31 ago 2011

COLLEZIONE SOLARE 2011 - Lungo la notte, capitoli 4 e 5




CAPITOLO 4

Dopo aver fatto rifornimento le fece parcheggiare l'auto piuttosto lontano dal bar, per poi raggiungerlo a piedi.
Appena furono nei pressi del locale, lui le fece segno con la mano di fermarsi e rimanere in silenzio. Lei obbedì istintivamente, non era stato un ordine, ma la ricerca di una complicità, aveva capito che stava per preparare uno scherzo.

Lo vide aprire lentamente la porta del bar, facendo attenzione a non  far suonare la campanella posta sulla sua cima, poi furtivamente iniziò a scivolare verso l'interno, ma dal profondo del locale una voce burbera urlò

"Ti vedo tutte le volte, eppure sistematicamente ci provi comunque a sorprendermi, lo sai che ci sono le telecamere accese e che le tengo sotto controllo. Su entra che ti aspettavo e mi stavo preoccupando, sei in ritardo."
"Usa un linguaggio e dei toni a modo, sono in compagnia questa notte"

Le fece cenno di entrare, lei gliene fu grata, iniziava a sentire freddo.

Al bancone arrivò dal retro un uomo sulla cinquantina, capelli radi, invecchiato più dell'età che probabilmente aveva, ma dallo sguardo attento, vigile. La guardò per un solo attimo, ma si rese conto che l'aveva scrutata per bene, quasi come se le avesse fatto i raggi x.

"E allora, come mai sei in ritardo?"
"Massimo lo sai anche tu, spero sempre che ci sia in giro un posto dove facciano un caffè decente, prima di dovermi per forza di cosa bere la tua schifezza nera"

Il barista non lo degnò di uno sguardo e rivoltosi verso di lei disse sottovoce, ma facendosi sentire da tutti disse

"Non gli creda, la verità è che è stato cacciato da tutti i locali della zona, nessuno lo sopporta più e anche io lo gli preparo il caffè e poi lo mando via. La prenda quasi come un'opera caritatevole la mia"
"Abbiamo un altro buon samaritano tra di noi e non me ne ero accorto prima. Su che se non venissi io in questo locale di infima categoria potresti lasciarlo chiuso"

Lei capì che tra i due c'era qualcosa in più di una semplice simpatia o di una conoscenza vecchia di anni, no c'era un rapporto molto più profondo, fatto di stima reciproca.

Entrarono degli altri clienti e Massimo si rivolse a loro, allora lui ne approfittò e le parlò quasi sussurrando

"Quando iniziò questo lavoro era un uomo che credeva di essere felicemente sposato, solo che a un certo punto si accorse che il suo letto veniva riscaldato di notte da qualcun altro. Si perse nell'alcool, ma ad un certo punto si ritrovò, anche grazie al suo angelo custode.
Da quel momento decise di cambiare radicalmente la sua vita, tranne che per il turno dalle 22.00 alle 6.00 del mattino, per poter così vivere il resto della giornata con estrema tranquillità."

"Non gli creda, qualsiasi cosa le dica non gli creda. E' capace di vendere gelati al polo se è necessario.
Lo ha mai visto in sala? Come si pavoneggia con la sua eleganza e i suoi modi? Sembra che sia sempre il festeggiato invece che il capo cameriere.
Cammina elegante, leggiadro, come se fosse un modello e spesso e volentieri fa anche la coda di pavone ad uso e consumo delle signore presenti in sala. Tutta scena, solo finzione"
"Si, devo dire che l'ho osservato bene e ha un suo fascino, ma vista sotto questo punto di vista........."
"Ehi, ma cos'è qui? Avete deciso di mettermi in mezzo? Qui le danze le dirigo io. Insomma"
"Bello, sei nel mio locale, qui decido io a che gioco si gioca e adesso tu sei il bersaglio"

Per un attimo si guardarono in cagnesco, salvo scoppiare tutti in una sonora risata.
Ancora di più si fermò in lei la convinzione che tra quei due non c'era la semplice conoscenza che c'è tra un avventore e un barista. Qualcosa doveva averli uniti e si leggeva nel modo in cui si parlavano. C'era affetto sincero in ogni singola parola, al di là di quello che dicevano.

Arrivarono i caffè sul bancone e a lei venne aggiunto un cioccolatino.

"E' fuori?"

Chiese con un tono di voce che le era sconosciuto

"Certo, dove vuoi che sia? E' fuori, al freddo, nella speranza che passi qualcuno"
"Mi prepari il solito o ha già consumato?"
"No, lo sai, non entra mai se non ha già incassato qualcosa. Eppure lo sa benissimo che non ha bisogno di pagarmi, ma è fatta così"

Mentre il barista si girava a preparare una tazza di cappuccino caldo, lei gli chiese

"Di chi state parlando?"
"Di una donna costretta a prostituirsi dalle circostanze della vita, probabilmente una delle persone migliori che ho mai conosciuto in vita mia. Tra poco andremo da lei, ma se non vuoi ti capisco, rimarremo comunque solo il tempo del cappuccino e ci manderà via, vedrai"









CAPITOLO 5


Nella notte la sua era una bella figura, come una di quelle donne stilizzate che si vedono disegnate sui giornali, sembrava una di quelle modelle che reclamizza un profumo o degli accessori per l'igiene femminile e più le si avvicinava, meno erano i metri che la separavano da lei e sempre più si rendeva conto che era  quanto di più lontano esisteva  dagli stereotipi che si era creata immaginando una prostituta.
D'altronde non aveva una conoscenza diretta con nessuna di quelle che faceva la vita e quindi la sua idea di "puttana" era legata alle donne che vedeva agli angoli della strada, quando tornava a casa dal suo vecchio posto di lavoro.
Se l'avesse incontrata per strada, senza conoscerla, senza sapere nulla di lei, mai e poi mai avrebbe pensato che faceva quel tipo di attività.

