13 feb 2009

PER FARE UN ALBERO


180 morti, oltre 200 milioni di euro di danni, migliaia di ettari di terreno distrutti. Queste sono le aride cifre che rimangono degli incendi che in questi giorni hanno colpito lo stato di Victoria in Australia.
Seguendo la vicenda è sembrato di vedere un copione in parte già scritto, lingue di fuoco che invadono e devastano territori sempre più ampi, i pompieri in lotta contro il tempo, la colpa che viene data ai piromani. Pare che anche nella civile e splendida Australia, ci siano delle immense teste vuote che trovano divertente dare a fuoco tutto ciò che incontrano. Spulciando invece le notizie sulla stampa estera, stamane si trovano due belle lettere, una del capo dei pompieri che scrive al premier Australiano, l'altra è invece del responsabile di Greenpace Australia, che sostanzialmente dicono la stessa cosa. Concordano che la causa degli incendi è sicuramente di origine dolosa, ma il motivo per cui si sono estesi con una tale rapidità e hanno colpito dei territori sempre più vasti è da ricercarsi nell'effetto serra, l'invito al governo e al popolo Australiano è di intervenire immediatamente, sennò il 2010 potrebbe essere di gran lunga più difficile la lotta agli incendi. La tesi dei 2 è che se non si fa qualcosa subito, la prossima estate (ricordo che lì vivono la bella stagione)sarà lo stesso clima a creare la combustione, basterebbe una scintilla per rivivere l'incubo attuale.
Non pensiamo però che il problema sia solo di quella parte del mondo e che sia da riservarsi esclusivamente al periodo estivo. Italia 2009, l'inverno che stiamo vivendo è contemporaneamente il più piovoso degli ultimi 150 anni, il più caldo dell'ultimo secolo, in pratica il clima è impazzito anche da noi. Anche queste sono aride cifre, ma è davanti ai numeri che bisogna porsi il problema e iniziare a ragionare, di solito sono impietosi ma non sbagliano. Il dottor Mercalli, metereologo e naturista, intervistato da Fabio Fazio a "che tempo che fa" sabato scorso, ha snocciolato una serie di numeri impressionanti che condensati dicono, l'uomo vive la terra da milioni di anni, ma il processo industriale ha portato negli ultimi due secoli a consumare gran parte delle risorse del nostro pianeta, invadendolo contemporaneamente di indistruttibile immondizia. Il nostro atteggiamento è tutto, tranne che ecosostenibile. Un'altra illuminazione potrebbe venire leggendo l'intervista che troverai cliccando su questo link http://eddyburg.it/article/articleview/11102/0/283/.
I numeri, le cifre sono impressionanti, sempre, lo so, ma dobbiamo iniziare a fare qualcosa anche noi, nel nostro piccolo. Basta così poco, ci sono molti siti dove è facile trovare dei consigli, anche banali, ma pratici che possono aiutare il pianeta. Staccare le spine che non servono, non avere il rubinetto aperto mentre ci laviamo i denti, usare l'auto solo se necessario, sono modi semplici per fare qualcosa a favore del nostro pianeta, ma dovremmo iniziare a fare qualcosa anche noi, non demandare sempre agli altri. E' un dato, lasceremo ai nostri figli un pianeta devastato, questo è ormai certo, ma almeno lasciamolo vivibile. Una cultura ecologica è facile, pratica, aiuta a consumare anche meno denaro, diamoci da fare. La frase che credo dovrebbe sintetizzare questo post, ma anche quelli passati e futuri e che condensa un pò lo spirito di questo blog (oltre alla compartecipazione del proprio pensiero con gli altri) è "non pensare a quello che lo stato (gli altri) possono fare per te, ma quello che tu puoi fare per gli altri. John Fitzgerald Kennedy
http://www.pigher.it/tag/lupo-lucio/

1 commento:

  1. Bisognerebbe avere davvero un atteggiamento responsabile verso la madre terra, la stiamo trattando male.

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