8 giu 2011

MORTI AMMAZZATI - Appendice







Parto dal primo commento al post di ieri, per spiegare alcune cose che ho particolarmente a cuore

"Morti Ammazzati" è la definizione giusta per queste persone che tragicamente hanno perso la loro vita per il lavoro 
Il nostro governo le definisce "morti bianche" ma di lindo e pulito io non vedo nulla tranne un fatto colposo e criminoso! 
E' inaccettabile che in un Paese sviluppato come il nostro accadano ancora tragedie come queste.
Mi sorge una domanda spontanea : ma non si può fare nulla per far sì che nn succedano più?


Il mio settore, l'edilizia, è ciò che di meno industrializzabile c'è al mondo, perchè seppure rpetitive le lavorazioni, esse vengono svolte in condizioni che mutano di volta in volta, anche nell'ambito dello stesso cantiere.
Cosa vuol dire questo? Che bisogna arrendersi all'evenienza? No, anzi, che bisogna fare maggiore attenzione, sempre. Che è un pò quello che ho cercato di dire, per ciò che mi riguarda, con il post di ieri.

Personalmente, quelle cifre, non solo le ho lette, non solo mi ricordo che sono riferite a degli uomini, ma le ho studiate e ve le spiego, per quello che ho capito

  • La maggior parte degli incidenti avviene di  pomeriggio, quando l'operaio è stanco e alcune volte ha bevuto del vino a pranzo, cosa che personalmente vieto di fare. La miscela di ore di lavoro manule e alcool è micidiale per i riflessi;
  • Gli incidenti, succedono spesso a chi è da poco in cantiere, a volte giorni. Vuoi l'inesperienza, vuoi perchè c'era la cattiva abitudine di assicurare le persone dopo l'incidente (una leggina lo permetteva), risultava spesso così dalla lettura dei tabulati;
  • Non solo in edilizia sono impiegati soprattutto coloro che non sono riusciti a fare altro nella vita (due braccia, due gambe e pesi da spostare), ma anche chi lo da quel lavoro non è di per se un gran che. Per dare un prezzo finito al committente, pensano che il modo migliore per risparmiare è di tagliare gli oneri per la sicurezza, tanto la vita in gioco difficilmente è la loro.
E volendo posso continuare l'elenco all'infinito, fatto sta, che come ho detto nel primo post (clicca qui), non si potranno di certo azzerare i numeri che parlano di morti nell'edilzia, ma sarebbe di sicuro criminale contribuire alla loro progressione.
    P. S.  Rubo una frase al libro di Camilleri che sto leggendo in questi giorni.

    Non capisco perchè si debba dare un colore alla morte? Per me la morte non ha colore e se proprio glielo vogliamo dare, per me è nera, nera come il carbone


    E  ANCORA OGGI





    SAKINEH NON DEVE MORIRE

    4 commenti:

    1. Quella delle morti sul lavoro è veramente una brutta piaga. Ma in una società dove è ancora permessa la guerra, dove uccidere è una attività come un'altra, a nessuno interessa se la gente muore. Servono casi eclatanti per far muovere la pubblica opinione. Non è una questione di leggi, è una questione di cultura, di amore, di rispetto per se stessi e per gli altri. La strada da percorrere è lunga, ma chissà un giorno probabilmente questo potrebbe essere solo un lontano ricordo.

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    2. Come ho scritto già ieri, a me interessa la vita di chi lavora con me, delle loro famiglie e faccio e farò tutto il possibile, affinchè gli incidenti siano qualcosa di anomalo, eliminando quelli dovuti all'imperizia e all'incuria di chi opera in cantiere, la mia per prima.

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    3. Quello che tu fai è meraviglioso, tieni alla tua vita e a quella degli altri. Ah! se tutti fossero come te.
      Un abbraccio

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    4. Giuro, non credo ci sia nulla di speciale in quello che faccio, ma è il contesto in cui viviamo che lo fa sembrare "meraviglioso".
      Ah, io ho rischiato di mio, per non mettere a repentaglio gli altri. Chi lo ha visto mi ha dato del pazzo, rivedendo le foto condivido il giudizio, ma lo rifarei

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