25 ago 2011

COLLEZIONE SOLARE 2011 - Ciò che voglio






PRIMA PUBBLICAZIONE GIUGNO 2011




Uno dei dubbi, che di certo mi porterò dietro fino alla morte, riguarda un aspetto particolare delle poesie.

Per averne scarabocchiata più di qualcuna, so di preciso cosa si prova nell'istante in cui nasce l'ispirazione, cosa si sente dentro in quel momento e conosco bene, anche la molla che mi porta ad inseguire i miei pensieri e a metterli in fila su un foglio bianco. 
Ma chi ispira una poesia, come si sente quando si ritrova a leggerla? Quali sono, le emozioni che si provano, avendo tra le mani un poema nato, plasmato per me? 
Ecco, io questo non lo so e non credo che lo scoprirò mai, ma certamente ho invidiato l'uomo, che questi versi ha fatto nascere.

L'ho ricevuta, l'ho letta, ho chiesto il permesso di pubblicarla e adesso che mi è stato accordato, la condivido con voi. 

A me è piaciuta, moltissimo.


Amo le tue mani, 
il modo in cui lusingano il mio corpo,
la passione che infondi in esse, mentre mi accarezzi il viso
e mi sussurri dolcemente che mi ami.

Il nostro ardore, si sublima nell’attesa di questo momento
così, che quando sento la tua bocca,
che con un solo tocco si impossessa del mio respiro,
io non posso che vivere di  te! 

 Ricordo le tue labbra e quanto le ho desiderate.
Sin dal primo bacio, mi trasmisero la tua timidezza,
tanto da farle sembrare quasi inesperte, 
sono rimaste indimenticabili.

 Le nostre bocche,
si cercano per recuperare i baci persi,
per non trascorrere più nemmeno un istante
lontane l’una dalle altra

 Stringimi forte a te,
in quel abbraccio appassionato
in cui i nostri corpi si fondono

Lascia che i tremori, che scuotono le tue membra,
 a contatto con i miei seni,
possano appagare il tuo desiderio di me.

Voglio sentirti mio, 
perché tu solo, sei ciò che voglio,
il mio unico, immenso amore.


Selen


Ovviamente, Selen, non è il nome con cui è conosciuta la persona che ha scritto questa poesia. 
Ha scelto questo nickname, per tutelare la sua privacy e forse anche per quella sorta di pudore, mista a timidezza, che si prova quando si scrivono certe cose e le si rendono poi pubbliche.

Solo io sono senza vergogna, ma sono anche una bestia strana e come tale non faccio testo.




SAKINEH NON DEVE MORIRE

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