5 ago 2011

COLLEZIONE SOLARE 2011 - Sabato pomeriggio




PRIMA PUBBLICAZIONE NOVEMBRE 2010


E in un angolo del parabrezza vedo il sole perdere consistenza tra i rami degli alberi che costeggiano la carreggiata, un binario d'asfalto che ho deciso di percorrere lentamente.

Avevo voglia di una "passeggiata" tranquilla da solo, senza nessuna fretta di arrivare, senza una meta da raggiungere, lungo una di quelle strade così isolate dal resto del mondo che anche la telefonia mobile si è rifiutata di raggiungerla.

Pace e silenzio regnano anche intorno a me, era proprio quello che volevo.

Le foglie sono ormai quasi tutte per terra lungo i bordi della strada, a tal punto che si fa fatica a capire dove finisce il bitume e comincia il terreno. Solo in poche ancora resistono avvinghiate a quel flebile alito di vita che scorre nei rami, alla prossima pioggia sono destinate anche loro a perdere la battaglia con l'inverno che arriva.
Tutto sta prendendo sonno, tutto è più lento e anche io mi sto adeguando ai ritmi della natura, non mi serve correre adesso per raggiungere il nulla.

L'oscurità si impadronisce sempre più dello spazio che mi circonda e in alcune curve, nascoste da un lembo di collina, quasi tutto si fa buio. I fari illuminano il mio percorso mentre il navigatore che ho ammutolito mi disegna il tracciato, cercando però di ricordarmi che anche lui non sa dove portarmi.

Perché poi ogni viaggio deve avere per forza di cose una meta?

Perché tutto dev'essere un tragitto e non un'esperienza?

Perché ci ostiniamo sempre con il DA a A?

Tutto ciò è limitativo, non serve a nulla, solo a spostarsi e alla fine non conservi nessun ricordo di quello che hai visto. E' come una sequenza di immagini di un brutto film che non ti ha lasciato nulla, se non l'amaro in bocca per aver sprecato il tuo tempo.

Oggi però io non ho nessun posto in particolare che devo di raggiungere, voglio solo vivere l'esperienza di un viaggio all'interno di un tramonto autunnale e la possibilità di farmi queste domande stupide, perché a nessuno adesso concedo la possibilità di pormi i soliti "quesiti esistenziali" che imperversano nel mio quotidiano.

Però che bella questa serata che sta nascendo, il cielo è illuminato solo dal primo quarto di luna e dalle stelle che la coronano. Tutto il creato è più terso dei giorni scorsi e dopo le piogge torrenziali di metà settimana, le poche nuvole chiare che si vedono regalano la promessa di una domenica serena.
Se posso domani vado al mare.

Un cartello mi ricorda che l'umanità è vicina e che in zona si svolge l'ennesima sagra della castagna. Quest'anno, a onor del vero, ne ho mangiate poche e di pessima qualità. Col pensiero inizio ad assaporare caldarroste e castagnacci e la cosa mi piace perché stuzzica la mia golosità, non ci fosse una partita che mi interessa e gli amici autotinvitatisi per una pizza e birra da consumarsi tifando contro "la magica", stasera sarei qui a mettere su qualche chilo di grasso. Domani se me ne ricordo ..............

Le luci artificiali di un centro abitato mi dicono che non mi ero sbagliato, sono in prossimità di altri essere umani e anche il display del telefono mi conforta, vedo il campo riempirsi, mentre un metallico segnale mi vomita addosso degli sms, probabilmente qualcuno sentiva la necessità di rivolgermi delle inutili parole.

La mia personale ricerca di Brigadoon anche per oggi termina qui, mentre il 2010 è tutto intorno a me, come recita una vecchia pubblicità.

Prima o poi darò seguito alla mia idea di fuggire da qui e di rifuggiarmi dove posso essere utile a qualcun altro, non solo a parole.



SAKINEH NON DEVE MORIRE


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