La macchina ha percorso i chilometri che mi separavano da qui dolcemente. Avevo tutta l'intezione e l'intimo desiderio di godermi la strada, di percorrerla senza l'ansia di dover arrivare, solo con la voglia di farlo.
Il posto per parcheggiare l'auto è sempre lo stesso da anni, tra le giostrine e lo scheletro dello stabilimento balneare. Tra poco meno di un mese cominceranno a montare la cabine, che per ora sono stivate nella sala e da quel momento in poi questo luogo riprenderà vita poco alla volta, prima solo di giorno e poi sino a sera tarda.
Addio pace, addio silenzio.
Già il silenzio, nel richiudere la portiera devo aver dato fastidio a quel grosso cane che dormiva serenamente. Ha dischiuso gli occhi, alzato leggermente la testa per vedere di chi si tratta, si è riaddormentato subito senza dare né peso, né importanza alla mia presenza.
Senza saperlo, si è solo aggiunto ad una sconfinata schiera di persone che la pensano come lui. Peggio per loro.
E' davvero una serata bellissima, il primo vero sabato di primavera si sta concludendo in una maniera splendida.
La temperatura è mite. La luna non è piena, ma si vede bene nel cielo. Il mare è stranamente pulito per questo periodo dell'anno.
Sento sotto la piante dei piedi la sabbia umida, forse addirittura bagnata e mi accorgo di quanto mi mancava passeggiare a piedi nudi vicino al mare. Per fortuna sta tornando stabilmente il bel tempo, questo è un regalo che mi devo fare più spesso quest'anno.
Una, due, tre, infinite volte il mare si riversa sulla riva.
Sciack, sciack, sciack, questo è l'unico suono che riesco a sentire, gli altri li ho "mentalmente esclusi", per me non esiste null'altro al mondo. Siamo solo io e il mare e voglio godermi fino in fondo l'essenza vera della mia natura. Fermo, immobile, mi lascio penetrare da questa brezza marina, sento la salsedine che si appoggia sul viso, che mi spacca le labbra, adesso sono davvero in pace con me stesso e con il mondo, nulla mi può turbare.
Anni fa, ormai tre per la precisione, mi dissero che per superare un dolore, per mettere una riga su una delusione e passare oltre, un buon metodo è quello di scavare un fosso in riva al mare e seppellirvi una pietra, quasi come se fosse un simulacro della propria sofferenza. Metterla sottoterra per nasconderla al mondo e a se stessi.
Sono qui e ripenso a quelle parole, a quante parole si dicono nella vita e a quante poi per davvero si danno seguito. A questo punto mi sa che dovrei scavare una buca da qualche parte, ma potrei correre il rischio di trovare un sasso con il nome sopra, meglio lasciare il mondo così com'è.
Sono in una fase della vita in cui non ho nessuna voglia di discutere con nessuno, tranne che con me stesso, che non vuol dire acquiescenza, ma solo la voglia di stabilizzare una serenità a lungo inseguita, fatta di piccole cose, anche di qualche rinuncia, ma di certo semplice.
Però che bello il mare di notte, mi ricarica, mi rigenera e soprattutto mi fa sentire vivo.
Ben tornata primavera.
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SAKINEH NON DEVE MORIRE
Condivido con te Guardiano!!!...
RispondiEliminama seppellire la pietra, funziona?
RispondiEliminaperché se sì, andrei a farlo subito anch'io.
uvs