23 nov 2010

UNA STORIA DEL SUD





UNA STORIA DEL SUD
Siamo morti infarinati
come pagliacci di un circo equestre
in più soltanto un filo di sangue dalla bocca.
Avevamo tutti in mente
un nome amato e invano,
sul momento, qualcosa ce l'ha fatto dimenticare.

Mia figlia stava tessendo pensando al marito in Germania.
Mia nuora stava scrivendo a caratteri grandi
l'amore per mio figlio finito a Digione.

Avevo un nipotino sulle gambe
pieno di riccioli e bizze
una pecora ai piedi e il cane appoggiato sulla sua lana;
mentre io fumavo la pipa
nell'alta sera Irpina.

Sere di storie subite e rimaste impunite.
Sere di venti e tremiti d'animali nei pagliai,
mescolate a magie pagane e cristiane.

Ma tutti avevamo fiducia nella forza dei cieli siderei,
nell'osso che ci ha generati cui stavamo aggrappati
come grappoli d'uva acerba,
tra i sassi che ci riscaldavano insieme ai fagioli e ai ceci,
miti cibi come mangimi.

Poi c'è stato l'evento, nero furore profondo,
tra l'ictus e l'infarto, un dubbio,
come un peso di una bilancia impazzita.
Ho sentito il passo di Pertini
e quello felpato del Papa,
ma né l'uno, né l'altro, umane creature,
avevano unghie per scavarci.
E così siamo morti da emarginati
da antichi clandestini della storia.

Domenico Rea



SAKINEH NON DEVE MORIRE




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3 commenti:

  1. Bellissima poesia e bellissimo tributo a quei morti dimenticati di uno dei tanti terremoti che hanno colpito la miseria di questo nostro povero Paese da sempre mal governato e mal gestito.

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  2. Il problema è che non solo siamo mal governati e mal gestiti, ma anche chi vive in mezzo a queste realtà, se può se ne approfitta.

    Un paio di esempi.
    I nostri tecnici, persone adulte già nel 1980, hanno lavorato con il copia e incolla prima ancora che fossero inventati i pc, il resto. Più progetti più parcelle e la cosa grave è che adesso continuano con quella prassi.

    Oggi, fatto vero della settimana passata, nel napoletano si è costruito una casa abusiva, senza tener conto delle minime condizioni di sicurezza per chi vi abiterà. Maestranze pirata e committente delinquente, che casomai si lamenterà perchè qualche vigile urbano poco connivente sequestrerà i "sacrifici di una vita".
    Sono solo alcune delle realtà del sud, questo è il mondo che vedo tutti i giorni e credimi anche se cerco di "combatterlo", parlando, spiegando e anche litigando, è come tentare di svuotare un oceano con un secchiello.

    RispondiElimina
  3. Posso solo capire quello che dici. Nella mia vita mi sono trovata davanti muri di gomma, impenetrabili. Questo accadeva perché è stata permessa l'arroganza, è stata mantenuta l'ignoranza, si è sempre stimato il furbo e non l'onesto che spesso è stato preso per stupido.
    Caro Guardiano, non ti arrabbiare, lavoriamo tutti insieme alla costruzione di un nuovo paradigma. Magari hai visto mai ce la facciamo?
    Più siamo a vedere, a denunciare a parlare e meglio è. Siamo una forza, dobbiamo solo diventare una struttura reale.
    Torna presto

    RispondiElimina

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