UNA STORIA DEL SUD
Siamo morti infarinati
come pagliacci di un circo equestre
in più soltanto un filo di sangue dalla bocca.
Avevamo tutti in mente
un nome amato e invano,
sul momento, qualcosa ce l'ha fatto dimenticare.
Mia figlia stava tessendo pensando al marito in Germania.
Mia nuora stava scrivendo a caratteri grandi
l'amore per mio figlio finito a Digione.
Avevo un nipotino sulle gambe
pieno di riccioli e bizze
una pecora ai piedi e il cane appoggiato sulla sua lana;
mentre io fumavo la pipa
nell'alta sera Irpina.
Sere di storie subite e rimaste impunite.
Sere di venti e tremiti d'animali nei pagliai,
mescolate a magie pagane e cristiane.
Ma tutti avevamo fiducia nella forza dei cieli siderei,
nell'osso che ci ha generati cui stavamo aggrappati
come grappoli d'uva acerba,
tra i sassi che ci riscaldavano insieme ai fagioli e ai ceci,
miti cibi come mangimi.
Poi c'è stato l'evento, nero furore profondo,
tra l'ictus e l'infarto, un dubbio,
come un peso di una bilancia impazzita.
Ho sentito il passo di Pertini
e quello felpato del Papa,
ma né l'uno, né l'altro, umane creature,
avevano unghie per scavarci.
E così siamo morti da emarginati
da antichi clandestini della storia.
Domenico Rea
SAKINEH NON DEVE MORIRE
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Bellissima poesia e bellissimo tributo a quei morti dimenticati di uno dei tanti terremoti che hanno colpito la miseria di questo nostro povero Paese da sempre mal governato e mal gestito.
RispondiEliminaIl problema è che non solo siamo mal governati e mal gestiti, ma anche chi vive in mezzo a queste realtà, se può se ne approfitta.
RispondiEliminaUn paio di esempi.
I nostri tecnici, persone adulte già nel 1980, hanno lavorato con il copia e incolla prima ancora che fossero inventati i pc, il resto. Più progetti più parcelle e la cosa grave è che adesso continuano con quella prassi.
Oggi, fatto vero della settimana passata, nel napoletano si è costruito una casa abusiva, senza tener conto delle minime condizioni di sicurezza per chi vi abiterà. Maestranze pirata e committente delinquente, che casomai si lamenterà perchè qualche vigile urbano poco connivente sequestrerà i "sacrifici di una vita".
Sono solo alcune delle realtà del sud, questo è il mondo che vedo tutti i giorni e credimi anche se cerco di "combatterlo", parlando, spiegando e anche litigando, è come tentare di svuotare un oceano con un secchiello.
Posso solo capire quello che dici. Nella mia vita mi sono trovata davanti muri di gomma, impenetrabili. Questo accadeva perché è stata permessa l'arroganza, è stata mantenuta l'ignoranza, si è sempre stimato il furbo e non l'onesto che spesso è stato preso per stupido.
RispondiEliminaCaro Guardiano, non ti arrabbiare, lavoriamo tutti insieme alla costruzione di un nuovo paradigma. Magari hai visto mai ce la facciamo?
Più siamo a vedere, a denunciare a parlare e meglio è. Siamo una forza, dobbiamo solo diventare una struttura reale.
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