22 feb 2012

L'AMMIRATORE SEGRETO - Capitolo 4




Era impaziente e l'attesa, com'era sempre stato nella sua vita, si rivelava oltremodo snervante, era una qualcosa che aveva mal sopportato in ogni circostanza, figuriamoci oggi.

Per tutta la mattinata aveva fatto in modo di trovarsi in prossimità della porta d'ingresso, negli orari in cui di solito arrivava il postino, pronta ad attuare il piano che aveva meticolosamente studiato durante quella notte in cui non era riuscita a chiudere occhio.
Ciò che aveva escogitato le sembrava perfetto e le avrebbe consentito di venire a capo della sua curiosità, senza indurre i suoi subalterni a pensare chissà cosa di lei. Dopo la mattana del giorno prima, un'altra sarebbe stata fuori luogo.

Sentì il campanello e capì che era il  momento di agire. Così mentre la sua segretaria apriva la porta d'ingresso per ricevere la posta, lei avvisò tutti che andava al bar per un caffè e uscì dirigendosi all'esterno del fabbricato, attendendo vicino al portone il suo uomo. Il tutto senza dare troppo nell'occhio. 
Doveva sembrare un incontro casuale.

Lo vide e subito lo salutò.

"Salve"

"Buongiorno a lei signora. Immagino che voglia la lettera che devo consegnarle personalmente?"

La lettera? Ma di quale lettera stava parlando? Lei voleva delle informazioni, voleva sapere chi le aveva spedito quel pacco senza affrancatura? Com'era fatto quell'uomo?

Abbozzò.

"Si, grazie. L'aspettavo con ansia, ma chi gliel'ha data?"

"Lo stesso signore di ieri. Mi ha anche detto di riferirle che con questa, lei avrebbe iniziato ad avere le risposte alle domande che si sta ponendo"

Rimase sbalordita, per la seconda volta, in meno di ventiquattr'ore qualcuno era stato in grado di anticipare i suoi passi e capire i suoi pensieri. Non immaginava di essere un libro così aperto.
Fino ad'ora, nella sua esistenza, aveva sempre indossato una maschera, per evitare che il mondo potesse leggere i suoi sentimenti, ed ecco invece, che un perfetto sconosciuto riusciva ad anticipare non solo le sue mosse, ma anche i suoi pensieri.

Questa cosa aveva dell'incredibile.

"Ah, signora" 

Si era già del tutto dimenticata del postino che adesso però interrompeva il filo logico dei suoi pensieri

"Grazie per avermi messo nelle condizioni di conoscere un uomo del genere"

E cosa voleva dire adesso questa frase? 

Era stordita e aveva bisogno di sedersi per riflettere con calma sugli accadimenti delle ultime ore. Tutto ciò che la circondava, le sembrava vorticosamente in movimento in quell'istante.

Ringraziò il postino per la lettera e tornò indietro, chiudendosi a chiave nel suo ufficio.
Comunicò con l'interfono alla sua segretaria che non voleva in nessun modo e per nessun motivo al mondo disturbata, sfilò la busta dalla tasca in cui l'aveva riposta e solo allora si rese conto che la carta non era normale, aveva la stessa trama di una pergamena, con la consistenza di un cartoncino.
Dove l'aveva già visto un foglio così? Ma certo, ecco dove, in una bottega della divina costiera.
Quella era carta di Amalfi, fabbricata a mano con un procedimento di antica memoria.
Era sempre più sbalordita,dall'attenzione con cui erano curati i dettagli, in tutta quella vicenda.

Aprì delicatamente la busta, per paura di rovinarne il contenuto e ne vennero fuori alcuni fogli. I primi due erano della stessa forgia della busta e pregni dello stesso profumo che già conosceva.
Dedicò a loro la sua prima attenzione.


Leggi con calma ciò che segue, ricorda ciò che hai già avuto tra le tue mani e ti assicuro, che prima della fine della serata, avrai ogni risposta a tutte le domande che ti stai ponendo.

D    

Era sbigottita. Chiunque fosse quell'essere, lei si trovava sempre un passo indietro, ma a questo punto forse era il caso di non pensare più a nulla e di seguire, senza fare tante storie, il tragitto che le stava indicando. Forse era la cosa migliore da fare.

Prese il secondo foglio in carta di Amalfi e lo lesse


Sei andata via
alle porte del sonno, 
mentre la tua ombra
confondeva i suoi contorni
con il buio della notte.

Il tuo ricordo,
sa ancora dei baci
che non mi hai dato
e rinnovano in me
un dolore intenso 
che vibra devastante

Non posso rincorrerti,
perché la tua vita è lontana dalla mia,
però, nulla e nessuno potrà mai impedirmi,
al termine di ogni giorno che vivrò,
di regalarti un mio pensiero
prima che gli occhi siano di nuovo colmi
delle lacrime che verserò per te.


Era commossa, aveva riconosciuto la scrittura, lo stile era quello inconfondibile del guardiano, ma non l'aveva mai letta prima d'ora quella poesia.

D'altronde come poteva? Era stata sicuramente scritta dopo che il loro rapporto si era chiuso e quindi, anche se ne era la destinataria, a lei era rimasta sconosciuta. 

Però doveva ammetterlo, era bellissima.

Prese gli altri fogli e una nuova e più intensa emozione la scosse.
Erano le sue poesie, quelle che in precedenza gli aveva ispirato e che lei aveva già ricevuto, però quelli che stringeva tra le mani erano gli originali.
Si, lei aveva avuto dei file PDF, che aveva stampato. I suoi erano dei succedanaei con i quali si gingillava, nell'attesa di un evento che non si era mai materializzato, ma quelle poesie che finalmente toccava erano originali, li riconosceva.
Ricordava bene che dovevano essere il suo primo regalo per lei, in un luogo ben preciso, dove si erano ripromessi di incontrarsi, ma non lo aveva mai posto nelle condizioni di potergliele dare.

Lo aveva lasciato prima di vedersi, però quei fogli adesso erano tra le sue mani e si rese conto che stava tremando e piangendo nello stesso istante.

Si fermò un attimo, nessuno, oltre loro due sapeva. Nessun'altro al mondo poteva conoscere la storia di quei versi. 

Adesso era certa di aver capito chi si celava dietro le spoglie del suo ammiratore segreto. Con quel gesto il l guardiano si era scoperto, ma perché era tornato? Perché la importunava di nuovo dopo tutti quegli anni?

A lei non eran mai piaciute le minestre riscaldate e adesso quella cosa iniziava a perdere il suo fascino e a diventare meno piacevole.

Si, si sentiva importunata e aveva deciso di troncare lì la questione.



SAKINEH NON DEVE MORIRE