Da tanto, ormai tantissimo tempo, due post giravano per le bozze di questo blog.
Scritti e riscritti, letti, corretti, cancellati e riscritti ancora. Non ero mai soddisfatto di quello che avrei potuto proporre o propinare a chi ha la sventura di seguirmi. Poi ho trovato l'idea, quella valida e ho anche capito una cosa, che il tema comune tra i due post, era quello che mi metteva a disagio e non per l'argomento, che avrai già capito dal titolo, ma per il modo in cui mi proponevo.
Spero di esserci riuscito adesso e mi auguro che quello che leggerai ti risulterà perlomeno esplicativo del mio pensiero.
Chi ha praticato un pò le discipline chiamate arti marziali e intendo dire lo studio che i giapponesi facevano della guerra e dei modi di combatterla, ad un certo punto del suo percorso si è sicuramente imbattuto nella figura dei samurai, che un pò tutti abbiamo la presunzione di sapere chi fossero, ma in realtà poco conosciamo.
Il samurai classico era il mercenario del medioevo giapponese, dotato di una morale a dir poco discutibile, ma che viene ricordato soprattuto per essere stato una stupenda macchina da combattimento, capace di battersi fino all'ultimo alito di vita che aveva in corpo. Questa loro prerogativa non era data dal fatto che erano prezzolati guerriglieri ligi al dovere, ma dal fatto che alla base della loro filosofia di vita c'era una massima "ogni giorno è l'ultimo e come tale va vissuto". La morte come compagna intima di vita, l'unica certezza su cui potevano davvero contare.
Come ho scritto nella premessa, era davvero tanto tempo che ci giravo intorno a quest'idea, quasi un anno, ma non sono mai riuscito a trovare la giusta chiave di scrittura, quella adatta ad un argomento come la morte, complesso e delicato pur nella sua estrema semplicità.
Perchè poi in fondo tutti siamo consci di essere dei viaggiatori che hanno preso un treno, conosciamo la stazione di partenza, sappiamo qual'è la destinazione, ma nulla sappiamo della durata del tragitto.
Questo dovrebbe portarci ad avere un rapporto nei confronti della vita e della sua fine molto gioioso per la prima e rispettoso della seconda, mentre invece quasi a volerla esorcizzare o a illuderci che per noi la vita è eterna, rimandiamo in continuazione ciò che è necessario fare "sprecando" quel dono prezioso che è il tempo.
Da tanto ormai, la mia filosofia di vita è l'intensità, perchè non solo ho "accettato" l'idea della morte, ma ringrazio anche il signore che ci sia, in fondo se ci pensi, ci dà l'opportunità di "vivere".
Lo so che adesso le chiamate alla Neuro si sprecano, ma continua ancora seguirmi nel discorso naufrago, poi solo dopo se lo ritieni opportuno chiama il 118.
Perchè se ci rifletti su, converrai con me che noi esseri umani ci nutriamo non solo del cibo, che soddisfa il nostro fisico, ma anche delle emozioni che ci servono per sentirci vivi. Un'esistenza in cui tutto e teoricamente rinviabile all'infinito, demandabile al domani o a qualunque altro giorno del futuro, sarebbe in pratica una vita noiosa e piatta, perchè tanto il prossimo potrebbe essere il giorno in cui poter avere comunque l'occasione per rimediare e se non lo è lo sarà quello dopo e se devo aspettare ancora 10 o 1000 anni non cambierebbe nulla. Il tempo stesso sarebbe un concetto inutile, ma contemporaneamente il rinviare ogni cosa renderebbe tutto piatto, grigio e monotono. Non ci sarebbero le sensazioni, le ispirazioni, niente opere d'arte, nessuna comodità, cose che comunque non ci sarebbero servite a nulla.
E cosa rappresenterebbero i figli? Le mogli o i mariti? Gli amici? Forse solo dei pezzi di carne incontrati lungo un cammino interminabile, superflui esseri a corredo della nostra eternità. Non avrebbe avuto senso nulla di ciò che conosciamo oggi come importante e anche un giochino stupido come poteva essere il "mi piace" non avrebbe rappresentato altro che momenti infinitesimali di una vita sconfinata, mentre tutti quelli per me sono adesso sensazioni, emozioni, momenti che hanno reso importanti una giornata, un attimo, splendendo nella mia memoria di una luce immensa. Ogni istante passato ad attendere una donna, il suo sorriso, i nostri baci, alla fine sarebbero scaduti a rituali e a farsa e tutto ciò si sarebbe ripetuto all'infinito e per sempre? Terrificante anche solo la prospettiva. Ora non voglio dire con ciò che la morte sia bella, ma che certamente con parametri diversi le nostre esistenze sarebbero state totalmente diverse e non so fino a che punto migliori.
L'intensità è la chiave di volta. Sapere che ogni giorno, ogni istante, ogni respiro dev'essere vissuto come se fosse quello che precede l'ultimo non è lugubre, ma cambia il sapore alle cose, mi rende ancora più attaccato alla vita, perchè mi mette in condizione di amarla sempre di più.
