Completo oggi on the road con una dovuta precisazione riguardante il primo post, ma che ha radici molto più profonde e non è propria di questa serie di scritti, ma che in essa ha avuto dei riscontri.
Come avrai letto nella prima parte, questi "pensieri" nascono perché una persona a me cara vive un momento di difficoltà emotiva. Io nel mio piccolo ho cercato e cerco di offrire il mio aiuto, conscio e consapevole che è comunque poco quello che posso fare. Tutto ineccepibile, diciamo così.
Sennonché la persona in questione non ci si è ritrovata, o almeno non ha letto come proprio quello che io avevo pensato. Questa critica mi era già stata mossa in passato, il mio modo di scrivere risulta ambiguo alla lettura, così vago da poter essere utilizzato più e più volte. Mi spiego meglio, l’accusa mossami è stata “non sembra scritto per me, ma lo hai preparato in maniera tale che può essere dedicato a chiunque”.
L’accusa è abbastanza precisa e concordo con essa, ma è una scelta la mia ben precisa, evitare di parlare dello specifico e/o della persona, ma trattare l’argomento cercando il dialogo con chi si sofferma qui a leggermi, credo di averlo detto più volte in passato. E’questa una piccola regola che mi sono imposto, anche perché in passato una persona mi ha “minacciato” di querele perché presumeva che io avessi trattato i suoi dati personali in conversazioni fatte con terzi.
Poi se l’accusa è “non sei riuscito a farmi sentire la tua partecipazione”, allora li mi fermo, sono probabilmente inadeguato a riportare con carta e penna quello che provo e adduco a scusante il fatto di non essere nato scrittore, non ho alle spalle studi fatti al liceo e quindi la mia preparazione da autodidatta non mi mette in condizioni di esprimermi in maniera tale da renderti partecipe sino in fondo delle mie emozioni, navigante. Ciò non significa che io non provo i sentimenti di amicizia, stima o altro che descrivo, forse non li rendo adeguatamente, ma sono li vivi dentro di me.
Ovviamente la cosa si amplifica, quando tento di scrivere qualcosa di più alto, come una poesia, si vede chiaramente che sono inadeguato, ci si può emozionare o no questo lo acetto, ma sono comunque sempre stato sincero e partecipe di quello che ho scritto, quindi dirmi che cerco di essere di proposito vago in quel caso la trovo una critica infelice.
On the road termina per il momento, esiste una ghost track, il pensiero più profondo nato in quel viaggio che è stato non solo sulla A1, ma anche all’interno del mio animo. Ho usato quelle ore per fare un’introspezione profonda, lucida e sicuramente intensa.
Non so se pubblicherò qui quelle “elucubrazioni” quando venerdi tornerò su a Parma, se aspetterò per aggiungere qualche altra cosa oppure lascerò nascosto chiuso da qualche parte, in uno di quei cassetti dell’anima che servono per nascondere i pensieri “profondi”.
Sennonché la persona in questione non ci si è ritrovata, o almeno non ha letto come proprio quello che io avevo pensato. Questa critica mi era già stata mossa in passato, il mio modo di scrivere risulta ambiguo alla lettura, così vago da poter essere utilizzato più e più volte. Mi spiego meglio, l’accusa mossami è stata “non sembra scritto per me, ma lo hai preparato in maniera tale che può essere dedicato a chiunque”.
L’accusa è abbastanza precisa e concordo con essa, ma è una scelta la mia ben precisa, evitare di parlare dello specifico e/o della persona, ma trattare l’argomento cercando il dialogo con chi si sofferma qui a leggermi, credo di averlo detto più volte in passato. E’questa una piccola regola che mi sono imposto, anche perché in passato una persona mi ha “minacciato” di querele perché presumeva che io avessi trattato i suoi dati personali in conversazioni fatte con terzi.
Poi se l’accusa è “non sei riuscito a farmi sentire la tua partecipazione”, allora li mi fermo, sono probabilmente inadeguato a riportare con carta e penna quello che provo e adduco a scusante il fatto di non essere nato scrittore, non ho alle spalle studi fatti al liceo e quindi la mia preparazione da autodidatta non mi mette in condizioni di esprimermi in maniera tale da renderti partecipe sino in fondo delle mie emozioni, navigante. Ciò non significa che io non provo i sentimenti di amicizia, stima o altro che descrivo, forse non li rendo adeguatamente, ma sono li vivi dentro di me.
Ovviamente la cosa si amplifica, quando tento di scrivere qualcosa di più alto, come una poesia, si vede chiaramente che sono inadeguato, ci si può emozionare o no questo lo acetto, ma sono comunque sempre stato sincero e partecipe di quello che ho scritto, quindi dirmi che cerco di essere di proposito vago in quel caso la trovo una critica infelice.
On the road termina per il momento, esiste una ghost track, il pensiero più profondo nato in quel viaggio che è stato non solo sulla A1, ma anche all’interno del mio animo. Ho usato quelle ore per fare un’introspezione profonda, lucida e sicuramente intensa.
Non so se pubblicherò qui quelle “elucubrazioni” quando venerdi tornerò su a Parma, se aspetterò per aggiungere qualche altra cosa oppure lascerò nascosto chiuso da qualche parte, in uno di quei cassetti dell’anima che servono per nascondere i pensieri “profondi”.
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