17 nov 2010

SALA D'ATTESA



Ci sono dei posti dove l'ultima cosa che mi aspetto di trovare è una qualsiasi forma d'arte, quando poi questo luogo è la sala d'aspetto del "Genio Civile" ne sono intimamente convinto a priori.
Mi sono dovuto ricredere, per l'ennesima volta.

Quando sono costretto a rimanere in attesa in un qualsiasi ufficio pubblico, si verifica immancabilmente la somma di una serie di situazioni che smodatamente odio e mi rendono di conseguenza indolente nei confronti del mondo intero.
Mi ritrovo incredibilmente a fare sempre anticamera in compagnia di sconosciuti che passano buona parte del nostro tempo comune a darsi un tono, in un ambiente quasi sempre poco accogliente e con l'aggiunta di dover far finta di non vedere i furbetti che tentano di superare la fila, vantando chissà quale abituale frequentazione con il padreterno o qualche suo diretto subalterno.
Sono certo che farmi convivere forzatamente con tante persone "fondamentali" per la sopravivenza del genere umano, in uno spazio di solito angusto, equivale alle torture di che usano fare a Guantanamo e mi chiedo tutte le volte se la convenzione di Ginevra vieti tutto ciò.

Allora cerco di estraniarmi e occupo il mio tempo facendo un giro sul web lo smartphone, oppure osservo il mondo scorrere fuori dalla finestra, perché so che se dovessi calarmi fino in fondo nella realtà che mi circonda in quella stanza, mi dovrei adeguare ai soloni che ho intorno e non mi piace affatto l'idea.

Il Genio Civile però mi era sconosciuto come ufficio, non rientra nelle mie competenze e sono stato forzatamente costretto a recarmici, ed essendo quindi questa la mia prima visita, ho cercato sopratutto di capire dov'ero.

La stanza era sostanzialmente un ambiente di passaggio adeguato all'abbisogna, con qualche sedia affiancata alle pareti e sulla parete opposta all'ingresso una libreria scura. Immediatamente ho pensato a dei testi fondamentali per i tecnici che frequentano quel luogo, del tipo "Come edificare una casa e non farla crollare subito" oppure "Come scaricare la propria incompetenza sui subalterni e farla franca", cose così per intenderci è invece mi sono sbagliato.
Infatti la curiosità mi ha portato ad avvicinarmi e immediatamente è comparso un sorriso sulle mie labbra. I libri erano di tutti i generi, da quelli di Giobbe Covatta a qualche pubblicazione Harmony (esistono ancora, incredibile!!!), poi qualche romanzo faceva bella mostra di se e soprattutto ho notato due volumi che facevano bella mostra di se "La storia della poesia italiana del 900", scritta da Eduardo Sanguinetti.

Mi si è aperto il cuore mentre sfogliavo il primo volume, purtroppo è stata la più veloce delle mie lunghe attese, che però mi ha regalato dei frutti dolcissimi che adesso condivido con voi.



VILLA CHIUSA di Corrado Govoni



So d’una villa chiusa e abbandonata
da tempo immemorabile, segreta
e chiusa come il cuore d’un poeta
che viva in solitudine forzata.

La circonda una siepe, e par murata,
di amaro bosso, e l’ombra alla pineta
da tanto più non rompe né più inquieta
la ciarliera fontana disseccata.
Tanta è la pace in questa intisichita
villa che sembra quasi ogni cosa
sia veduta attraverso d’una lente.
Solo una ventarola arrugginita
in alto su la torre silenziosa,
che gira, gira interminatamente.

IL TEMPORALE di Giovanni Pascoli
Un bubbolìo lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un'ala di gabbiano.


E poi tanto altro ancora. Gran bel momento davvero.

P. S. Una sola cosa mi chiedo ancora, ma c'è gente che passa così tanto tempo in quella sala d'attesa, che seppure a puntate riesce a leggere un romanzo? Inquietante non trovi?


SAKINEH NON DEVE MORIRE


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8 commenti:

  1. no non è inquietante,io di solito me ne porto uno da casa!...Si i romanzi Harmony esistono ancora io ogni tanto li compro...non come prima
    ma ne ho tantissimi...che rileggo quando non ho altro!...:-)

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  2. Non dico che sia inquietante leggere un romanzo mentre si aspetta, ma che lo è l'appuntamento con un libro in una sala d'attesa. Concepisco in quei luoghi letture "veloci" o comunque meno impegnative di un romanzo che richiede una certa attenzione.

