immaginavo già.


Devo anche ammettere che ho avuto una buona idea a far partire sin d'ora la musica di Mario Biondi, è rilassante e mi fa lavorare tranquillo. Mi sa che saranno le sue canzoni il vero piatto forte della serata.


La tavola è stata imbandita da tempo. Quello era il mio "mestiere" e il mix tra il geometra e maitre ha sempre sortito un gran bel risultato. La tovaglia cade perfettamente sui quattro lati ed è praticamente immacolata e d'altronde adoro questo colore.
I tovaglioli rigorosamente di stoffa sono stati piegati con cura, ma ho evitato forme strane, è un invito a casa e non una cena di gala al ristorante, l'eleganza è data in questo caso dalla semplicità e da altri piccoli dettagli, come l'idea dei petali di rosa sul sparsi in giro, geniale.
Le posate le ho sistemate come da galateo. Ci tengo anche se mangio da solo, figuriamoci oggi. E poi mi piace l'angolo che formano con i bicchieri, un 45° perfetto, che razza di geometra sarei altrimenti?
Ho evitato candele e fiori come centro tavola, non sarebbero stati funzionali, orpelli inutili e ingombranti. Di certo giocherò con le luci per creare una giusta atmosfera, ma senza esagerare. D'altronde preparerò e guarnirò i piatti in maniera speciale, voglio che si veda tutto il lavoro che sto facendo, la penombra mi penalizzerebbe.


Avevo detto mai più e invece eccomi qui, maniacale come non mai a preparare antipasti e le relative guarnizioni.
I crostini per le alici marinate, la fetta di pane tostato per il salmone affumicato con riccioli di burro da servire al momento, il pinzimonio con un battito finissimo di olive nere e cipolle da cospargere sul pesce spada.
In frigo fanno già bella figura i piatti di frutti di mare crudi da servire al momento, chissà se le piacciono le ostriche? E meno male che mi sono ricordato del panno bagnato per mantenerle fresche e non far impregnare del loro odore le rose che ho ricavato con la buccia dei pomodori, perfette centro piatto per gli antipasti.
La salsa rosa? Si, è in fresco, di fianco all'insalata di mare da servirsi in una ciotola che creerò con foglie di lattuga.
Tutto ciò che concerne gli antipasti è ormai ben definito e pronto da impiattare.


Mai più. I bei ricordi non si sporcano e se ad ad essi se ne sovrappongono degli altri si corre questo rischio. Ogni storia deve avere uno sviluppo tutto suo, che non deve ricalcare ciò che c'è stato nel passato. Gli schemi sono per le persone senza fantasia, per nulla spontanee. Forse anche per questo sono qui a preparare il tutto da solo, la scorsa volta "l'aperitivo" fu eccezionale, meglio quindi non avere compagnia, non l'ho voluta di proposito. Forse il dessert potrebbe avere lo stesso sapore, ma è meglio non aspettarsi nulla da questa serata.


I gamberoni sono sgusciati e pronti per essere dovutamente rosolati nel burro, condimento per un linguino eccezionale e che mi ha sempre fatto fare una bella figura, anche quando ho regalato la ricetta.
Però in quelle circostanze ho sempre "volutamente dimenticato" l'ingrediente finale, "il tocco degli angeli", come lo chiamava lo chef. Gli promisi che sarebbe stato tramandato solo per linea maschile, chissà se lo suggerirò mai.


Il Greco di Tufo è davvero arrivato a temperatura e cucinare avendone bevuto un bicchiere, mentre sbocconcellavo mi ha reso davvero tutto molto più leggero. Due bottiglie chiedono solo di essere stappate, le ho comprate da un'azienda vinicola poco conosciuta ma con un prodotto eccezionale, a me piace da morire.


Allora ricapitoliamo.
Gli antipasti sono pronti e solo da impiattare.
L'intingolo per la pasta chiede solo di essere riscaldato per completare la cottura nella padella.
La tavola è un'amore.
L'atmosfera sarà creata ad arte e la playlist può continuare ad risuonare per ore.
Ok, tutto è pronto, solo il tempo di ripulire la cucina e far cambiare aria a quest'ambiente e la casa è davvero in ordine.

Cosa manca?
Nulla, la doccia è stata più che veloce, la camicia azzurra e il jeans stinto indossati, le sneakers blu comode e ad hoc per l'occasione.

Cosa devo.............


DRIIIIIIIIIIN DRIIIIIIIIIIN


E' arrivata, che la magia abbia inizio.




In sottofondo avrei voluto mettere più brani di Mario Biondi, ma credo che questo sia stato perfetto.



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11 ott 2010

SENZA DI TE





Poeta londinese, morto a Roma all'inizio del diciannovesimo secolo, John Keats non è certamente tra quelli che vengono definiti "immortali" dai ben pensanti, ma il suo modo di scrivere poesie a me piace tantissimo.

E' vero, c' è sempre una nota di melanconia in ogni suo scritto e forse non sono nemmeno tra le più originali le sue odi, ma per uno che come me che ha uno spirito critico letterario molto limitato, riescono davvero piacevoli da leggere, cosa che mi capita di fare di tanto in tanto.

Oggi mi permetto di proporvi una sua lirica che a me piace molto.



SENZA DI TE


Non posso esistere senza di te.

Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.

Mi hai assorbito.

In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.

Avrei paura a staccarmi da te.

Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.

Ora non ne sono più capace.

Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.




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STARE SENZA DI TE Pooh Karaoke versione
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8 ott 2010

SHORT MESSAGE SERVICE



Sono impedito.

