Eccoci qui, il racconto di cui tanto vi ho parlato è pronto o meglio è pronto un racconto da pubblicare, che non è quello che ho iniziato a scrivere un mesetto fa, ma è un altro nato e scritto nel giro di una settimana, la scorsa.
L'ho scritto quasi di getto e l'ho riletto qualche volta e nel momento in cui inizio a scrivere questa introduzione dev'essere completato solo l'ultimo capitolo, ma ormai la storia si è sviluppata per intero ed è giunta al suo epilogo naturale, che è comunque già impresso dentro di me, devo solo materialmente metterlo nero su bianco.
Non aspettatevi una storia d'amore, rimarreste delusi, è piuttosto un viaggio che non è importante la meta da raggiungere, ma per le tappe che servono per arrivare ad essa. Questo peregrinare da una realtà all'altra si svolge lungo l'arco di una notte (da qui il titolo), salvo poi arrivare all'epilogo che spero non vi scontenterà.
Devo inoltre dirvi che strutturato i vari capitoli in maniera tale che si possono leggere slegati dal contesto in cui sono calati, ed avere comunque un loro perché. Tutto si tiene insieme, ma se qualcuno di voi si scocciasse di seguirmi per l'intero tragitto del viaggio, non avrà di che rammaricarsi di ciò.
Credo NON sia necessario ribadire che io NON sono uno scrittore e NON ho nessuna velleità di diventarlo un giorno. Il mio lavoro NON è la scrittura, il mio è semplicemente un hobby che in qualche modo vi ha coinvolto e per come mi invogliate, non mi rimane che ringraziarvi di cuore. Però devo anche dirvi con una punta di orgoglio, che chi ha letto il primo capitolo mi ha chiesto con insistenza il secondo e questo è segno che forse ho colto nel giusto, che la scrittura si fa leggere e appassiona. Questa per me è stata un'enorme soddisfazione.
Il racconto verrà pubblicato su questo blog e ogni giorno a partire da pomeriggio di oggi, ci saranno uno o due capitoli che saranno messi on line quotidianamente e non intendo rubarvi più di una settimana per farvi leggere il tutto. Chi, però avesse voglia di leggerlo solo quando sarà editato per intero lo troverà sull'altro blog.
L'appuntamento quindi è per il pomeriggio di oggi per dare inizio al tutto e mi auguro che la vostra attesa venga soddisfatta da un qualcosa che si possa dire perlomeno godibile.
Il guardiano.
Negli ultimi quindici anni varcare quella porta non era mai stato così difficile come in questo momento, anche perché sapeva che le cose peggiori probabilmente non se le sarebbero dette, ma sarebbero rimaste sottintese. Si conoscevano e si stimavano da sempre, a tal punto che in questo momento anche quell'incontro era superfluo, ma c'erano dei ruoli da ricoprire e delle parti da recitare ad uso e consumo del resto del mondo. La cosa non poteva rimanere in silenzio.
Negli anni, tra di loro, si era creata una tale sintonia che aveva prodotto degli ottimi risultati. Se quello, che era un grande ristorante quando lui ci mise piede la prima volta, adesso era diventato un centro turistico di prim'ordine, punto di riferimento per tutti coloro che operavano nella zona, il merito era anche di quella strana alchimia che si era creata tra di loro.
Negli anni, tra di loro, si era creata una tale sintonia che aveva prodotto degli ottimi risultati. Se quello, che era un grande ristorante quando lui ci mise piede la prima volta, adesso era diventato un centro turistico di prim'ordine, punto di riferimento per tutti coloro che operavano nella zona, il merito era anche di quella strana alchimia che si era creata tra di loro.
"Entra"
Entrò e vide dalle finestre alle spalle del direttore il sole che tramontava, si bloccò per meno di un secondo. Aveva fatto tardi, ma il suo lavoro era un altro, lui non aveva più bisogno di essere il maitre. Gli piaceva esserlo, ma non era obbligato a farlo
"Buonasera"
"Chiudi la porta e siediti"
Chiuse delicatamente la porta alle sue spalle, si sedette e quella poltrona che conosceva benissimo gli sembrò scomoda, come non mai.
