Pensateci, è una parola che ci viene ripetuta con un'ossessione quasi maniacale, sempre di più, ogni giorno che passa e più passa il tempo e più diventa presente, quasi fosse diventata una sorta di mantra, ma vi siete mai chiesti cosa è davvero per voi la crisi? A cosa la associate quando la sentite nominare? È qualcosa di irreale con la quale vi trovate a combattere o ha qualcosa che per voi la rappresenta?
Ecco, vi dirò, io ho delle immagini ben impresse dentro di me, che tutte le volte riaffiorano e mi stritolano l'anima.
Per me la crisi è ritrovarmi ad attraversare, in una mattina feriale, la piazza di un piccolo paese e vedere davanti al bar del centro tanti quarantenni, quelli di solito sempre attivi e comunque sia impegnati, seduti a fissare le loro mani callose, ferme, inesorabilmente costrette a far nulla;
La crisi è vedere il silenzio di una zona industriale, nel centro della Basilicata, dove la ruggine sta mangiando i macchinari e la polvere ha invaso l'animo di chi quelle macchine dovrebbe farle muovere, produrre e rendersi conto che tutto ciò va avanti ormai da tanto di quel tempo, che forse quelle stesse macchine non saranno più in grado di combinare nulla;
La crisi è vedere una rivendita di materiali edili desolatamente vuota, un luogo dove una volta attendevi anche per un'ora, solo per avere l'attenzione dei commessi, talmente era lunga la fila;
La crisi è un portafogli vuoto, non solo delle banconote che ripagavano del lavoro che si svolgeva con passione ed amore da anni, decenni, ma soprattutto vuoto della speranza di riempirlo di nuovo e con l'ossessione, il timore, la paura dell'imprevisto, che potrebbe sconvolgere il fragile equilibrio, fatto di sempre maggiori rinunce;
Ecco, quando la prossima volta sentite parlare di una persona che si è suicidata perché non ce la faceva ad avere il coraggio di vivere questi tempi, perché non ha saputo reggere il peso delle difficoltà, non pensate a lui come ad un codardo, ma semplicemente come ad una persona a cui hanno rubato la cosa più bella che ognuno di noi può avere, la speranza che il domani sia migliore, diverso, che il domani si possa ancora sognare.
Solo una riflessione, gente che all'improvviso si è vista chiudere l'opportunità di un futuro non può che sentirsi fallita, per cui perdendo il lavoro di conseguenza perde l'autostima sino a commettere certe follie,la verià è che abbiamo una Italia guidata da ripetenti...ciao G
RispondiEliminaMa chi come meè disoccupato da un anno non vee più gli altri, perché non riesce più a vedere nemmeno se stesso
EliminaLo so per quanto non mi posso lamentare vivo esperienze dirette con gente in difficoltà e credimi è mortificante per loro...ma non posso mostrarmi dispiaciuta ..alcuni si deprimerebbero di più...però darsi da fare...(alcuni aspettano la manna dal cielo) ciao G
RispondiEliminaCome
RispondiEliminaRitrovare
Insieme
Speranza
Infinita...
Ciao...nunù