21 feb 2012

L'AMMIRATORE SEGRETO - Capitolo 3




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Il pomeriggio in uffiicio era stato terribilmente noioso. 

Impegni, appuntamenti, telefonate, tutte quelle cose che di solito sono la parte intensa e piena della sua giornata, adesso di colpo si erano trasformate in un ostacolo tra lei e il momento della verità. Fremeva all'idea di incontrare il postino e mai come adesso il tempo le sembrava avesse rallentato il suo incedere.
Decise che era il caso di andare via prima del dovuto da quello che poi era il suo regno e quando lo fece, notò lo sguardo sbigottito di tutti i suoi collaboratori, nessuno escluso. Era sempre lei ad aprire la porta degli uffici ogni mattino e lei a chiuderla la sera, qualsiasi fossero state le sue condizioni fisiche e mentali. Quest'improvvisata, non  parve solo inusuale, ma anche molto strana, però la verità era che in quel momento, tra quelle quattro mura, si sentiva come rinchiusa in gabbia, come se avesse messo sotto chiave il suo cuore, che adesso, dopo tanti anni, ritornava a urlare amore a squarcia gola.

La lettura di quel libro, che l'aveva assorbito totalmente per le prime ore del pomeriggio, traboccava di un sentimento dolcissimo da ogni rigo, a tal punto che adesso aveva bisogno di lasciar spaziare lo sguardo fino all'infinito ed oltre per potersi rasserenare, si sentiva troppo piccola per contenere tutte quelle emozioni che di nuovo erano esplose dentro di lei. 

Aveva la necessità fisica di avere come solo confine l'orizzonte, perchè quello era il solo limite che quei due splendidi amanti avevano dato al loro amore.

Prima di andare via, però, prese la rosa dal vaso, ne recise a malincuore il gambo e la ripose in corrispondenza di quella, che le era sembrata la lettera più bella dell'intero libro


Mia cara Fanciulla, 
ti amo sempre,
sempre e senza riserve.
  
Più ti conosco e più ti amo. 
In ogni caso - anche le mie gelosie non sono che angosce d'amore; 
nell'accesso più violento avrei voluto morire per te. 

Ti ho vessata troppo. 
Ma per amore. 

Posso forse evitarlo? Tu sei sempre nuova. 

Il tuo ultimo bacio è sempre il più dolce, 
'ultimo sorriso il più radioso, 
l'ultimo gesto il più leggiadro.


Che bella quell'epoca in cui gli uomini avevano il coraggio dei loro sentimenti, li sapevano mettere nero su bianco e sentivano l'esigenza di esternarlo.

A lei, ad onor del vero, erano state dedicate delle poesie nel passato. Ed era stato lo stesso Guardiano a farlo.
Era proprio vero, l'immoralità di un amore, consegnato ai posteri tramite dei versi ispirati, ha un sapore dolcissimo, anche al suo stesso ricordo e adesso, che riassaporava tutte le gioie delle attenzioni che lui le aveva donato quotidianamente, le mancava di nuovo e non poco, ma era il passato ed era stato sepolto, senza neanche tanti perchè.

Però, se rifletteva un attimo su come si ponevano nei confronti delle donne i suoi coetani, si rispondeva che essi hanno ormai un'idea totalmente distorta delle donne, quasi come se la loro unica ragione di vita dovesse essere quella di assecondarli sessualmente, accudirli come delle vice mamme e tante altre idiozie di cui si beavano, senza però sentirsi in obbligo di regalare loro una benchè minima attenzioni. 

Non aveva mai conosciuto nessuno, oltre il guardiano, che si fosse sforzato di dirle anche un semplice ti amo, però inatteso e a onor del vero lui era sempre stato un vulcano di sorprese e di attenzioni, coccole e carezze, anche se poi la distanza tra di loro era comunque notevole.
 
Chissà che stava facendo in quel momento il guardiano? Non aveva più voluto pensare a lui dopo il loro addio. Lo aveva rimosso automaticamente e completamente dai suoi pensieri, ma adesso tutte queste coincidenze glielo avevano riportato alla mente, le stavano facendo battere il cuore, quasi come se avesse di nuovo 17 anni.

E se fosse davvero lui l'uomo che si nascondeva dietro tutti quei gesti gentili, che sapevano di vittoriano? Come doveva comportarsi in quel caso? Adesso quei dubb e tanti altri la stavano assalendo e non sapeva affatto come doveva comportarsi.
Aveva un solo modo per dirimere la questione, gallegiare leggera nella notte che stava iniziando, splendidamente illuminata da una bellissima luna piena, sperando che l'alba non tardasse ad arrivare, perchè il giorno dopo, nulla doveva essere più celato ai suoi occhi.

Si, il giorno dopo avrebbe messo sotto torchio il postino fino allo sfinimento, ma sarebbe dovuta venire a conoscenza dell'identità del suo ammiratore segreto a qualunque costo.

Non poteva più vivere con quel dubbio che le bloccava l'anima.




SAKINEH NON DEVE MORIRE