Sono impedito nello scrivere SMS dal mio modo di esprimermi, non che non sia capace, ho la presunzione di ritenermi "tecnologicamente all'avanguardia" e anche oltre se possibile. Il fatto è che non riesco ad esprimere i miei sentimenti quando ho di fronte la tastiera QWERTY del mio smartphone, non sono capace di trasmettere in poco spazio i miei sentimenti, non so come si fa ad asciugare i miei desideri e le mie speranze per condensarli in uno Short Message Service. Ritengo che tutto sia falsato se non espresso doviziosamente.

Però poi l'altro giorno mi sono ricreduto ed emozionato quando ho avuto la possibilità di leggerne uno che mi ha sorpreso oltre ogni aspettativa.

Ho immediatamente chiesto il permesso di poterlo riportare qui e sia il destinatario che la mittente mi hanno autorizzato. Ve lo ripropongo di seguito, con la stessa punteggiatura, le stesse pause. Identico.



Sono ancora avvolta dal calore del mio letto,
abbraccio il mio cuscino, penso ....


Mi hai stravolto i pensieri
ti desidero,
anche se non so se mai potrò averti ....


ma solo la sensazione di vivere fra le tue braccia
e sfiorare la tua pelle,
mi accompagna il pensiero in un sogno meraviglioso
dove l'amore è al centro di tutto!


Mi vivo ogni attimo come se fosse l'ultimo............


e se così un giorno sarà,
avrò solo dei ricordi pieni di passione e desiderio.



Beh lo so da solo che non sono 160 caratteri, ma più sms concatenati, ma io non sarei stato lo stesso capace di scriverlo. Posso solo copiarne un aggettivo per definirlo MERAVIGLIOSO.



P. S. I più attenti e forse anche i più "anziani" del blog avranno notato che questo è il secondo post dedicato a un SMS (clicca qui) e per giunta ho usato lo stesso sottofondo musicale. Credo che era perfetto all'epoca, lo è anche oggi.




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E PENSO A TE Richard Clayderman
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7 ott 2010

LA PRIMA PIOGGIA D'AUTUNNO



Pensieri sparsi, raccolti durante la prima pioggia di autunno.



La natura è stupenda, da ammirare nel suo ciclico e maestoso ripetersi con i suoi ritmi sempre uguali e mai identici, a noi uomini non resta che rimanere fermi e ammirarla, cercando di non deturparla troppo con le nostre fabbriche e la nostra tecnologia.
Il tempo trascorre inesorabile, le stagioni si susseguono e lì dove poco meno di un mese fa, al mio risveglio trovavo ad attendermi una polo a maniche corte, adesso mi ritrovo una camicia e un giubbino, necessario perlomeno la mattina presto. E' l'autunno che ci sta ormai avvolgendo sempre più con i suoi ritmi, quelli che ci rallentano nelle nostre operazioni quotidiane, una stagione che si riconosce dai colori che cambiano, dalla luce solare che dura sempre di meno durante l'arco della giornata, dalla pioggia sempre più frequente.

Martedì era attesa copiosa sin dalle prime ore della mattina. Il suo preannunciato arrivo aveva anche sconvolto i miei piani lavorativi, poi però è mancata o perlomeno ha tardato ad arrivare, sin quasi poi a sorprendermi nel momento in cui è giunta impetuosa.

Ero immerso, a dir poco circondato da un quasi innaturale silenzio, l'assenza di suoni non è una nostra compagna, non ci siamo più abituati e in questo contesto che il temporale si è scatenato incessante sulla tettoia che mi riparava, ha così avvolto lo spazio tutto intorno a me. In pratica ero al centro di una barriera d'acqua scrosciante, che però non aveva modo di bagnarmi, ero nelle condizioni di godere di quel continuo ticchettio, fatto di goccie d'acqua indemoniate che si frantumavano sulla tettoia che mi riparava.

Stavo ricevendo in dono un regalo inatteso, una sensazione di pace, una quiete inaspettata dovuta ad un fracasso assordante.

Mi sono reso conto subito che questo momento non era di certo dovuto alla mancanza di preoccupazioni, cosa impensabile per nessun essere umano adulto, la tranquillità era figlia dell'armonia che madre natura mi stava donando, in maniera franca e schietta mi stava mostrando la sua maestosità attraverso una forma di vita minuscola, una goccia di acqua.

E mi sono ritrovato a riflettere per l'ennesima volta su quanto l'acqua sia vita e perfezione, non ha forma e nello stesso tempo è in grado di assumerle tutte, l'acqua che ci può travolgere o accarezzare, l'acqua che non è rumore, ma il suo suono ha regalato un lenitivo massaggio a tutti i terminali nervosi del mio corpo, una sorta di calmante dell'anima.

L'acqua, la pioggia e il conflitto con le tegole che mi riparavano, un conflitto che si ripeteva come ogni autunno, da millenni a questa parte, mi avevano in pratica riportato ai primordi dell'umanità, all'origine della vita e nulla della schiavitù dei nostri giorni era più dentro di me.

So per esperienza personale che quando si palesano questi eventi "magici" non bisogna tentare di ripeterli, di solito i seguiti come nei film falliscono miseramente e sorge il dubbio che anche la prima occasione fosse solo un'illusione, di certo è stato un momento di vita a cui non avrei mai rinunciato, perchè sono stato a stretto contatto con la parte più intima della natura, ed ho apprezzato fino in fondo anche il piacere che essa sa regalarci, anche con una semplice, minuscola, goccia di acqua.


P. S. Oggi ancor di più, questo sottofondo musicale è appropriato.


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WHEN THE LOVE FALLS Yiruma
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