27 ott 2010

TRE




Devo due premesse a questo post per renderlo "comprensibile" a chi lo leggerà.


La prima è che so di mio, che scrivere per due giorni di seguito di argomenti che riguardano "la quotidianità" potrebbe portare ad un disamoramento verso questo blog da parte delle persone che qui cercano un pò di svago o anche un modo per evadere dalla vita di tutti i giorni. Sono necessità che comprendo, ma non bisogna mai farlo dimenticando tutto ciò che ci circonda, sarebbe doppiamente delittuoso.

La seconda è che sono probabilmente incapace di "scrivere" come vorrei davvero questo post. Ci giro intorno da più di un anno e non sono mai riuscito davvero a trovare le "parole", perchè è un argomento così delicato, così intenso, così mio, che forse la troppa emozione mi rende incapace di esprimermi come si deve, ma ho anche la voglia di farlo.

Abbiate quindi un pò di amichevole comprensione per il guardiano se troverete doppiamente scocciante questo scritto, ma questa è pur sempre l'isola della quale sono (spero) un'amabile dittatore e quindi si fa come dico io :-)



Ogni giorno lavorativo sono in TRE. Questo, che per tanti è il numero perfetto, è anche il numero di operai, che secondo gli studi statistici, non fanno ritorno a casa perchè vittime di un incidente mortale sul luogo di lavoro.

TRE sono le persone che ieri non hanno imboccato la via del ritorno, operai per la maggior parte, che la mattina sono usciti di casa salutando i parenti e dando forse loro appuntamento per la cena, un pasto che poi nessuno ha consumato per l'angoscia figlia del luttuoso evento.

La sicurezza sul lavoro non è un diritto, ma anche un dovere e io lo posso, lo devo affermare con forza, perchè il settore in cui opero è quello che paga il prezzo più alto di quel TRE.


un addetto al settore dell'edilizia muore ogni giorno, è il mantra che ripeto ogni mattina che esco di casa


Lo ammetto una volta di più "amo il mio lavoro" e lo affronto quasi sempre con gioia, perchè la sua bellezza risiede nel fatto che ogni giorno che mi trovo davanti non è per nulla paragonabile a quelli che ho già vissuto, seppure le lavorazioni che si susseguono sono simili se non addirittura identiche. Realizzare un solaio o un muro si fa sempre nello stesso modo, sono gli ambienti circostanti che cambiano di volta in volta, rendendo il tutto semplicemente affascinante, ma anche tremendamente complicato dal punto di vista della sicurezza in quanto la ripetizioni dei gesti (industrializzazione) mette nelle condizioni di diminuire i pericoli a cui sa va incontro, ed è ovvio, che in scenari sempre diversi nascono sempre nuove difficoltà da affrontare .
Certo, proprio per questo motivo la soglia dell'attenzione dev'essere sempre altissima, ma è umano avere delle distrazioni o disattenzioni ed è solitamente quello il momento in cui........

Una persona al giorno muore in edilizia e il numero maggiore di incidenti si verifica il pomeriggio, quando la durezza del lavoro si trasforma in stanchezza, quando qualcuno ha omesso di indossare i Dispositivi Personali di Protezione, quando in un ambito comunque sempre poco sicuro come un cantiere, i possibili pericoli si trasformano concretamente in incidenti.

Non voglio dare l'impressione di scaricare sulla negligenza personale la colpa degli eventi mortali, lungi da me, parlo con cognizione di causa, perchè la morte l'ho vista con i miei occhi, l'ho sfiorata alcune volte in questi anni e so che spesso c'era molto di mio se stavo andando incontro a quel terribile appuntamento.

Ed è forse questo il motivo principale per cui sono legato all'argomento sicurezza, perchè nel momento in cui viene a mancare un'idiota come me, si viene a creare un pò di spazio in più sulla terra e in tanti ne traggono un vantaggio, ma questo non deve assolutamente accadere per nessun altro essere a questo mondo.

Ho avuto la fortuna di vedere la campgana ministeriale che ti aggiunto qui di seguito naufrago, ma penso a chi l'ha "ispirata" e credo che sia un obbligo morale per me ricordarli in questo modo, facendo in modo che siano sempre di meno tutti coloro che non faranno ritorno a casa dai loro cari, da stasera in poi.







Questo forse è troppo melodrammatico, ma è terribilmente reale.






SAKINEH NON DEVE MORIRE


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1 commento:

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