Ora però, so già che sto per scrivere uno poco adatto ad un pubblico femminile, ma ne sento forte l'esigenza. Essa è nata nell'istante stesso in cui succedeva il misfatto che l'ha ispirato e non riesco a frenarmi, quindi sappiate, che ciò che andrete a leggere, tratterà di un aspetto del calcio molto particolare.
Però, anche questi campioni hanno commesso quell'errore che li ha fatti tornare umani. L'ultimo in ordine di tempo è quello di mercoledì sera, quando una maledetta palla è schizzata sul piede del portierone juventino, per poi andare in rete.
In quell'istante io non avrei mai voluto essere Buffon, o meglio non avrei mai più voluto provare quella sensazione, perché il gioco riprende comunque sia, la palla corre avanti lo stesso e i tuoi compagni cercano di mettercela tutta per recuperare l'incidente, ma tu sei di nuovo solo con te stesso e con il gol che ti torna di nuovo dentro, accelerato, rallentato, sei lì che lo rivedi in ogni modo e ti chiedi com'è stato possibile? Ma come? ho fatto miliardi di interventi impossibili, ho tolto la ragnatela dall'incorcio dei pali per evitare una rete e quella palla è entrata e ha rovinato una partita, forse un campionato.
Solo, uno contro se stesso, ma con l'aggravante che quel nemico è il peggiore che esista, perché conosce il lato oscuro e ti ci trascina dentro. Ci fosse di fronte, dopo un solo secondo, Maradona, Ronaldo, proveresti a fermarli, ma la palla è altrove, la squadra attacca, nessuno può confortarti e tu sei solo.
Uno.
Uno contro tutti, ma soprattutto uno contro se stesso. Uno che deve ricostruirsi, ma che deve farlo senza ripensare mai più a quel momento, altrimenti rischi di sgretolare quanto di buono hai costruito in un intero campionato, in tutta la tua carriera, perché quell'errore non macchierà mai la tua storia personale, ma se dovesse essere decisivo per le sorti finali della tua strada, sai già che ci saranno altre notti insonni a minare le certezze che hai costruito.
Ed allora, nulla deve più dipendere più da quel momento, ma lo sarà dal modo in cui entrerai in campo la volta dopo, dalla serenità che avrai nello sguardo prima della partita che segue e da come affronterai il fatto che dovrai restare di nuovo solo.
Uno contro il resto del mondo, ma che deve battere prima se stesso e la solitudine del ruolo, per dimostrare agli altri, che ogni campione è prima di tutto un uomo capace di sbagliare, ma che a differenza di tanti altri, si alza e ricomincia daccapo. Da solo.
Comunque sia, comunque andrà a finire quest'intero campionato, la cosa che adesso più mi preme di sapere e che osserverò con estrema attenzione, sarà quindi lo sguardo che tirerà fuori dall'anima Buffon, approcciandosi l'incontro con il Cagliari. Voglio vedere, come un vero numero uno si approccerà ad un nuovo scontro con la solitudine e i fantasmi che di certo in essa si annideranno.
In bocca al lupo, Gigi ....
mi piace moltissimo!!!!
RispondiEliminama quanto mi piace questo guardiano!
RispondiEliminaamo i post di questo genere, peccato che siano un po' rari.
kik
Devono essere ispirati, quando nascono, poi sono qui sul blog.
EliminaGrazie, come sempre, dell'attenzione.
Bellissimo! Quando c'è il cuore, lo si ritrova non solo nelle storie d'amore, ma in qualunque argomento si affronti e tu Guardiano di cuore ne hai!!!
RispondiEliminaStupendo il passaggio: "ho tolto la ragnatela dall'incrocio dei pali per evitare una rete"... Coinvolgente!!!
RE
Ad onor del vero, i ganci posti dietro una traversa, sul campo di Mariconda, mi hanno lasciato un segno sul polso sinistro, che solo qualche cm più in là potevano dar adito a un possibile tentativo di suicidio :-)
EliminaNe ho fatte di cavolate tra i pali