3 mag 2013

I FILM CHE AMO - L'ultimo samurai






Io ho da sempre un approccio molto particolare verso questa pellicola, qualcosa che si rinnova ogni volta che mi pongo alla visione de l’ultimo Samurai, perché questo film rappresenta in maniera visuale una parte importante della mia esistenza, quella in cui mi sono formato, quel periodo della mia vita in cui ho gettato le basi per l’uomo che sono poi diventato.

Nelle due ore e spiccioli di pellicola, riesco di nuovo ad assaporare il trasporto che ho provato per tutto ciò che è oriente, per la sua disciplina e per le arti marziali. Riesco ad emozionarmi per una storia d’amore appena accennata, senza dimenticare infine che nel complesso sono tratteggiati egregiamente i temi dell’integrazione, della poesia, dell'onore ed il  rispetto di quell'amicizia vera che può nascere anche tra esseri all’apparenza diversi, ma in realtà identici.

E’ davvero un film completo, scritto con cura e amore. 

 

La mia persistente partecipazione emotiva, nasce dal fatto che oltre alla bellezza della trama, essa è stata davvero ben scritta dagli sceneggiatori e la dovizia di particolari sono funzionali alla creazione della Storia.

Il film ci mostra in maniera semplice quel lato romantico che permeava gran parte dei samurai, intrisi di uno smisurato senso del rispetto, che riversavano in ogni ambito della loro vita, sino al punto di essere certi non avere nemici, ma solo avversari, sottigliezza, che in tempi di odiatori seriali, andrebbe spiegata per bene.

Tutto questo senso dell’onore, che provavano verso se stessi e agli altri,  era dovuto anche alla loro percezione del futuro, visto che avendo superato i confini che ci pone di fronte l’idea stessa della morte, si ponevano di fronte ad ogni respiro come se fosse sempre l’ultimo e godendone sino in fondo.

Il film racconta inoltre di come si svolgeva la vita nel medioevo giapponese e gli attori sono stati tutti perfetti nel calarsi all’interno della loro parte.

 

Ho rivisto spesso questa pellicola, quasi sempre da solo, perché da sempre quando guardo un film mi estraneo e in questo caso in particolare, cerco anche di vivere ogni attimo della storia sulla mia pelle, provando maggiore coinvolgimento rispetto al solito film, anche perché avendo letto, studiato ed amato quel mondo, che non è mai stato il mio, una sorta di malinconia mi rapisce e mi regala emozioni intense. 

 

Ogni scena, come scrivevo prima, è stata curata in ogni singolo dettaglio, dall’uso della Katana ai vari cerimoniali imperiali sono pochi gli errori che saltano agli occhi di chi sa cosa vedere. Devo però ammettere che le scene di guerra meritano una citazione a parte. Esse sono drammaticamente stupende, girate in modo tale da sentirsi quasi immersi nella battaglia, si ha quasi l'impressione di essere nel bel mezzo dell'azione, di sentire l’odore del sangue misto alla polvere da sparo, quasi circondati da migliaia di  pallottole. Un coinvolgimento così intenso che a volta si ha quasi la voglia di essere lì e di volere in qualche modo in grado di proteggere Kazumoto, che sta morendo sotto i colpi dell’artiglieria nemica, ma che poi non dovrebbe essere tale,

Quando un film entra in maniera così prepotente nello spettatore, a tal punto da farlo sentire partecipe delle scene, vuol dire soltanto che è stato davvero ben girato.

 

Vi consiglio di recuperarlo, se non lo avete mai visto o di rivederlo, in pace, al buio e forse potreste capire qualcosa di più, di chi scrive sulle pagine di questo blog.

 





















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