26 ago 2011

COLLEZIONE SOLARE 2011 - In che mondo




PRIMA PUBBLICAZIONE GIUGNO 2011


In che mondo viviamo, se una donna indigente coni suoi  bambini, che hanno solo pochi mesi di vita, chiedendo del cibo per loro davanti ad un frequentatissimo negozio del centro, che vende articoli per l'infanzia, vede sfilare incurante della sua povertà la bella società della sua stessa città. 
E' possibile che nessuno di quei "signori", tenendo per mano il proprio figliolo, non abbia capito quanto quei due cuccioli siano sfortunati e si sia sentito in dovere di acquistare una confezione di omogeneizzati? 2 euro e 50, non uno stipendio;


In che mondo viviamo, se un distratto automobilista, accortosi per tempo del proprio errore si ferma e chiede scusa per lo stesso e di rimando viene subissato di contumelie da un'anziana signora che accompagnava il guidatore e quando il signore prova a far capire che le sue sono scuse e non altro, le offese raggiungono la terza generazione dei suoi avi, per linea maschili e femminile;


In che mondo viviamo, se in un bar affollato, un ambulante di colore cerca di acquistare un cornetto mostrando i soldi e viene bellamente ignorato dal barista che ostenta la massima indifferenza, tra il silenzio generale degli altri clienti, fin al momnto in cui un ragazzo comanda una colazione completa per se e per il suo "fratello africano" e a quel punto gli altri avventori si avvicinano a lui complimentandosi, ma sottovoce e senza darlo a vedere;


No davvero, spiegatemi in che mondo mi sono svegliato ieri mattina, perché io sono ancora uno di quelli che crede nella misericordia verso gli ultimi e nella serenità dei rapporti tra gli esseri umani, uno che non è capace di distinguere il giallo dal nero e non perché sono daltonico, ma perché per me gli uomini sono tutti uguali e si dividono solo tra buoni e cattivi. Uno che spera di lasciare ai propri figli un mondo migliore, ma che così non sa nemmeno se sarà uguale a quello che lui ha trovato.

Davvero, ditemi su che pianeta siamo? Perché a me viene quasi voglia di suonare il campanello, come si fa sugli autobus e di scendere alla prossima fermata, perché qui tutto fa schifo, ma la cosa peggiore è che la gente non si indigna più, non ha più un briciolo di amor proprio e lascia che le cose accadano, che peggiorino.

Ditemi per piacere, su che schifo di pianeta viviamo, perché a me tutto ciò non piace affatto e non ho nessuna paura di dirlo in faccia al mondo intero, sono ancora capace di sentire la rabbia montare dentro per queste vergogne, senza sentire il bisogno di  nasconderlo o di reprimerlo.

A me, come stiamo riducendo questa mondo, questa società, fa schifo


E  ANCORA OGGI




SAKINEH NON DEVE MORIRE


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