Sai guardiano, ogni giorno che passa, aggiungendosi a quello che lo ha preceduto solo per un mero calcolo numerico, mi rendo sempre più conto che la vita è stranezza. Ci circondiamo nel nostro vissuto di persone, siano essi compagni di avventure, amici, amanti, ma alla fine non sono altro che sagome, ombre che restano li immobili, relegate in un angolo della nostra esistenza, vissuti come satelliti della nostra quotidianità. Ed è un malessere diffuso a tal punto, che ognuno di noi percorre la sua strada in uno stato di apnea permanente, silenzioso, senza dedicare agli altri l’attenzione che meriterebbero. Probabilmente, abbiamo smesso un po’ tutti di ascoltare chi abbiamo di fronte in preda a questo nuovo ordine mondiale che è l'incomunicabilità'.
Ed è così che ormai ci siamo rinchiusi in una sorta di bolla, all’interno della quale non vogliamo entri nessuno finche non ci viene comodo. Ed è anche per questo che probabilmente i nostri rapporti potrebbero essere assimilati a dei giganti dai piedi d’argilla, fragili fino al punto che alla prima bufera di vento vengono giù.
La nostra società ci impone l’egoismo di massa, l’isolamento dagli altri, siamo convinti che non parlando di un problema, lo stesso possa sparire, oppure rimpicciolisca fino al punto da passare inosservato, senza renderci conto che stiamo scavando delle voragini tra noi e il resto del mondo. Non e' assolutamente vero, che ignorando le difficoltà, le stesse scompaiano.
Eppure basterebbe così poco per essere sereni anche nella semplice vita di coppia, ascoltare chi ci e' accanto è la soluzione a molti dei nostri mali quotidiani, condividere le preoccupazioni rende le stesse meno pesanti.
Sai, leggevo l’altra sera i risultati di una ricerca scientifica. Diceva che le popolazioni, che noi ancora oggi definiamo barbare tribù, hanno un tasso di mortalità pari allo 0% per infarti e malattie causate dallo stress, non hanno nemmeno una parola che abbia questo significato, non hanno la benchè minima idea di che cosa sia lo stress. Questo perché in cerchio, la sera, davanti a un fuoco discutono di tutto, aiutandosi a vicenda. Forse sono meno primitivi di noi, esseri civili che abbiamo dimenticato le virtù dell’umiltà per spogliarci della nostra presunzione di essere degli esseri superiori e la pazienza di porci all’ascolto di chi abbiamo di fronte.
E’ davvero un’immensa gioia, trovare qualcuno che si siede li con calma, al tuo ascolto e ti dedica la sua totale e completa attenzione. Una persona che se ne hai bisogno, ha anche la forza di essere brutalmente onesto e di dirti che sei nel torto, persone rarissime che abbiamo paragonato nel tempo a tesori, ma che sono semplicemente amici veri.
L’amicizia per me è quel moto dell’anima che mette un essere umano al servizio di un suo simile, solo perché lo sente affine. E’ una merce rarissima lo so, perchè ormai preferiamo rivolgerci a dei perfetti sconosciuti per dialogare della nostra quotidianità, non amiamo essere contraddetti, ed il tutto deve avvenire prudentemente nascosti dall’anonimato di un pc. Un essere umano dotato di orecchie per ascoltare ci spaventa, fissare negli occhi l’interlocutore e scorgervi anche un moto di disappunto ci terrorizza, ma credo che la cosa che più ci impaurisce è la solidità stessa del rapporto di amicizia. Sapere che chi abbiamo di fronte, potrebbe essere la stessa persona dotata di una memoria in grado di ricordarci anche gli sbagli del passato, incute terrore, lo stesso che abbiamo all’idea che un giorno potremmo essere noi nella condizione di dover ascoltare. Meglio un rapporto mordi e fuggi, al quale non è detto si debba dare sostanza. Torniamo così al punto di prima, la paura che abbiamo di raffrontarci con il prossimo.
Paura, paura, paura, eh si perchè ci vuole coraggio a mostrarsi ed affrontare le conseguenze delle proprie scelte, meglio quindi scappare, dal compagno, dalle amicizie, dal mondo, ho il mio microcosmo, dentro la mia sfera non entra nessuno e io qui ci sto così bene che non ho bisogno di tutte quelle sagome nere che mi gravitano intorno. Condividere, amare, discutere è fatto per gli adulti, quelli di una volta o forse solo per le barbare tribù amazzoniche.
Il grande Pedro Almodovar su questo tema (molto a modo suo) ha girato il film “parla con lei”, potrebbe essere istruttivo vederlo almeno una volta nella vita.
Ci vuole molto coraggio a parlare e tantissimo rispetto nel porsi all’ascolto di chi hai ci è di fronte, questo perché siamo costretti a mostrarci per quella che è la nostra realtà, uomini e donne pieni di difetti e di timori, ma solo chi è capace di questo passaggio dall’infanzia all’età adulta, si può dire definire un vero uomo, una vera donna. I sotterfugi lasciamoli ai bambini, cerchiamo di crescere e di affrontare la vita per quella che è, una splendida avventura, unica e irripetibile, fatta di gioie che possiamo godere appieno solo se vissute insieme a chi ci è davvero caro.
Hai trovato ki ti fa i compiti a casa? e bravo il guardiano. comunque ha stile, si può fare, brava cariddi
RispondiEliminaUn'analisi perfetta, per quanto mi riguarda.Concordo con la tesi esposta,la sento mia. Complimenti, Cariddi.
RispondiEliminaComplimenti anche a te ragazzo per aver avuto l'intelligenza di "ospitare" Cariddi, un gesto di stima che ti fa onore