"Direttore"
"Direttore? La porta è chiusa, siamo soli io e te, non essere formale o mi arrabbio, non ce n'è mai stato bisogno, non iniziamo adesso"
"Grazie Franco"
Per un attimo nessuno dei due sapeva più come riprendere il filo del discorso. Poi il direttore tagliò la tensione che era subentrata tra di loro con una domanda secca, diretta come un fendente.
"Ti rendi conto della stupidaggine che hai fatto l'altra notte?"
"Mi conosci, sai come sono fatto. Non mi pento di quel gesto, non mi pento di averlo fatto e se pensi che devo farlo solo perché era il disonorevole, il figlio del senatore, allora mi conosci poco"
"Ti conosco fin troppo bene, ma hai esagerato. Bastava che lo allontanasi dalla ragazza per tenerlo buono, ma arrivare a picchiarlo in quel modo?"
"Guarda che io ho cercato di usare le buone, non ho ascoltato le offese personali a me e a tutte le mie parenti donne, ma quando si è lanciato nuovamente contro di lei, quando ha cercato di colpirla, è partito d'istinto il primo cazzotto e sai bene che in queste circostanza chi si ferma è quello che ha la peggio parte"
Annui silenziosamente
"Si, di risse ne abbiamo sedate molte nel corso degli anni, però so anche che il tuo primo fa male e lascia il segno. Forse se ti fermavi al secondo o al terzo.........."
"Naaaaaaaa e poi diciamocelo, sono anni che ci rompe le scatole. Una lezione se l'era proprio cercata"
Abbozzarono un sorriso all'unisono ripensando a tutti i sistemi che avevano utilizzato per ripagare della boria quel figlio di papà viziato.
Franco avrebbe fatto lo stesso al suo posto, anzi avrebbe pagato di tasca sua per essere lì. Aveva ragione.
"Raccontami perlomeno cos'è successo per davvero, lo sai che sono maledettamente curioso e qui in città raccontano di tutto"
"Niente di particolare, dopo aver fatto sgomberare la sala dai festoni di carnevale, ho chiuso le porte, ti ho consegnato le chiavi e ci siamo salutati. Come sempre mi sono sbottonato il papillon e sono uscito nel parcheggio a respirare un po' d'aria pura, dopo una giornata a contatto con gli odori della cucina ci vuole.
Mentre il freddo iniziava a farsi vivo, sono arrivate le prima urla, femminili, si sono accavallate subito quelle del ragazzo, che sembrava stesse davvero impazzito. Lo sportello di una macchina si apre e una ragazza mascherata da Minnie mi corre incontro.
Poi è arrivato lui, con la sua aria da padrone del mondo e subito mi insulta e mi ordina di dargliela.
Gli rispondo che sono etero e che lui non è affatto il mio tipo, l'atmosfera sembra allegerirsi, ma è solo un attimo. Ha cercato di sorprendermi e di afferrare la ragazza per un braccio, ma me lo aspettavo, agisce sempre così è un vigliacco e so cosa architetta.
Prontamente l'ho colpito e si è fatto male, molto male.
Non ho mai avuto nessuna pietà per chi molesta donne e bambini, figuriamoci se potevo provarla per lui."
Silenzio
"Sai che mi hanno chiesto la tua testa"
Non era una domanda e non c'era bisogno che lo dicesse, ma gli faceva piacere che lo avesse fatto.
"Certo, come vedi non mi sono ancora vestito"
"Allora fallo e in fretta. Stasera ho due sale piene di donne che sono qui per l'8 marzo e ci sono 40 camerieri da controllare, non vorrei che qualcuno scambiasse il bagno degli uomini come un luogo di incontro"
Sorrisero al pensiero di quando fu scoperto Franco anni prima, ma lui era il Direttore, mica un cameriere.
Si alzò per andarsene, ma mentre usciva una domanda gli arrivò da dietro le spalle.
"Almeno ne è valsa la pena?"
"Sempre, lo sai"
"Non fare il finto tonto con me. Com'era la ragazza?"
"Non l'ho vista in volto, era truccata ed è successo tutto in fretta. Non so nemmeno chi fosse, ho solo sentito un accento che non era il nostro, come se fosse romana.
Però bisogna anche riconoscere che il disonorevole ha buoni gusti in fatto di donne. Comunque chiedi a Lucia, era lei di turno alla reception dell'albergo quando l'ho accompagnata lì."
Usci, aveva una sala da gestire ed era in ritardo per controllare che tutto fosse in ordine e doveva ancora cambiarsi.
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