23 feb 2012

L'AMMIRATORE SEGRETO - Capitolo 6







Aveva iniziato a percorrere quel vicolo quasi in trance e solo allora stava realizzando che di quella stradina non ricordava nemmeno l'esistenza, quasi come se fosse comparsa sulla faccia della terra dall'oggi al domani. Vedeva sui lati delle case dei lampioncini a braccio che illuminavano il suo percorso, rendendo suggestiva l'atmosfera in cui si trovava immersa, però il beep beep del suo smartphone le stava segnalando che aveva perso il segnale GPS, come se fosse fuori dal mondo.
Era in una sorta di Brigadoon del 21° secolo.

Sentiva il cuore che le batteva in gola e non sapeva se la cosa era dovuta al passo ormai sempre più spedito oppure era l''emozione di poter finalmente incontrare il Guardiano che la stava sopraffacendo ed anche se solo qualche ora prima lo aveva mandato al diavolo, questo nuovo ed inatteso sviluppo l'invogliava ad andargli incontro.

Certo non poteva distrarsi, doveva capire dov'era nascosto il prossimo indizio, il mattino che le avrebbe svelato finalmente la meta.

Però più i secondi passavano e più la fine della strada si faceva vicina. Vedeva già in fondo la luce del nuovo incrocio e questo non era possibile, doveva pur esserci qualcosa o qualcuno che le poteva indicare dove si trovasse quell'uomo.
Non poteva essersi immaginata tutto, non doveva essere solo il frutto della sua immaginazione, ne sarebbe rimasta enormemente delusa. Derubricare tutti quei gesti ad uno stupido sogno o alla voce autosuggestione, l'avrebbe ferita nel suo orgoglio.

Però purtroppo era proprio così.

Niente, nulla in quella strada era lì a indicarle un nuovo percorso o un punto di arrivo e il suo sconforto fu davvero enorme.
Non se lo aspettava, anzi sperava per davvero di essere vicina a lui, perché quella che nel pomeriggio era stata una delusione cocente, adesso era quasi una necessità impellente, voleva parlargli, capire, comprendere il perché di quei suoi gesti e soprattutto perché dopo tutto quel tempo.

Sconsolata, affranta, decise che era giunto il momento di tornare indietro, ma prima doveva contattare chi l'aveva invitata all'inaugurazione. Di sicuro la festa era terminata o quasi e c'era chi si stava domandando dov'era finita e non voleva che nessuno si preoccupasse per lei. Non aveva nessuna intenzione di essere causa di agitazione per chicchessia. 
Cercò di telefonare, ma quella sera il suo apparecchio sembrava impazzito, nessun tipo di segnale, era come morto.
Era giunta l'ora di passare ad un nuovo e più aggiornato apparecchio.


Rifaceva a ritroso la strada che aveva già percorso all'andata, ma con molta più calma e soprattutto senza  nessuna agitazione, regalando un'occhiata più attenta a quelle vetrine che prima le erano servite solamente per non sentirsi persa e sola. 
Abiti, borse, scarpe, vendevano un po' di tutto in quella strada e sembrava anche che fossero anche oggetti di notevole pregio. 
Poi una vetrina stranissima attirò la sua attenzione.

Non c'era nessun nesso logico che legasse insieme le cose che vedeva esposte. Album della Panini, maglie della nazionale di pallavolo e quella di Zoff al mondiale di Spagna e in bella mostra, davanti a tutti un libro.



LUNGO LA NOTTE


Quel titolo le ricordava qualcosa.

Un attimo, uno solo e ricordò, era titolo del primo racconto lungo che aveva pubblicato il guardiano tanti anni prima e di colpo anche la trama le tornò alla mente.

Si trattava di un viaggio intrapreso da un uomo e da una donna. Incroci di vite diverse tra di loro, fino a che non avevano visto insieme l'alba, il nuovo giorno, 



IL MATTINOOOOOOOOOOO



C'era, era lì davanti a lei l'indizio che cercava, ma come aveva fatto a non averlo visto prima quel negozio? come aveva fatto a non pensarci a..........

