PRIMA PUBBLICAZIONE GIUGNO 2011
Ho già detto spesse volte, che i ritardi altrui sono diventati per me una fonte indispensabile di tempo, da utilizzare poi per per il mio diletto.
Il certo ritardo cronico, con cui si approcciano agli appuntamenti i presunti professionisti del mio settore, mi consente di impegnare minuti e minuti, in operazioni che altrimenti non riuscirei a compiere. Leggere, scrivere, ma anche approfondire le notizie che mi interessano, sono attività che riesco a svolgere in quell'arco di tempo che è solitamene di 15/20 minuti, che poi altri non sono che la somma del mio anticipo e del loro ritardo.
Posso anche affermare con certezza, che buona parte dei post di questo mio piccolo blog, sono figli di questi spazi rubati al lavoro.
Però poi esistono delle attese che non riesco a vivere serenamente, sono gli appuntamenti non conclamati, quelli che non mi sono dati per certi e forse sono solo una mia intima speranza, che qualcosa accada.
Ecco, quelli sono momenti in cui mi ritrovo ad aspettare che una persona si materializzi, che un telefono squilli o anche semplicemente che nel cielo si levi un segnale di fumo, perché il mio IO più intimo e tutto il resto del mio essere vogliono la stessa cosa, che non sia solo un'illusione.
Mi arrovello e ci penso, mi chiedo perché? Perché è tutto muto? Forse il telefono è guasto? No, forse non avrò pagato la bolletta? Oppure, molto più banalmente sta venendo da me e io non lo so? E allora mi affacci, mi invento una finestra anche in giardino pur di affacciarmi, mi invento qualcosa, qualsiasi cosa, perché l'ansia ormai mi morde i bordi dell'anima e io sono ancora li a chiedermi perché tutto tace? Perché nulla si muove? PERCHE'?
E la risposta? Nessuna, nessuna risposta, solo il silenzio e il vuoto a farmi compagnia e lo sai bene che non c'è niente da fare, lo senti e non puoi sbagliarti, è quello il momento in cui devi svegliarti, perché tu eri arrivato ai titoli di coda, ma era solo un film che era appena iniziato, un sogno, la speranza che si è fatta verità, dimenticando però, che per gli orchi non esiste il lieto fine.....
Il certo ritardo cronico, con cui si approcciano agli appuntamenti i presunti professionisti del mio settore, mi consente di impegnare minuti e minuti, in operazioni che altrimenti non riuscirei a compiere. Leggere, scrivere, ma anche approfondire le notizie che mi interessano, sono attività che riesco a svolgere in quell'arco di tempo che è solitamene di 15/20 minuti, che poi altri non sono che la somma del mio anticipo e del loro ritardo.
Posso anche affermare con certezza, che buona parte dei post di questo mio piccolo blog, sono figli di questi spazi rubati al lavoro.
Però poi esistono delle attese che non riesco a vivere serenamente, sono gli appuntamenti non conclamati, quelli che non mi sono dati per certi e forse sono solo una mia intima speranza, che qualcosa accada.
Ecco, quelli sono momenti in cui mi ritrovo ad aspettare che una persona si materializzi, che un telefono squilli o anche semplicemente che nel cielo si levi un segnale di fumo, perché il mio IO più intimo e tutto il resto del mio essere vogliono la stessa cosa, che non sia solo un'illusione.
Mi arrovello e ci penso, mi chiedo perché? Perché è tutto muto? Forse il telefono è guasto? No, forse non avrò pagato la bolletta? Oppure, molto più banalmente sta venendo da me e io non lo so? E allora mi affacci, mi invento una finestra anche in giardino pur di affacciarmi, mi invento qualcosa, qualsiasi cosa, perché l'ansia ormai mi morde i bordi dell'anima e io sono ancora li a chiedermi perché tutto tace? Perché nulla si muove? PERCHE'?
E la risposta? Nessuna, nessuna risposta, solo il silenzio e il vuoto a farmi compagnia e lo sai bene che non c'è niente da fare, lo senti e non puoi sbagliarti, è quello il momento in cui devi svegliarti, perché tu eri arrivato ai titoli di coda, ma era solo un film che era appena iniziato, un sogno, la speranza che si è fatta verità, dimenticando però, che per gli orchi non esiste il lieto fine.....
....
Vivremo poi
Con questo dubbio per l’eternità
Svegliarmi dovrei
Con questo dubbio per l’eternità
Svegliarmi dovrei
...
Ovunque sei
Mi manchi...
Mi manchi...
SAKINEH NON DEVE MORIRE