Pensieri sparsi, raccolti durante la prima pioggia di autunno.
Il tempo trascorre inesorabile, le stagioni si susseguono e lì dove poco meno di un mese fa, al mio risveglio trovavo ad attendermi una polo a maniche corte, adesso mi ritrovo una camicia e un giubbino, necessario perlomeno la mattina presto. E' l'autunno che ci sta ormai avvolgendo sempre più con i suoi ritmi, quelli che ci rallentano nelle nostre operazioni quotidiane, una stagione che si riconosce dai colori che cambiano, dalla luce solare che dura sempre di meno durante l'arco della giornata, dalla pioggia sempre più frequente.
Martedì era attesa copiosa sin dalle prime ore della mattina. Il suo preannunciato arrivo aveva anche sconvolto i miei piani lavorativi, poi però è mancata o perlomeno ha tardato ad arrivare, sin quasi poi a sorprendermi nel momento in cui è giunta impetuosa.
Ero immerso, a dir poco circondato da un quasi innaturale silenzio, l'assenza di suoni non è una nostra compagna, non ci siamo più abituati e in questo contesto che il temporale si è scatenato incessante sulla tettoia che mi riparava, ha così avvolto lo spazio tutto intorno a me. In pratica ero al centro di una barriera d'acqua scrosciante, che però non aveva modo di bagnarmi, ero nelle condizioni di godere di quel continuo ticchettio, fatto di goccie d'acqua indemoniate che si frantumavano sulla tettoia che mi riparava.
Stavo ricevendo in dono un regalo inatteso, una sensazione di pace, una quiete inaspettata dovuta ad un fracasso assordante.
E mi sono ritrovato a riflettere per l'ennesima volta su quanto l'acqua sia vita e perfezione, non ha forma e nello stesso tempo è in grado di assumerle tutte, l'acqua che ci può travolgere o accarezzare, l'acqua che non è rumore, ma il suo suono ha regalato un lenitivo massaggio a tutti i terminali nervosi del mio corpo, una sorta di calmante dell'anima.
L'acqua, la pioggia e il conflitto con le tegole che mi riparavano, un conflitto che si ripeteva come ogni autunno, da millenni a questa parte, mi avevano in pratica riportato ai primordi dell'umanità, all'origine della vita e nulla della schiavitù dei nostri giorni era più dentro di me.
So per esperienza personale che quando si palesano questi eventi "magici" non bisogna tentare di ripeterli, di solito i seguiti come nei film falliscono miseramente e sorge il dubbio che anche la prima occasione fosse solo un'illusione, di certo è stato un momento di vita a cui non avrei mai rinunciato, perchè sono stato a stretto contatto con la parte più intima della natura, ed ho apprezzato fino in fondo anche il piacere che essa sa regalarci, anche con una semplice, minuscola, goccia di acqua.
P. S. Oggi ancor di più, questo sottofondo musicale è appropriato.
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Come si fa a non amarti?
RispondiEliminaSpero di trovare oggi una pioggia calmante. Purtroppo in autostada la pioggia mi mette ansia.:-))
RispondiEliminaSorellina preoccupata