Amo ogni cosa che faccio, ogni persona che è "residenziale" nella mia esistenza ha un posto e un senso, non mi lascio scorrere addosso i minuti, ma cerco di farne sempre un uso "intelligente".
Non sopravviverei all'idea dell'eternità, è così bello vivere ogni giorno, ogni ora, ogni respiro, che sapere di poter non morire mi ucciderebbe.
Lunga vita al Guardiano, questo è certo, nella certezza che arriverò al capolinea avendo viaggiato in prima classe, quella delle persone che amano tutto ciò che fanno e con la speranza di aver vissuto dando e ricevendo amore da tutti gli altri passeggeri che ho incontrato e incontrerò nel corso di questa stupenda avventura.
P. S. Avere in mente per tanto tempo un post, mi ha messo nelle condizioni di cercare il migliore dei sottofondi musicali possibili e seppure questo era quello che ho scelto d'acchito, di seguito ti propongo altri due brani che potevano essere utili. Il primo è un Lucio Dalla di annata e le parole in pratica rispecchiano molto il mio pensiero. Il secondo invece è Meraviglioso nell'interpretazione di Domenico Modugno segnalatomi involontariamente da un'amica speciale Raica.
La vita è davvero meravigliosa così com'è.
P. P. S. Per chi non lo avesse riconosciuto, il brano che avete ascoltato è Who wants to live forever? (chi vuol vivere per sempre?) dei Queen, magnifica colonna sonora del film Highlander, che mi è stata la scintilla di tante cose. La prima vera passione infinita per una donna, l'idea che l'immortalità non è per me, l'amore per i film visti al buio di un cinema. Quanti ricordi....
"Ricordati che devi morire......
RispondiEliminaSi...si.... mo me lo segno...." dicevano in un film.... :))
Beh... ecco... questa e' l'unica cosa che possiamo non "segnarci"... perche' e' inevitabile.
Arrivera'... e' il nostro comune destino... l'unica cosa certa della vita... che ci piaccia o no. Arrivera'.... con preavviso forse, una malattia... un dolorino al petto....o forse no... ma arrivera' per tutti.
Quel giorno arrivera' senza bisogno di post-it.
E sara' l'annientamento della coscienza, la fine di tutto il Sentire, perche' credo che dopo la morte non ci sia nulla.
Dov'era Eretica prima di nascere?? Nel nulla.
Ecco e' li che ritornero'... che ritorneremo... dopo la morte. Nel nulla.
Sono cattolica per decisione altrui... condivido alcuni concetti, ma non tutti.
Ho sempre voluto approfondire ma forse il mio Q.I. e' limitato perche' ci sono cose che non mi spiego e anche dopo che me le hanno spiegate, non le so comprendere...
Sara' il Mistero della Fede che mi frena.... perche' io non so credere a prescindere.... ho bisogno di dati che combacino....
Sono cattolica per paura... paura di una punizione divina.... quindi dico che credo in Dio... anche se Dio e' una parola grossa... credo in Gesu'... e non credo certamente alla Chiesa... ai Papi.... al Vaticano, che non hanno fatto altro che incrementare lo scisma nella mia Anima...
(solo con questa affermazione gia' temo un qualche castigo dell'Altissimo!)
Tutto questo per dire che non credo nell'aldila' ...a tutte quelle faccine trapassate che ci guardano dal cielo...
La morte e' solo la fine della vita.
Nulla di piu'. Niente faccine dietro alle nuvole...
Piu' terribile della morte e' il dolore...invece.. quello si che mi fa paura.
Perche' la nostra morte, se ci pensi bene caro Guardiano, non riguarda noi...
Noi chiudiamo gli occhi e... AMEN... non sentiamo piu' nulla.
La ns morte riguarda gli altri... gli altri a noi prossimi... i nostri cari... i nostri figli... le persone che ci amano.
Saranno loro che dovranno elaborare il lutto... se ne avranno i mezzi...
La nostra morte e' un problema che riguarda chi lasciamo in vita.
Quello che mi fa paura e' la sofferenza che mi porta alla morte... non la morte in se'.
La malattia... la pena negli occhi dei miei figli... il non sapere come cresceranno... l'abbandono del mio Essere...
Questo mi fa davvero paura. Non la morte.
E siccome non ci e' dato sapere quando avverra' il trapasso :))))) ...
allora e' giusto come fai tu....
Vivere intensamente ogni istante NEL QUI E ORA... prendendo e godendo di quello che c'e'... rendendo quello che puoi... finche' ce n'e'.
E' inutile dirti che il tuo post mi e' piaciuto... sarebbe superfluo....
E ora una toccatina alle "parti basse" non ci starebbe male! ;))
Ciaooooooooo.......
http://www.youtube.com/watch?v=AI96e1vGvpk
Eretica