Si stavano avvicinando lentamente, ma quando lei capì di chi si trattava, sul suo viso si disegnò un sorriso compiacente.

"Hai qualcosa per me, bell'uomo?"

Lo disse con un tono di voce tra l'ironico e il sensuale e anche qui capì al volo che c'era un rapporto di vecchia data che li univa, come se lei stesse recitando un copione già provato svariate volte nel passato.

"Si bella donna, ho qualcosa di caldo per te. Un cappuccino bollente"

Anche lei la guardò per un solo secondo, come se vivere la notte mettesse in condizioni le persone di capire chi avevano di fronte al primo colpo, però con dei modi di una gentilezza incredibile le rivolse la parola.

"Cosa ci fa una ragazza bella come lei, in giro di notte in compagnia di un losco figuro del genere?"
"Imparo a conoscerlo"
"Allora avrà di sicuro bisogno di molto più tempo per comprenderlo per bene. E' molto più complicato di quello che appare"

E su quest'ultima frase la sua voce si era di colpo fatta seria e profonda

"Ehi, ma vi siete coalizzati tutti contro di me questa notte? Ma che razza di gente frequento? Invece di farmi fare una bella figura con una sconosciuta......"
"Siamo persone che ti vogliono bene per davvero, che ti apprezzano per quello che fai, ma che non te lo diranno mai direttamente, figuriamoci poi per farti fare una bella figura"
"Ah, grazie"
"Prego. Ora però spiegami perchè hai portato qui questa ragazza? Se volevi fare una bella figura non dovevi mica portarla da una prostituta?"

E lo disse mentre iniziava a sorseggiare il cappuccino che le era stato offerto qualche istante prima

"Le sto facendo conoscere delle persone vere. La sto guidando lungo la notte, per farle capire che dietro le apparenze spesso c'è più sostanza di quello che si immagina."
"E perchè da me? Una puttana"
"Perchè sei una delle donne migliori che conosco e il tuo lavoro è solo una circostanza a cui sei stata costretta dalla vita"

I suoi occhi si riempirono di ricordi e di lacrime nello stesso istante e si girò, forse per raccoglierle prima che le devastassero il maquillage.

"Vedi, esistono varie categorie di uomini al mondo. Chi valuta le persone per ciò che vuole vedere e non per quello che sono in grado di dare e di esprimere, beh quello per me è il vero anello di congiunzione tra l'uomo e le bestie"

Si accorse che le lacrime ormai scendevano a dirotto, copiose come un fiume in piena.

"Hai deciso di rovinarmi il trucco facendomi piangere? E' questo il tmodo  che hai scelto per redimermi questa notte? Allora sai che ti dico? E' meglio che ve ne andiate, se rimanete qui ancora un pò e passa qualche possibile cliente crederà che sono impegnata e non tiro su nemmeno un euro"


Lo disse dando loro le spalle e cercando di sistemarsi utilizzando uno specchietto e delle salviettine umidificate.
Loro si diressero all'auto, ma un'ultima domanda gliela rivolse lo stesso, mentre la sua voce era  ancora rotta dall'emozione.


"Dove la porti adesso?"
"Dal Don"

"Un classico, il diavolo e l'acquasanta"

Lui non disse nulla, mentre camminavano verso l'auto però interruppe il silenzio che era sceso tra di loro

"Erano giovani e belli, innamorati come pochi al mondo e si divertivano molto. Si erano sposati in tenera età  ed era stato uno dei pochi matrimoni su cui avrei scommesso che sarebbe durato finchè morti non li avesse separati.
Così è stato.
Il marito si era indebitato per continuare con la sua attività, ma non potendo mantenere fede agli impegni si è suicidato. Lei rimase sotto choc per molto tempo, perchè non immaginava in quale situazione economica realmente versassero, lui la teneva all'oscuro di tutto.
Dopo il periodo del lutto cercò di riprendersi, ma la famiglia di lui la vide come il capro espiatorio del loro dolore e le fece terra bruciata intorno, nessuno le diede modo di ricominciare.
Un giorno, uno dei creditori del marito, le propose di saldare il debito e di darle del denaro se ......., era disperata e accettò.
Si è sentita colpevole della morte del marito, quasi come se fosse stata lei a tirare il grilletto e in questo modo , con quest'attività, si punisce per non averlo aiutato, per non averlo salvato.
C'è stato chi si è realmente offerto di darle una mano concreta, ma non c'è stato nulla da fare, questo è il suo modo di espiare una colpa che non ha. Viene qui ogni notte, in questo grill che non è affollato, su un'autostrada poco trafficata e vende il corpo a delle bestie che ne approfittano velocemente.
Quando sorge il sole va nel bagno di servizio, si cambia mettendo gli abiti da lavoro in un sacchetto, quasi volesse dimenticarsi di ciò che fa e ritorna alla vita normale. Se così possiamo definirla.

Per il resto del mondo resto del mondo ha una rendita mensile che ha vinto ad una lotteria e così facendo cerca di saldare i restanti debiti di suo marito.
Lo ama ancora come il primo giorno.
La morte non li ha seprati"
"Come l'hai conosciuta?"
"Questo te lo dirò più tardi, per ora ti posso solo dire che non sono mai stato suo cliente, se è questo che vuoi sapere"

L'auto riprese il suo tragitto.




SAKINEH NON DEVE MORIRE

Nessun commento: