13 nov 2012

NERUDA - Quando morrò






Perso nella scrittura di qualcosa di mio, mi ritempro inebriandomi con nella lettura dei grandi classici dell'amore e di qualcuno che li scimmiotta. A Keats, Sheakspeare, Neruda e ho inframezzato qualche mio vecchio racconto, come invito a cena o l'addio.

Gran bei momenti.



Quando morrò voglio le tue mani sui miei occhi:
voglio la luce e il frumento delle tue mani amate
passare una volta ancora su di me la loro freschezza,
sentire la soavità che cambiò il mio destino.

Voglio che tu viva mentr’io, addormentato, t’attendo,
voglio che le tue orecchie continuino a udire il vento,
che fiuti l’aroma del mare che amammo uniti
e che continui a calpestare l’arena che calpestammo.

Voglio che ciò che amo continui a esser vivo
e te amai e cantai sopra tutte le cose,
per questo continua a fiorire, fiorita,
perché raggiunga tutto ciò che il mio amore ti ordina,
perché la mia ombra passeggi per la tua chioma,
perché così conoscano la ragione del mio canto.



Pablo  Neruda


4 commenti:

  1. Due amanti felici fanno un solo pane,
    una sola goccia di luna nell'erba,
    lascian camminando due ombre che s'unisco,
    lasciano un solo sole vuoto in un letto.
    Di tutte le verità scelsero il giorno:
    non s'uccisero con fili, ma con un aroma
    e non spezzarono la pace né le parole.
    È la felicità una torre trasparente.
    L'aria, il vino vanno coi due amanti,
    gli regala la notte i suoi petali felici
    hanno diritto a tutti i garofani.
    Due amanti felici non hanno fine né morte,
    nascono e muoiono più volte vivendo,
    hanno l'eternità della natura.Viola


    Confermi?

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  2. Neruda ha uno spazio particolare qui sul mio blog, ma non ho mai postato questa sua poesia, per una mia scelta.
    Anche oggi ero indeciso se pubblicarla o meno, poi qualcosa mi ha dissuaso.
    Grazie, è bellissima.
    Ovviamente sposo un pieno ciò che scrisse Neruda

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    Risposte
    1. Perchè no?
      L'amore del poeta per Matilde è tanto forte e passionale
      da saper esprimere con semplici parole che essere un tutt'uno ti può far superare il limite del tempo umano fino ad arrivare a conquistare l'eternità della natura Vla

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  3. Ma che bello quando leggo Neruda,non posso fare a meno di pensare al mio Massimo...innamorato perso di Beatrice,e come non paragonarlo al mio amore che ieri mi ha donato un altro sorriso,un'altra carezza,un altro sguardo...infinitamente meraviglioso.

    Caro Guardiano consentimi di ricambiare con quest'altro capolavoro di Neruda...


    Sete di te m'incalza

    Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
    Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
    Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
    Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
    Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
    in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.


    Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
    Mi segui come gli astri seguono la notte.
    Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
    Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
    Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
    Solco per il torbido seme del mio nome.
    Esista una terra mia che non copra la tua orma.
    Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.


    Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
    Come poter non amarti se per questo devo amarti.
    Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
    Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
    Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
    Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
    Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
    La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
    L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
    Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
    Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
    E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.

    grazie Naufraga innamorata

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