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  3. IO aspettando in una sala d'attesa di un dentista sono riuscita, un pò alla volta, a leggere un libro sulla vita di Marilyn Monroe :-p.
    P.s. Leggendo gli ultimi tuoi post mi sono sorpresa di una cosa : che sempre più spesso la gente che ti circonda ti infastidisce, come mai ??? anche perchè sei sempre pronto ad aiutare il prossimo e a ricordarci di essere generosi con un sms. Quindi nn capisco perchè questo atteggiamento di chiusura verso chi ti è accanto e tutto il contrario per quelli che sono molto lontani. Non credi che tutto il mondo è paese ? Un bacione....

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  4. La mia non è una chiusura a prescindere, ma trovo a volte che in tanti si vantino della propria maleducazione, una cosa che per me è fuori dal mondo.
    Mi piace la gente, non mi piace la mancanza di senso civico e nei post on faccio altro che riportarlo.
    In fondo uno si sceglie gli amici, ma non può fare a meno di vivere in questo mondo.

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  5. Speaker...allora non è stata solo una mia impressione ho notato anch'io questa cosa...infatti tante volte evito di commentare!

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  6. Credo che bisogna fare chiarezza su un fatto, perchè pare che non lo sono stato abbastanza nela mia prima risposta.
    Stigmatizzare gli altrui atteggiamenti non vuol dire sentirsi superiori o che altro, vuol dire prestare attenzione, mettersi con la pancia per terra e vivere in mezzo alla gente.
    Credo che i comportamenti umani che ho descritto siano sotto gli occhi di tutti, "denunciarli" vuol dire cercare di fare in modo che io e altre persone a me care non cadano nello stesso errore.
    Potremmo vivere davvero in una realtà virtuale, come quest'isola, ma la verità è un'altra, è il mondo che è fuori, fatta di individui che sempre più spesso sono egoisti, ma non solo con il prossimo, ma anche nella cerchia dei loro amici, nell'ambito familiare.
    Mettere in evidenza ciò, non vuol dire io chiudo al mondo, è esattamente l'opposto, amo la gente, ma mi piacerebbe un mondo diverso.
    Se tutti vivessimo come le persone che descrivo o incontro, allora è corretto giustificare chi ammazza un taxista per un cane o chi lascia una donna per terra sanguinante dopo che è stata picchiata e poi che importa se quella donna muore.
    A me, al catechismo insegnarono, viva la gente la trovi ovunque tu vai, viva la gente simpatica più che mai, se più gente guardasse alla gente con amor, avremmo meno gente difficile e più gente di cuor. Ecco mi manca la gente che guarda al prossimo con amore e ne ho abbastanza di quelli che usano il prossimo per cercare di vantarsi del proprio essere nulla.
    D'altronde speaker e anonimA se ci fosse tutto questo amore in giro, che bisogno avreste avuto di leggere dei libri in una sala d'attesa?
    Con affetto immutato

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  7. Io in mezzo alla gente ci vivo, so cos'è la povertà, so cosa vuol dire umiliarsi per un pezzo di pane..e tante altre cose che non sto qui ad elencare a te, che sai... quello che si vede e si sente in giro...Amore ne ho sempre dato incondizionatamente è continuo...se leggo un libro
    in un sala d'attesa del mio medico...forse perché, magari sto male io o una persona a me cara, leggere mi aiuta a scaricare la tensione aspettando l'esito di un esame o qualsiasi altra cosa, magari faccio passare qualcuno che sta male...non lo faccio sicuramente per vantarmi! Cmq ognuno di noi vede le cose in modo diverso...non per questo non ama o si vanta del proprio essere nulla..come dici tu!

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  8. Innanzitutto devo delle scuse, ho confuso gli anonimi, mi dispiace.
    Non ho mai detto che chi mi ha fatto delle critiche non ama, ma ho difeso e continuerò a farlo il mio diritto a stigmatizzare la società che si è involuta e chiusa. Ripeto sono situazioni sotto gli occhi di tutti e non penso onestamente che mi possiate smentire.
    Massimo rispetto per te, per la mia amicisssimisssimissima speaker e a tutti i naufraghi e naviganti, nessuno mette in dubbio le vostre qualità e scusa se hai ritenuto di essere stata offesa.

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