23 feb 2012

L'AMMIRATORE SEGRETO - Capitolo 7





Ci fu un attimo di pausa, era come se il custode stesse mentalmente cercando le parole adatte o forse stava semplicemente rimettendo in ordine tutti i pensieri e le cose che si erano succedute fino a quel momento, in quei giorni.


"Lo so che per te ascoltare in silenzio, senza intervenire è una cosa difficile, ma ti prego non mi interrompere adesso.
Tu mi conosci. Hai letto sul blog del Guardiano qual'è la mia attività qui, nella bottega. Hai letto anche che Keats è stato uno dei custodi che mi ha preceduto in questo compito e sai bene che il prossimo sarà il Guardiano. 
Quello che li unisce caratterialmente, è il modo totalizzante che hanno di amare la propria donna. 
Fanny è stata in vita quel motivo in più che ha dato a John la forza per cercare di guarire dalla sua malattia e da quando poi si sono ricongiunti qui, sono presi ad esempio da tutti coloro che aspirano all'amore eterno. 
Tu, anche se non lo hai mai potuto constatare, sei stata la rinascita di un cuore, il sorriso spontaneo e felice che improvvisamente compariva sulle labbra del Guardiano, solo perché il tuo pensiero lo aveva sfiorato.
John è morto senza Fanny al suo fianco, lasciando ai posteri una raccolta di lettere, che io ti ho spedito per posta qualche giorno fa. Probabilmente succederà lo stesso al guardiano, con la sola differenza, che tu, tutte le lettere che lui ti ha scritto non le leggerai mai. 

Saranno per sempre dei sogni infranti.

Ecco, qui entro in gioco io. 

I sogni infranti, sono la parte più dolorosa di tutta la mia attività, perché se è vero che è nella natura stessa dei sogni quella di non trasformarsi quasi mai in realtà, ce ne sono alcuni che per la loro purezza, per la loro intensità, per il loro modo di essere vissuti, una speranza, almeno una sola, se la meritano.

Ora lo so, potrai pensare che sono di parte, spudoratamente di parte, ma il fatto è che mi sento in colpa nei suoi confronti, se ha ripreso a credere nei sogni. 
Dopo anni in cui aveva messo da parte la fantasia, come sai, l'ho attirato qui nella bottega  e dopo averla visitata, gli è poi tornata la voglia, il desiderio di avere come unico limite l'infinito e quindi di provarci sempre e comunque. 
Di qualsiasi natura fossero fatti i sogni.

Così ha avuto inizio un'esplosione di invenzioni fantastiche sul suo blog, per se stesso e per le persone che ne avevano bisogno. Ero orgoglioso di aver violato una delle regole principali della mia attività, mai intervenire nella vita dei sognatori, perché i risultati mi davano ragione.

Però poi sei arrivata tu, un turbine, un uragano, quello che di più bello e dolce un uomo possa desiderare, l'amore vero, quello per cui vale la pena vivere e lui si innamorato follemente. 

Il resto è storia, la conosci e l'hai vissuta, fino a quando hai troncato il tutto e sei uscita decisamente dalla sua vita, scomparendo.

Quello che è successo dopo non lo sai e nemmeno è giusto che tu lo venga a sapere così, da me. Quello che però ci tengo a dirti, è che non ha smesso per nemmeno un secondo di amarti, con la stessa struggente intensità di allora, quella dell'inizio, dei primi giorni.
Ardore e passione, sono le molle che ancora lo spingono ad averti ancora oggi come punto di riferimento per il suo cuore.

Ti ho detto poco fa, che tra i miei doveri, c'è l'obbligo di non intervenire nella vita di ogni sognatore, ed infatti adesso io non sto in nessun modo parlando a lui, ma se nel tuo cuore hai nascosto da qualche parte quello spirito di avventura, che ti spinge di nuovo a provarci, forse una volta, almeno una sola, dovresti porre i tuoi occhi nei suoi e cercare di leggere quello che ha dentro, sapendo però prima, che ti potresti perdere, per un'emozione così grande.

Ora però è il caso che ti svegli. 
Ricorderai tutto ciò come un sogno, starà a te decidere se lottare per farlo diventare realtà o derubricarlo come un momento di stanchezza"



"Lu, ehi Lu, ma che ci fai qui mezz'addormentata?"

Si destò di colpo. 
 
Era praticamente crollata sotto l'effetto della notte insonne, dei drink e della comodità di quella poltrona posta nei pressi dei camerini, ed aveva sognato tutto. 
Non lo credeva possibile, era stato tutto così reale, tutto così vero.
Lei lo aveva visto davvero il custode, ne aveva sentito il profumo, non si poteva essere sbagliata così tanto.

Doveva capire

Ringraziò i suoi amici per la splendida serata e per averla messa nelle condizioni di conoscere Nedved.
Uscì fuori e come prima cosa cerco la bottega nel vicolo, ma con sua grande sorpresa, lì dove lei aveva veduto una strada, adesso non c'era più nulla, solo un muro e niente oltre.
Proprio come in Brigadoon, la strada che portava alla bottega, era stata come inghiottita, persa nel tempo e nello spazio.

Aveva davvero sognato tutto e niente era vero? Com'era possibile tutta quella verosomiglianza di quel sogno con la sua vita?
C'era un solo modo per scoprirlo, conoscere il guardiano, ma lei lo voleva per davvero?

Tutto quello che credeva di aver vissuto, poteva essere semplicemente frutto della sua fantasia e della sua voglia di un amore romantico, di un uomo capace di coccolarla e starle accanto, un uomo che si ricordi di lei non solo la notte nel letto, ma anche e soprattutto durante, quando la donna fa largo alla femmina.

Non sapeva che fare, cosa decidere.
Adesso aveva bisogno del suo letto, di un giusto riposo e la domattina ci avrebbe pensato su e forse, lo stesso viaggio che l'avrebbe portata per lavoro a Roma l'indomani mattina, poteva esserle d'aiuto.




SAKINEH NON DEVE MORIRE