22 feb 2012

L'AMMIRATORE SEGRETO - Capitolo 5





Aveva respinto immediatamente il suo primo istinto, quello di chiamarlo e chiedergli che cosa aveva in mente? Cosa diamine voleva da lei dopo tutto questo tempo? Perché, seppure molto gratificata dal suo atteggiamento, non voleva in nessun modo rinnovare il dolore che le aveva già causato quell'uomo, anzi la cosa l'aveva infastidito, adesso che ne aveva valutato serenamente tutti gli aspetti.
Quell'uomo faceva parte di un passato sul quale aveva tirato su una bella croce e a dirla tutta, seppure tutte le sue attenzioni e le sue premure erano a dir poco magnifiche, lei viveva nella realtà e non voleva perdere il suo tempo con lui.

"Grazie tante Guardiano, sarà casomai per un'altra vita"

Pensò tra se e se, archiviando definitivamente quella storia.



Adesso si sentiva più leggera e poteva così dedicarsi con l'impegno di sempre al suo lavoro e perché no, anche a se stessa.
Come prima cosa, si decise ad accettare l'invito in maschera, a tema bianco e nero, per l'inaugurazione del nuovo Juve store, che alcuni suoi amici avevano programmato proprio per quella sera e poi tra l'altro era prevista la presenza di Pavel Nedved e a lei era sempre piaciuto il suo modo di essere atleta, attento e scrupoloso, come d'altronde era lei nella sua vita.
Aveva sempre amato il calcio, sin da bambina. Ricordava le partite viste allo stadio con la copertina sulle gambe e le volte invece che vi aveva giocato con i suoi amichetti, in virtù di un tiro fenomenale di cui era dotata e grazie al quale tutti la volevano in squadra.
Quella sera, a conoscere uno dei suoi idoli, lei ci sarebbe stata, esorcizzando così i fantasmi del passato e ricacciandoli all'inferno, il posto dove meritavano di vivere.



Arrivò in anticipo rispetto all'ospite d'onore e anche se le vetrine erano ben illuminate per evidenziare il merchadising esposto, l'insegna era ancora coperta. Forse attendevano il biondo centrocampista per renderla pubblica.

L'attesa non fu lunghissima, puntuale come quando faceva partire i suoi lanci dalla fascia, il ceco arrivò con la sua auto e da perfetto ospite si intrattenne  con tutti i presenti, fino a quando non venne il momento dell'inaugurazione dell'insegna.


Lei uscì fuori insieme agli altri invitati e ringraziò quei tre drink che aveva bevuto, perchè così non soffriva il freddo della serata.
Guardò l'insegna e vide che era una scritta molto semplice, che però insisteva sull'intero lato del fabbricato su cui era posta in opera, lunga quanto tutte le vetrine. 


JUVENTUS STORE


Era davvero bella, bianca su fondo nero e  a completarla c'erano quelle due stelle color oro, il simbolo dei venti scudetti vinti.

L'ospite d'onore giunse sul  piccolo palco che era stato attrezzato per l'occasione, lontano dalla folla di tifosi e semplici curiosi che gremivano la piazza e premette un pulsante, così che tutto si illuminò e lei ebbe una folgorazione


Seconda stella a  destra
questo è il cammino
e poi diritto fino al mattino.


Non era possibile, non poteva essere quello che stava immaginando.

Vedendola illuminata, ebbe come l'impressione che il suo ammiratore le stesse inviando un messaggio, invitandola a raggiungerlo percorrendo quella strada poco illuminata del centro storico, su cui la seconda stella rimandava la sua luce gialla, rendendola invitante.


Era incredula, non pensava fosse possibile tutto ciò.
Nemmeno lei sapeva che vi sarebbe andata a quella fest, anzi lo aveva deciso solo dopo aver scoperto che il guardiano e l'amiratore erano la stessa persona. Come poteva quell'uomo, oltre che a leggerle nel pensiero, conoscere il futuro?
ricorda ciò che hai già avuto tra le tue mani e ti assicuro, che prima della fine della serata, avrai ogni risposta alle domande che ti stai ponendo.
Era fuori discussione che potesse essere una coincidenza. Non erano i drink ad alterarle la realtà, quello era un chiaro segno e lei non poteva rimanere ferma lì.
D'altronde conosceva bene la persona che la stava chiamando e se c'era una cosa che sapeva per certa è che si poteva fidare di lui.
Decise che le sue gambe stavano facendo la cosa giusta portandola da lui. Adesso doveva incontrarlo, il suo ammiratore e chiarire definitivamente questa storia.



SAKINEH NON DEVE MORIRE