No, non poteva essere, non era vero, quelle erano solo delle coincidenze, non era possibile che quella fosse per davvero ciò che immaginava fosse.

Timorosa alzò gli occhi verso l'insegna e vide


DREAMS



Era davanti alla bottega dei sogni.
Ogni riferimento a quel luogo, aveva pensato fosse solo una lucida follia del guardiano, credeva fosse stata solo una sua invenzione letteraria, della quale aveva letto piacevolmente ed invece eccola lì, era nella sua città, a pochi passi da lei, ma tutto ciò era praticamente impossibile.
Sentiva che il cuore le batteva forte in gola e questa volta era per davvero un'emozione di quelle mai provate prima, anche perché, se lui era lì vuol dire che era diventato il nuovo Custode dei sogni.

Si decise  ad entrare

Diiiiiin Diiiiiin

Una campanella all'ingresso, come nei vecchi film? Si, ma perché se n'era meravigliata? Lo sapeva che l'avrebbe trovata lì.

"C'è nessuno?"

Non ebbe risposta ed allora come Alice nel paese delle meraviglie, iniziò a girare tra i vari scaffali e trovò proprio quello che si aspettava di vedere. I suoi sogni.

C'erano proprio tutti. Le maglie delle squadre di calcio che non aveva potuto indossare perché donna e tutti i desideri che ogni bambina può avere. Una foto dei genitori felici e un foglio con la sua grafia, ma mentre lo teneva tra le mani e iniziava a guardarlo, nell'aria colse lo stesso profumo dei biglietti

"Buonasera, ti aspettavo Lu"

Era lì, dietro di lei. Non riconobbe la voce, ma non si girò di scatto, seppure in preda all'eccitazione. Finalmente poteva incontrarlo,  si voltò lentamente e lo vide, con il suo un sorriso accattivante. 

Una nota di delusione si stampo sul suo volto.

"Mi dispiace, lo so che ti aspettavi di incontrare il Guardiano e invece la mia brutta faccia alla Dracula non è certamente quello che speravi di vedere, ma ho bisogno di parlarti questa sera. 
Mi vuoi dedicare un po' di attenzione?"

Certo che era delusa.
Era delusa perché l'ammiratore segreto non era il guardiano, era delusa perché adesso sperava  fosse lui per incontrarlo, era delusa perché quell'uomo l'aveva presa in giro, facendole credere altro......

"No, ti prego, non ti ho presa in giro e no non ti sto leggendo nel pensiero, queste cose ce le hai scritte in faccia e lo sai. 
Però vedi, ho molto a cuore le sorti del nostro comune amico, ed è molto prostrato da quando non è stato in grado di farti capire quanto di ama. 
Ho quindi bisogno di parlarti, per raccontarti delle cose che non conosci e che credo sia giusto che tu sappia, ma prima consentimi una cosa. 
Devo porgerti delle scuse personali e nascono proprio per quel foglio che stringi tra le mani. Come sai, in quanto sogno, io ne sono venuto a conoscenza e mi sono permesso di renderlo pubblico. Nel farlo, però, l'ho in qualche modo stravolto. 
Anche solo cambiarne la punteggiatura sarebbe stato grave, ma io ho fatto di peggio, l'ho modificato e questo non rende merito alla bellezza e all'intensità di ciò che tu hai scritto. 
Ho poi capito quanto questa cosa ti ha ferito e mi dispiace intensamente. 
Ho letto e riletto, non so più nemmeno io quante volte quei righi e spero che adesso, che ti ho davanti a me di persona, tu possa accettare le mie scuse più sincere.
Perdonarmi."

Era choccata, non aveva gradito quegli stravolgimenti. L'avevano indispettita e non poco, ma vedersi chiedere scusa in quel modo, era per lei una cosa importante. Decise che quell'uomo meritava fiducia e attenzione. 
Lo perdonò e lo esortò con un'espressione del volto ad andare avanti con la sua storia.

Adesso che sapeva chi era il suo ammiratore segreto, doveva capire perché l'aveva attirata lì e cosa aveva da raccontarle di così tanto importante.





SAKINEH NON DEVE MORIRE