Il tempo è tiranno e anche se sono riuscito a sbloccarmi, anche se la penna ha ripreso a lasciare la sua inutile scia su un foglio bianco, non riesco oggi a ricopiare qui i miei superflui pensieri.
Compenso a questa mancanza che so vi addolorerà immensamente (quanto sono autoironico?) proponendovi una poesia di Baudelaire.
A quest'autore mi sono avvicinato lo scorso anno su consiglio di Speaker e ho trovato qualcosa di bello da riproporvi qui.
Spero gradirete.
PROFUMO ESOTICO
Se in una calda sera d'autunno, gli occhi chiusi,
respiro del tuo seno accaldato l'odore,
vedo scorrermi innanzi lunghe rive radiose
sbiancate dai bagliori d'un monotono sole:
un'isola pigra dove dà la natura
alberi strani e frutta saporose,
uomini dalle membra sottili e vigorose
e donne che hanno sguardi d'un mirabile ardire.
Guidato dal tuo odore verso climi d'incanto
vedo un porto con alberi e con vele
per la forza dei flutti ancor tremanti
e intanto un profumo di verdi tamerici
gira nell'aria e colma il mio respiro
e al canto degli equipaggi si mischia nel mio cuore.
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