Uno dei problemi principali, che mi trovo ad affrontare dopo quindici giorni passati a scarabbochiare la storia di Giacomo e Anna, è che debbo in qualche modo ricaricare le pile, trovare senza cercare lo spunto che mi metta nelle condizioni di dipingere il cielo e di gonfiare le nuvole contemporaneamente. Non mi è mai stato facile dopo un singolo post incentrato su un racconto, mi rendo conto che è ancora più difficile dopo una storia lunga come quella che vi ho propinato la settimana scorsa.
Ora non voglio farla pesare chissà quanto la situazione, quando tornerà l'ispirazione e la voglio metterò qualcosa di mio, qualcosa di nuovo qui e lo leggerete. Per il momento mi tuffo nelle letture e nei film, cercando di fare il pieno di fantasia fantastica e onestamente non ho trovato niente di meglio che iniziare con Shrek 2, un film che adoro e che ho visto innumerevoli volte.
Di solito, quando i produttori cinematografici decidono di proseguire le avventure di un eroe di celluloide, i capitoli successivi ricalcano il primo pedissequamente. Essendo stato un successo, seguirne la via maestra è certezza di incassi.
Il secondo Shrek non è così, perché seppure è vero che continua a vivere in un mondo in cui le favole si mescolano e i personaggi delle stesse interagiscono tra di loro, la vera forza del film sono le continue citazioni e i continui rimandi ad altre vicende, un giochino che appassiona lo spettatore e lo avvince, perché non solo è costretto a vedere il film, ma non può distrarsi e nello stesso tempo deve riflettere sui riferimenti nascosti.
Shrek 2 è quindi uno di quei film che ogni volta che lo rivedi ti mette in condizione di scoprire qualcosa di nuovo, perché la prima volta ti meraviglia, le successive ti sorprende.
E' davvero sorprendente vedere, per esempio, che il locale dove il gatto con gli stivali e il re si incontrano di nascosto si chiama "la mela avvelenata" e che la locandiera di questa bettola altri non è che Genoveffa, la sorellastra di Cenerentola, senza poi parlare degli avventori che siedono al bancone. Oppure riconoscere i vari personaggi che abitano il sunset boulevard di molto molto lontano, scoprendo che altri non sono che le principesse delle favole. Per non parlare poi dello stupore che prende, quando nel rivedere la scena in cui Fiona conosce la fata madrina, si vedono i mobili che ballano scimmiottando in qualche modo quelli de "la bella e la bestia" di Disneyana memoria e poi mille e mille altre situazioni, di una bellezza intrinseca senza comuni per una produzione americana
Senza tener conto poi dei dialoghi tra i personaggi, dotati di almeno un paio di chiavi di lettura, che mettono alla berlina il popolo statunitense, ma anche chi disprezza i diversi, perché in fondo chi dice che un orco non può "vivere per sempre felice e contento", non fa altro che dire che chi non appartiene all'elite o comunque è normale, non può aspirare a una vita serena.
Ah, Shrek è un film animato, ma faccio fatica ad abituarmici.
Mi sento molto vicino all'orco, fosse solo per il fatto che tutti e due siamo fatti come le cipolle, a strati e il meglio, il centro è solo per chi decide di arrivare al cuore e si impegna per farlo.
Ecco, forse è questa la verità, anche io sono un disegno animato e non un essere umano e quindi quando troverò Fiona, tutto sarà meno difficile.
Film di una bellezza intelligentemente devastante, a mio modestissimo avviso.
Ora non voglio farla pesare chissà quanto la situazione, quando tornerà l'ispirazione e la voglio metterò qualcosa di mio, qualcosa di nuovo qui e lo leggerete. Per il momento mi tuffo nelle letture e nei film, cercando di fare il pieno di fantasia fantastica e onestamente non ho trovato niente di meglio che iniziare con Shrek 2, un film che adoro e che ho visto innumerevoli volte.
Di solito, quando i produttori cinematografici decidono di proseguire le avventure di un eroe di celluloide, i capitoli successivi ricalcano il primo pedissequamente. Essendo stato un successo, seguirne la via maestra è certezza di incassi.
Il secondo Shrek non è così, perché seppure è vero che continua a vivere in un mondo in cui le favole si mescolano e i personaggi delle stesse interagiscono tra di loro, la vera forza del film sono le continue citazioni e i continui rimandi ad altre vicende, un giochino che appassiona lo spettatore e lo avvince, perché non solo è costretto a vedere il film, ma non può distrarsi e nello stesso tempo deve riflettere sui riferimenti nascosti.
Shrek 2 è quindi uno di quei film che ogni volta che lo rivedi ti mette in condizione di scoprire qualcosa di nuovo, perché la prima volta ti meraviglia, le successive ti sorprende.
E' davvero sorprendente vedere, per esempio, che il locale dove il gatto con gli stivali e il re si incontrano di nascosto si chiama "la mela avvelenata" e che la locandiera di questa bettola altri non è che Genoveffa, la sorellastra di Cenerentola, senza poi parlare degli avventori che siedono al bancone. Oppure riconoscere i vari personaggi che abitano il sunset boulevard di molto molto lontano, scoprendo che altri non sono che le principesse delle favole. Per non parlare poi dello stupore che prende, quando nel rivedere la scena in cui Fiona conosce la fata madrina, si vedono i mobili che ballano scimmiottando in qualche modo quelli de "la bella e la bestia" di Disneyana memoria e poi mille e mille altre situazioni, di una bellezza intrinseca senza comuni per una produzione americana
Senza tener conto poi dei dialoghi tra i personaggi, dotati di almeno un paio di chiavi di lettura, che mettono alla berlina il popolo statunitense, ma anche chi disprezza i diversi, perché in fondo chi dice che un orco non può "vivere per sempre felice e contento", non fa altro che dire che chi non appartiene all'elite o comunque è normale, non può aspirare a una vita serena.
Ah, Shrek è un film animato, ma faccio fatica ad abituarmici.
Mi sento molto vicino all'orco, fosse solo per il fatto che tutti e due siamo fatti come le cipolle, a strati e il meglio, il centro è solo per chi decide di arrivare al cuore e si impegna per farlo.
Ecco, forse è questa la verità, anche io sono un disegno animato e non un essere umano e quindi quando troverò Fiona, tutto sarà meno difficile.
Film di una bellezza intelligentemente devastante, a mio modestissimo avviso.
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