Un mese e mezzo fa su tutte le testate campeggiava quest'immagine e tutti i giornalisti erano lì a ricordarci che c'era un reale pericolo, che la sua possibile lapidazione era prossima e che ormai aveva i giorni contati. Oggi niente, informazioni 0.
Le notizie che ci vengono "spacciate" dai media sono solo dei contorni alla pubblicità che ci viene venduta con i giornali e i TG. I pennivendoli di professione che si spacciano per cronisti hanno il solo compito di tuffarsi nella melma più puzzolente che esiste per regalarcene dei pezzi la sera a cena o la mattina dopo sui quotidiani. La storiaccia di Avetrana è sotto gli occhi di tutti.
Sakineh però è sempre più in pericolo, potrebbe morire adesso o essere già stata impiccata e noi non lo sapremmo perchè ad informare il mondo intero è sempre stato il figlio, però il ragazzo è stato arrestato dal regime iraniano e adesso sulla vicenda è sceso il buio completo, non interessa, non fa vendere una sola copia in più.
Sakineh però non deve morire, sarebbe una vergogna per noi che ci siamo professati attenti al problema, salvo poi distrarci alla prima occasione. Alzi la mano onestamente chi se ne ricordava o aveva per lei un pensiero quotidiano.
Sakineh non deve morire, perchè anche se è difficile pensarlo in tante circostanze, nessun uomo ha il diritto di ucciderne un altro, qualunque sia il reato che egli abbia commesso.
Sakineh non deve morire, perchè io e non solo io, saremmo preda di conati di vomito quando nell'atto di aprire i giornali troveremmo la notizia con dovizia di dettagli, riportata da distratti reporter dei miei stivali.
Devo anche, per onor di verità, rendere merito alla sola testata italiana che ha rinunciato a degli introiti pubblicitari e di fianco alla testata da mesi mette la foto di Sakineh. Sarà che l'Unità è diretto da una donna, ma si vede una diversa sensibilità nei confronti del problema. Non condivido quasi nulla del modo di porsi di Concita De Gregorio, ma tanto di cappello a lei e a tutta la sua redazione.
Da oggi nel mio piccolo cercherò di seguirne l'esempio e ogni qualsivoglia post che pubblicherò da questo momentoe per tutto il tempo necessario, avrà in fondo la seguente scritta
SAKINEH NON DEVE MORIRE
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TRATTO DA FACEBOOK
RispondiEliminaLilly Nava
.. e dopo l'indignazione... l'orrore....lo sgomento.... subentra l'indifferenza.
Come siamo strani noi.... in due secondi ci mobilitiamo e in altrettanti due secondi riusciamo a farci scivolare tutto addosso....
Bravo Guardiano che ce l'hai ...ricordato...
Il vomito non verrà a nessuno....
RispondiEliminaproviene da una famiglia povera...
è stata costretta a sposare un uomo più vecchio...
per anni è stata picchiata abusata,e costretta dal marito drogato ad avere rapporti sessuali con altri uomini...
quando lei chiese il divorzio lui rifiutò...
poco prima di giustiziare qualcuno li costringono a parlare in tv del loro crimine e a condannarsi da soli...
e forse e' ora di vomitare...
nonnina
scrivo qui il commento che potrebbe essere posto di seguito ai tanti interventi che riguardano Sakineh.
RispondiEliminaSeguendo il filo delle mia memoria, ricordo pochissimi casi in cui un condannato a morte non sia stato poi condannato e questo non è mai successo negli stati a regime totalitario, figuriamoci poi quest'Iran che è a forte matrice religiosa. Quindi è giusto prendere in considerazione il fatto che Sakineh è semplicemente una donna morta che cammina.
La vergogna invece è nel fatto che noi che ci riteniamo popoli civili, ci indigniamo a tempo, finchè non quietiamo la nostra coscienza. Questa storia va avanti da mesi, qualcuno ricorda interpellanze parlamentari o articoli di giornale sulla vicenda? Nessuno, finchè c'è pressione pubblica, il cammino di Sakineh su questa terra continuerà (forse) come si allenterà definitivamente la presa, mi spiace dirlo, ma capiremo se l'avranno uccisa con un linciaggio o un'impiccagione.
Guardiano realisticamente cinico