18 feb 2011

IPER - Polli di batteria



Sono una "brutta" persona.

Sono un uomo che ha molte qualità e nessuna della quale è eccezionale, quindi mi ritengo bravo in tutte le cose che mi piacciono, attento quando mi serve e mi sento stimolato a farlo. Praticamente eccello in tutte le inutilità della vita, primeggio nelle scemenze e di contro nelle faccende importanti a volte mi distraggo. Per tutto ciò, sono in pratica una brutta persona.

Sono così strano , che riesco ad abbinare i numeri all'attenzione verso le persone, il cuore al cervello e sono quindi portato ad analizzare sensatamente situazioni che servono a un gran bel nulla, per il solo piacere di farlo.
Sabato scorso mi sono dilettato in una di queste esperienze al limite dell'assurdo, inutile e davvero stupida.


Analisi logica della spesa in un ipermercato, in un sabato di inizio mese.


Mi sono immerso candidamente in uno di quelle spese che ho definito ieri RANDOM, girando tra commesse e sofficini, quando a un certo punto mi sono reso conto che lo spazio vitale a mia disposizione era così limitato che il mio cestino stava limonando duro con un carrello, tanto erano vicini.

Sardine in scatola, anzi no, polli di batteria, ipoteticamente liberi di razzolare, ma senza lo spazio per poterlo fare.
Era talmente tanta la calca, che a un certo punto, se mi fossi anche solo mosso, una signora vicinissima a me, avrebbe potuto pensare che le stavo facendo la mano morta. Mi sono immobilizzato di colpo, ho fatto finta di osservare del cibo indiano in scatola, attendendo che si allentasse un po' la ressa.

Devo essere onesto, un po' me la sono cercata, bastava che mi ricordassi di Battisti che cantava "in un grande magazzino, una volta al mese", fare due più due e capire che doveva essere proprio quello il sabato mattina incriminato, lo stesso che avevo scelto io.
Però mi sono anche reso conto anche di una cosa in quel frangente, che comunque in quell'attività commerciale, appena si superano le 150 persone, lo spazio a disposizione di ognuno diventa davvero poco.
Mi spiego meglio con dei numeri e degli esempi:
  • Il locale è di circa 1.600 mq (40 m x 40 m), fidatevi del geometra che scrive;
  • Nel locale si trovano scaffali, frigoriferi, scatoli per le offerte speciali tra le corsie, reparti di frutta, carne, salumeria e pescheria, i vari depositi;
  • Personale vario che gira con i carrelli motorizzati per sostituire la merce venduta;
  • Poi cassiere, commessi, addetti esterni alla vendita di alcuni prodotti con i loro banchetti, cestini, carrelli, passeggini e tanto altro ancora;
  • Infine, ultimi ma non ultimi, tutti noi che dovevamo dare un senso a quel negozio, i clienti.
Dopo aver fatto questo veloce screening della situazione (ma che parole uso stamattina?), mi sono reso conto che in pratica ad ognuno di noi rimaneva a testa poco meno di un metro quadrato, più o meno quanto ingombra un divano a due posti, ora se fossi stato circondato dalle ultime dieci miss Italia la cosa non mi sarebbe dispiaciuta, ma essere contornato da perfetti sconosciuti dalla dubbia avvenenza, mhhhhhhhhh non è che mi esaltasse tanto (e immagino chi mi aveva vicino a se, cosa avrà pensato).

Scherzi a parte, se ci pensate a quanto spazio abbiamo a disposizione nelle nostre abitazioni, capite quanto è stato stupido scendere di sabato mattina per fare un'inutile spesa, quindi sapete pure che tipo di persona sta scrivendo questo scarabocchio.

Il fatto è, che non è solo la folla che "infastidisce", ma è la tensione che si vive in un supermercato in questi momenti che è difficile da digerire.
Ci sono signore che litigano per il biglietto al reparto salumeria. Non puoi permetterti di urtare nessuno nemmeno per sbaglio, perché partono sguardi carichi di odio. I bambini poi sono tenuti stretti dalla mamma come se fossero al guinzaglio, cosicché poverini, vedendosi costretti all'immobilità piangono e si lamentano e poi ci sono quelli che si lamentano dei bambini altrui che piangono, mentre i propri che sono silenziosi, stanno mettendo a soqquadro l'intero reparto giocattoli, distruggendo le confezioni.

Davvero, quando siamo costretti forzatamente a fare gruppo, i nostri nervi diventano automticamente tesi. Spesso penso che il self control lo abbandoniamo alla corsia dei carrelli, insieme alla 50 cent. Mi sa anche, che una parola sbagliata potrebbe dare facilmente inizio a una mega rissa.

Sabato mattina mi sono ricordato perché preferisco lo sguardo torvo della cassiera alle 20.00, alla spesa pazza del sabato mattina.

Anche perché poi, nei supermercati, nessuno sorride e questo fa calare ancora di più la tristezza in chi ci avventura, ma di ciò ti parlerò la prossima volta................


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4 commenti:

  1. Quanta verità nel tuo scritto!
    Io essendo privilegiatamene casalinga scelgo giorni diversi per fare la spesa, di solito il mercoledì primo pomeriggio il supermercato è pressoché vuoto.. la spesa diventa meno pesante!
    Andare il sabato è un delirio e l'immagine catastrofica che hai descritto... c'è anche qua!

    Ma tu, Guadriano di un faro... farsi consegnare la spesa da una nave di passaggio?!?
    Ciao!

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  2. In qualche modo sei stata veggente e non lo sai, quando leggerai sorriderai come me in questo momento :-)))

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  3. Io ho un avversione personale per tutto ciò che è Iper per fare gli acquisti , ed essendo una casalinga negata, arrivo a subire sempre le
    tiratine d'orecchie dalla mia 'ciurma',che puntualmente mi lascia la lista delle cose che mancano ,ma sono capace anche con la lista di dimenticare la cosa più urgente...:-)))))
    incorregibile lo sò....
    ma io non amo lo shopping in tutte le sue forme..
    però è pur vero che si deve mangiare...
    buona serata

    RispondiElimina

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